La recente attivazione di importanti e ambiziose strutture preposte allo sviluppo turistico del nostro territorio induce alcune riflessioni anche in rapporto con il turismo religioso locale. Analizzando le diverse accezioni che si danno al termine turismo religioso si può constatare come spesso si tenda a usare i termini pellegrinaggio e turismo religioso come sinonimi. Mentre il pellegrinaggio è una forma di pratica di fede che si svolge ai vari livelli nei santuari, nelle case del pellegrino, nelle abbazie, nei monasteri e nei conventi, per turismo religioso si deve intendere, invece, un’attività economico-sociale da organizzare e promuovere. «Il turismo religioso risponde a una richiesta che il mercato fa, trasformando per forza di cose in pellegrini i viaggiatori che visitano questo Paese colmo di bellezza e di religiosità». Questa affermazione di mons. Liberio Andreatta, amministratore delegato dell’Opera Romana Pellegrinaggi, risponde ad una domanda implicita ma rilevante anche per chi si occupa della tutela, fruizione e valorizzazione del tesoro di arte e documentazione ecclesiale nel nostro territorio. In termini più generali turisti viaggiano verso mete. Le mete sono luoghi con qualche forma di confine effettivo o percepito. Il più visibile beneficio portato a una comunità dal turismo è l’occupazione che si crea nelle strutture ricettive, in quelle di ristorazione, nelle attività commerciali e di trasporto. Un secondo vantaggio riguarda le industrie e le professioni di supporto. Il terzo beneficio del turismo è l’effetto moltiplicatore, come la spesa dei turisti che è riciclata attraverso l’economia locale. Il quarto vantaggio è l’entrata statale e locale derivata dalle tasse sul turismo. Il turismo porta anche un ulteriore beneficio: stimola le esportazioni di prodotti locali. Le mete che non riescono a mantenere intatto il patrimonio o che costruiscono infrastrutture inappropriate corrono rischi notevoli. I manager del turismo devono gestire i loro prodotti ed essere sicuri che durante la fase di crescita tutto venga predisposto per una infrastruttura che supporterà la domanda turistica futura. Soprattutto è importante che in territori come il nostro, caratterizzati specialmente in ambito ecclesiale da una capillare diffusione artistica anche in piccoli centri, si percepisca l’imprescindibile necessità che i soggetti vocati alla pro- mozione turistica siano dotati anche dello spessore e della passione culturale necessario ad evitare un’azione solo tecnicistica, fatalmente destinata a disseccarsi e isterilirsi.