Per il Centro di formazione professionale don Leo Commissari si avvicina un traguardo importante: vent’anni di attività nel dare speranza e dignità alle persone tramite il lavoro. Dall’intuizione di don Leo Commissari e dell’equipe missionaria impegnata a São Bernardo di strada ne è stata fatta e molte cose sono cambiate. Abbiamo incontrato il gruppo di coordinamento che oggi gestisce questa realtà. Suor Daniela Bonello, delle Ancelle del Sacro Cuore di Gesù Agonizzante, è la responsabile dell’Associazione di Promozione Umana e Riscatto della cittadinanza don Leo Commissari e direttrice del Centro di formazione professionale. Ci presenta chi la affianca nel portare avanti l’opera. Suor Erlenir, giovane suora delle Ancelle del Sacro Cuore di Gesù Agonizzante, segue principalmente le attività di assistenza sociale e culturali, Mariella Tamburelli, italiana presente in Brasile dalla metà degli anni ’80, è la coordinatrice pedagogica del Centro e segue in particolare le attività di formazione professionale, Ailton Galdino de Almeida, brasiliano che grazie a don Leo e al Centro di formazione professionale ha avuto la possibilità di crescere fino a diventare professore universitario, è impegnato principalmente sul fronte della progettazione e dell’economia solidale. A completare il gruppo Claudecir, già da molti anni insieme al marito Moacir coinvolta nelle attività del Centro di formazione professionale, è la coordinatrice amministrativa. Suor Daniela ci informa subito che da pochi mesi l’Associazione don Leo Commissari è riuscita ad ottenere il riconoscimento come ente di assistenza sociale nello Stato brasiliano. «Dopo la crisi attraversata alcuni anni fa che ci ha costretto al licenziamento di quasi tutti i nostri collaboratori e alla sospensione di molte attività per quasi un anno, abbiamo dedicato moltissime energie sul fronte burocratico per ottenere tutti i riconoscimenti necessari per poter riprendere e proseguire la nostra opera. Nel tempo, infatti, siamo cresciuti ma quando dall’Italia il sostegno è cambiato noi non eravamo pronti per poter cogliere tutte le opportunità presenti sul fronte brasiliano. In questo momento, infatti, anche se la crisi da due anni pesa enormemente sul Brasile, ci sono i fondi per l’attività di formazione professionale, per le attività educative con i bambini e quelle culturali, ma per potervi accedere bisogna essere riconosciuti dallo Stato. Così, grazie alla nostra lunga storia di impegno a favore delle persone più deboli e emarginate, di corsi gratuiti per la formazione professionale e il nostro impegno sul fronte della regolarizzazione di tutti gli aspetti della nostra attività, siamo riusciti ad ottenere il riconoscimento di ente di assistenza sociale. Ma attenzione, è un riconoscimento da rinnovare di anno in anno! Questo riconoscimento ci assicura benefici fiscali che hanno un impatto decisamente positivo sulla gestione economica dell’ente e, come già detto, la possibilità di accedere a fondi pubblici. Oggi nel Centro abbiamo 36 dipendenti e collaboratori, 22 volontari, svolgiamo attività che hanno coinvolto solo nel 2015 oltre 2mila persone, nell’ambito della formazione professionale, dell’educazione infantile, dell’assistenza sociale, delle attività culturali e nell’ambito dell’Economia Solidale». Suor Erlenir puntualizza: «Una delle condizioni per mantenere questo riconoscimento di ente di assistenza sociale è lo svolgimento di attività gratuite a favore di soggetti a rischio, iniziative che non possono sostenersi con contributi pubblici. Da diverso tempo portiamo avanti attività per minori a rischio e per le donne in difficoltà. Abbiamo avviato nel Centro di formazione professionale varie attività, coordinate da un’assistente sociale: incontriamo i ragazzi, li coinvolgiamo in corsi di capoeira, chitarra, informatica, e in attività specifiche per far fronte al loro disagio. Incontriamo poi le famiglie