Nella primavera 2018 (salvo imprevisti) si terranno le prossime elezioni comunali per scegliere il successore di Daniele Manca, sindaco di Imola, presidente del Circondario, presidente dell’assemblea dei sindaci Conami dal 2008 ad oggi, non più rieleggibile. La normativa vigente accentra nella persona del sindaco vasti poteri, affidandoli esclusivamente alla sua decisione, come ad esempio nel caso delle nomine. Per questo la scelta della persona è fondamentale, molto più della elaborazione di programmi, principi e obiettivi. Dal dopoguerra ad oggi il Comune di Imola è sempre stato retto da persone che di mestiere sono stati funzionari del partito comunista, poi Pds, poi Ds, poi Pd. La scelta non era casuale, ma collegata al pervasivo radicamento locale di quel partito, che gli consentiva di avere una stretta sintonia con il suo elettorato, in origine di gran lunga superiore al 50% dei votanti. Nel corso di questi 70 anni si è però verificato un progressivo scollamento tra partito e realtà sociale del nostro territorio. Il divario è cresciuto in modo carsico, impercettibile ma costante, per manifestarsi poi in modo eclatante nell’ultimo periodo. Alcuni esempi: il rifiuto di fare pronunciare i cittadini sull’adesione alla città metropolitana di Bologna con un referendum consultivo (2013); il precipitare della percentuale dei votanti alle ultime elezioni regionali, passata a Imola dal 77% del 2005, al 69% del 2010, al 39% del 2014, in linea con il dato regionale; la clamorosa bocciatura da parte degli elettori in un referendum consultivo sull’unificazione di tre Comuni della vallata del Santerno, a fronte di un compatto e massiccio invito a votare sì da parte dei vertici del Pd, dei tre sindaci del Pd e del consigliere regionale Pd di Casalfiumanese. E si potrebbe proseguire. È quindi evidente che il sistema di cooptazione del sindaco da parte dei vertici del Pd non è in grado di dare risultati efficaci. In questo frangente è quindi importante che le forze ancora vitali del nostro territorio diano un contributo fattivo alla scelta del futuro sindaco. E poiché tra le forze vitali ci sono certamente quelle del mondo cattolico è veramente importante che compiano uno sforzo di sintonia e di coesione, magari depurandosi da qualche stagionata, spasmodica, patetica, rampicante presenzialista onnipresente e da qualche atteggiamento politicamente puerile. Certamente c’è chi vede come fumo negli occhi una presenza coesa cattolica nelle decisioni politiche, a prescindere dalle diverse appartenenze partitiche dei singoli. E il momento di muoversi è questo, perché l’unica cosa che conterà veramente nei prossimi anni sarà il sindaco.