10, Luglio, 2025

Vergogna di sé

Il Tar Emilia Romagna che impedisce una benedizione pasquale a scuola in orario extrascolastico per i soli studenti che la richiedono, il sindaco di Casalecchio che rifiuta la croce all’ingresso del cimitero comunale, il consiglio regionale dell’Emilia Romagna che rifiuta la croce all’interno dell’aula consiliare, i ripetuti rifiuti del presepe all’interno delle scuole statali sono tutti episodi riconducibili da parte dei loro sostenitori ad una motivazione formale: una società plurale, che ha al suo interno diverse fedi e sensibilità religiose, non può privilegiarne una, seppure maggioritaria, perché rischierebbe di offendere o discriminare le altre. Una affermazione solo in apparenza logica, che rivela la sua inconsistenza quando si apprende che ad esempio le comunità musulmane non muovono alcuna obiezione alla presenza del presepe nelle scuole e delle croci nei cimiteri. Anzi si scandalizzano che le obiezioni vengano proprio da chi ha in quei simboli le sue radici e la sua cultura. Figuratevi se in un paese musulmano in cui sono presenti anche fedeli di altre religioni o atei qualcuno osasse rimuovere la mezzaluna o altri simboli da luoghi pubblici per questi motivi. Ma anche l’idea di non porre in evidenza alcun simbolo religioso nei cimiteri non è neutra e imparziale, rispecchiando la visione ideologica di chi vuole la religione confinata nell’intimo delle coscienze, senza rilievo pubblico. E non si creda che questi temi siano astratti o non ci riguardino. Quando nel 1996 si è inaugurata la nuova ala del cimitero la richiesta di collocare una croce all’ingresso è stata respinta con analoghe motivazioni. Basta sfogliare i giornali dell’epoca. La radice di questo approccio è semplice: uno degli obiettivi prioritari del partito comunista in Italia nei decenni passati è stato quello di scalzare il radicamento ecclesiale e religioso della popolazione. Con ogni mezzo si è quindi cercato di raggiungere questo scopo, soprattutto in ambito culturale e sociale, negando l’attendibilità, la razionalità e il realismo della fede e cultura cristiane, trovando invero spesso assai deboli resistenze. Se la fede, la storia, la cultura e l’arte cristiana (quale fede religiosa ha mai prodotto una così strepitosa e sterminata quantità di bellezza?) e precristiana di cui siamo profondamente imbevuti sono qualcosa di alieno da noi, di cui ci si deve vergognare o a cui comunque non si deve dare pubblico rilievo, allora tutte le scelte sopra ricordate diventano comprensibili, anche se non giustificabili, fino al ridicolo nascondimento delle sculture antiche in Campidoglio. Alcuni funzionari del Louvre, commentando l’episodio, riferivano che non si sarebbero mai sognati di nascondere i loro capolavori per non offendere sensibilità di ospiti; al massimo si può prevedere un tragitto alternativo, perché per loro il patrimonio culturale posseduto è motivo di vanto, non di vergogna. Appunto.

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