14, Luglio, 2025

Al Cern a caccia delle particelle

Sarà Martino Dall’Osso (a destra nella foto), giovane ricercatore imolese, a raccontare al pubblico di Scienzae la sua esperienza al Cern di Ginevra, il più grande laboratorio internazionale di fisica delle particelle. Terrà il suo intervento nella sala della Bcc in via Emilia 210/A a Imola (ingresso libero) sabato 12 marzo con inizio alle 10.30. «Parlerò, appunto, di Cacciatori di particelle al Cern – racconta Martino Dall’Osso – cercando di spiegare l’attività e gli obiettivi del Cern, e l’esperienza dell’acceleratore di particelle Lhc, spento per circa tre anni e ripartito nel 2015 con un’energia di collisione più elevata, raggiungendo livelli altissimi nel centro di massa, l’energia più alta che si sia mai raggiunta a livello mondiale». Dall’Osso è reduce da oltre un anno di studi e ricerca al Cern, dove ha incentrato il suo impegno sull’analisi di dati raccolti dal Cms (Compact Muon Solenoid), uno dei quattro principali esperimenti all’interno dell’anello che è al Cern, con l’obiettivo di osservare eventuali fenomeni che possono avvenire nella collisione dei protoni ad alta energia: «Attualmente si cerca di rifare la misura della massa del bosone di Higgs in modo sempre più preciso. Una delle attività a cui mi sono dedicato in questi ultimi anni è stata la realizzazione di un nuovo detector a pixel di silicio per le rivelazioni di particelle». Laurea magistrale in fisica, fisica nucleare e subnucleare, 29 anni a breve, sposato da due, Martino dall’Osso dopo il liceo scientifico a Imola e l’università a Bologna, ha conseguito un dottorato di ricerca triennale all’università di Padova ed è in attesa di un assegno di ricerca che a Padova lo riporterà per due anni. Oltre all’esperienza al Cern (a Ginevra è stata con lui anche sua moglie, Sara), alle spalle ha anche un periodo al Paul Scherrer Institut di Villigen, sempre in Svizzera. L’amore per la fisica non gli ha impedito di dedicarsi allo sport, ha praticato atletica a livello agonistico con Atletica Imola (come mezzofondista) ed è tesserato per la squadra Imola Triathlon anche se, ammette, con il dottorato è stato molto impegnato e lo sport è passato un po’ in second’ordine. Attivo nella parrocchia di San Giacomo Maggiore del Carmine a Imola, dopo il matrimonio si è spostato in quella di Sant’Agata. Progetti per il futuro? «Mi piacerebbe rimanere in ambito accademico, in Italia. Le esperienze all’estero sono importanti, ma vorrei restare qui. Magari con qualche puntata a Ginevra visto che i collegamenti con il Cern continueranno. Intanto, conto sull’assegno di ricerca all’Università di Padova». Insomma, ecco qualcuno che non mira ad accrescere l’elenco dei… cervelli in fuga.

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