Uno dei difetti della comunicazione locale è quello di alzare raramente lo sguardo oltre la notizia contingente, tentando di riannodare i singoli eventi in una sequenza logica e cronologica di più ampio respiro, in modo da comprendere meglio effetti, cause e rimedi. Per quanto riguarda la città di Imola, gli ultimi anni sono punteggiati da una serie di episodi che intaccano pesantemente il profilo della nostra comunità. Alcuni di essi possono apparire di minore rilievo rispetto ad altri, ma tutti contribuiscono ad accrescere il deficit identitario imolese. Società Territoriali di HERA. Nate per garantire il radicamento locale dell’azienda multiservizi sorta nel 2002 dalla fusione delle municipalizzate romagnole e bolognesi, erano presenti a Imola, Bologna, Modena, Forlì-Cesena, Rimini, Ferrara. Sono state soppresse nel 2012, avendo Hera deciso di organizzarsi non più per territori, ma per filiera di business (acqua, gas, elettricità, rifiuti). Tribunale. Alla fine del 2012 è soppressa la sezione distaccata a Imola del Tribunale di Bologna. Tutte le attività sono spostate a Bologna. Città metropolitana. Dall’1 gennaio 2015 Imola entra automaticamente nella Città metropolitana di Bologna, poiché il sindaco e il consiglio comunale non si avvalgono dei poteri di recesso loro assegnati dalla legge. Il sindaco Manca diviene vice sindaco della Città metropolitana. Si dimette da quella carica il 4 novembre dello stesso anno per dissidi politici con il sindaco metropolitano Merola, che ricopre tale carica come sindaco di Bologna, e quindi non è stato eletto dai cittadini imolesi. Ausl di Imola. Dal 2016 si avvia l’unificazione di fatto con l’Ausl di Bologna attraverso l’istituzione delle reti ospedaliere, cioè una riorganizzazione non più per territorio, ma per tipologia di servizio, preludio ad una fusione anche formale tra le due Ausl. Circondario di Imola. Il suo ruolo, depotenziato progressivamente in questi anni, è divenuto ancora più inconsistente dopo la costituzione della Città metro- politana. Certamente le cause di questi eventi sono diverse e in misura rilevante dipendono da decisioni adottate a livello nazionale o regionale, ma producono comunque lo stesso risultato: danneggiare e impoverire la nostra città. Non si tratta di arroccarsi in anacronistici campanilismi o sterili ripiegamenti sul passato, ma occorrono una spinta e uno slancio rinnovati, con il timone tenuto ben saldo in pugno.