10, Luglio, 2025

Messaggio di Quaresima

Quello che propongo ai lettori per l’inizio della Quaresima non è tanto uno spunto di riflessione, quanto un invito accorato e un appello esigente, sintonizzato con il Giubileo della Misericordia. È per tutti, non soltanto per i credenti; infatti verte essenzialmente sulla percezione della realtà. Il Giubileo può apparire un grande festival cristiano, un’esibizione della devozione ai santi, condita di prediche sulle opere di misericordia, sull’amore del prossimo bisognoso. Invece è una straordinaria occasione di ravvedimento, che comincia con la discesa nell’abisso della malvagità e ipocrisia umana. Credenti o meno, siamo coinvolti in drammi di cui stentiamo a prendere coscienza, sui quali facciamo fatica ad esprimere valutazioni adeguate alla loro gravità, e che poi ci lasciano in balia del senso di impotenza o di pessimismo. La desolata constatazione del poeta latino di duemila anni fa – «Vedo il bene e lo apprezzo, ma poi seguo la via del male» – costituisce l’approdo di qualunque onesto esame di coscienza personale e collettivo. Pensiamo al dramma dei profughi dal Medio Oriente e da vari Paesi africani; ma pensiamo anche al cinismo dei potentati finanziari. Alla presa di coscienza segue un annuncio che, per quanto artefatto o retorico possa suonare, è destinato ad inquietare e affascinare: Dio ha preso l’iniziativa e ci viene incontro. Proprio quel Dio che abbiamo messo da parte, misconosciuto; quel Dio che noi cattolici molte volte onoriamo con le labbra ma non con la vita, intruppandoci con i cosiddetti benpensanti che ritengono di avere propugnato la libertà e la dignità del genere umano quando hanno piegato le istituzioni ai loro voleri egoistici, facendo evaporare l’idea stessa di bene comune e di centralità della famiglia. Incontriamo Dio nei poveri, come ci va ripetendo con ardita eloquenza di gesti e linguaggio Francesco, vescovo di Roma. Lo incontriamo proprio in coloro che ci infastidiscono: non tanto nei mendicanti insistenti, quanto nei parenti, amici, colleghi caduti nella malattia, nella disoccupazione o nei debiti. La situazione però non è statica né irreversibile: la Quaresima, specialmente in questo anno giubilare, è il tempo favorevole per muovere le acque. È un itinerario liturgico con riflessi morali e impegni sociali che giungono a muovere anche considerevoli quantità di denaro. Come itinerario liturgico, non va sottovalutato perché porta a maturazione il cammino di quanti si sono avvicinati da adulti alla fede e riceveranno il battesimo nelle prossime solennità pasquali. Come itinerario di ravvedimento morale, la sua importanza è sottolineata dal prossimo invio dei “missionari della misericordia” che affiancheranno le persone gravate da particolari problemi di coscienza. Infine, come itinerario di opere darà nuovo impulso alle mille iniziative di carattere sociale promosse nell’ambito della Chiesa o in sintonia con essa. Non lasciar passare invano il tempo della Quaresima di quest’anno giubilare, non privarsi della gioia della Pasqua, è l’imperativo che avverto nel mio intimo e che con passione trasmetto a tutti i miei concittadini.

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