e portiamo avanti altre azioni nel territorio. Molto in Brasile è stato fatto sul fronte dell’educazione infantile: il nostro asilo, ad esempio, accoglie gratuitamente 85 bambini e opera in convenzione con il Comune. Oggi il rischio maggiore lo corrono bambini e adolescenti privi di educazione e di figure di riferimento, spesso trascurati, facile preda – in un territorio come quello in cui operiamo – dei trafficanti di droga, della microcriminalità e dello sfruttamento della prostituzione minorile. Oltre a questo, c’è l’impegno a favore delle donne: abbiamo avviato dei gruppi per donne che soffrono di depressione, gruppi che si riuniscono per svolgere attività di artigianato ma anche per un mutuo sostegno. Il tutto è possibile per la presenza di volontari. I fondi che arrivano dall’Italia ci aiutano molto su questo fronte. In questo ambito sono oltre 250 i ragazzi e le donne seguite direttamente nel Centro e 900 le famiglie coinvolte nel territorio». Mariella fa il punto sulla formazione professionale: «Ancora oggi è la nostra attività principale, lì impieghiamo il 75% delle nostre risorse. Le attività sono possibili grazie alla convenzione in essere con l’assessorato all’Educazione del Comune di São Bernardo. Quest’anno, come nel 2015, saranno più di mille le persone che otterranno una qualificazione professionale grazie ai corsi che abbiamo organizzato. Ma noi non siamo solo organizzatori di corsi: le persone che frequentano questo centro sono accompagnate anche nella ricerca del lavoro e nell’avviamento di una attività. E qui non possiamo non parlare dell’impegno nell’ambito dell’economia solidale. Accompagniamo al momento due gruppi nell’incubatrice di imprese: una cooperativa che produce sapone dall’olio di frittura usato e una cooperativa di falegnami che hanno frequentato i nostri corsi e che producono mobili. Poi c’è l’accompagnamento che assicuriamo a microimprese nate dopo la partecipazione ai nostri corsi. Un’altra attività in questo ambito è quella finanziaria con il Banco Comunitario, la concessione di microcrediti e l’emissione di una moneta sociale che favorisca le relazioni e gli scambi nel territorio. Il nostro accompagnamento ci permette di monitorare il territorio da vicino: nel processo di urbanizzazione della favela dell’Oleoduto, molti abitanti, una volta trasferiti nei condomini popolari, avevano perso la possibilità di continuare le attività commerciali che erano abituati a svolgere nei loro baracchi. Abbiamo fatto presente questo problema al Comune e negli ultimi condomini realizzati ci sono spazi anche per le attività commerciali. Forse non è solo merito nostro, ma cerchiamo di dare un contributo anche in questo modo». Riprende suor Daniela: «L’Associazione sta mettendo in campo tutte le iniziative possibili per autosostenersi: il bazar solidale che favorisce il riuso di abiti usati o fallati a favore delle persone del territorio che non potrebbero permettersi particolari acquisti; la gelateria che abbiamo recentemente inaugurato, il coinvolgimento di volontari. L’aiuto economico dall’Italia, dai Comuni, dalla Diocesi, dal Comitato São Bernardo, dalle imprese e cooperative imolesi rimane comunque essenziale per portare avanti quest’opera. Ma importante è per noi anche il sostegno, l’aiuto a mantenere i rapporti istituzionali come quelli con il Comune di Imola, il Comitato e la Regione Emilia Romagna che hanno permesso che il professor Patrizio Bianchi, assessore al coordinamento delle politiche europee allo sviluppo, scuola, formazione professionale, università, ricerca e lavoro della Regione Emilia Romagna in visita a São Bernardo per collaborare con il Comune brasiliano nello sviluppo di un polo tecnologico, venisse a visitare il nostro Centro e la nostra Incubatrice. Essere riconosciuti nel territorio mantiene per noi le porte aperte per continuare la nostra attività per lo sviluppo solidale del territorio».