Si sono svolte questa mattina (20 gennaio) nella cattedrale di San Cassiano le esequie di monsignor Tarcisio Foresti, arciprete emerito di Tossignano scomparso lo scorso 16 gennaio. Insieme al vescovo di Imola erano presenti anche il vescovo di Carpi monsignor Francesco Cavina, originario della nostra diocesi, e l’arcivescovo emerito di Siena monsignor Gaetano Bonicelli che, come monsignor Tarcisio Foresti, è originario del bergamasco. Erano presenti anche i sindaci di Borgo Tossignano, Clorinda Alessia Mortero, e di Fontanelice, Athos Ponti.
Riportiamo l’omelia del vescovo monsignor Tommaso Ghirelli e, di seguito, il testamento spirituale di monsignor Foresti che è stato distribuito all’uscita della chiesa.
L’OMELIA DI MONSIGNOR GHIRELLI
«Il nostro caro don Tarcisio ha espresso alcuni desideri, riguardo alla presente celebrazione, che è bene rendere noti: anzitutto circa il luogo: la cattedrale, dove si trovano le tombe dei santi protettori di questa Chiesa locale, anche come suo ultimo saluto agli amati vescovi Paolino Tribbioli, Benigno Carrara e Luigi Dardani.
In secondo luogo, il tono pasquale, gioioso, festivo del rito. In terzo luogo la richiesta ai cari confratelli di celebrare una santa messa in suo suffragio, come lui ha sempre fatto per quanti ha conosciuto e la raccomandazione di continuare o riprendere a frequentare, accompagnandola con la preghiera e le offerte, la Villa Santa Maria di Tossignano – “Domine, dilexi decorem domus tuae”, egli dichiara. Ed è per noi, presbiterio imolese, una consegna del nostro amico che nel testamento si professa “Debitore verso tutti, riconoscente verso tutti, unito a tutti da grande nostalgia e… tenerezza”, per cui dice a tutti “Arrivederci!”.
Don Tarcisio ha scongiurato che si evitino discorsi su di lui “perché – ha lasciato scritto – correreste il rischio certo di andare fuori tema. «Tu non pensi secondo Dio, ma secondo gli uomini» (Gesù a Pietro: Mt 16,23)”. Applicheremo quindi le letture bibliche non a lui in particolare, ma al prete in generale.
Il pensiero va ai sacerdoti anziani: non si sentano in sovrappiù né messi da parte; vivano la loro condizione gioiosamente, soffrendo per il Vangelo, trattenendosi a lungo davanti al tabernacolo, disponibili all’ascolto delle persone. Più di tutti vivano la paternità, condividendola con il vescovo, che rendono presente. Con questo atteggiamento, facciano percepire che “Se siamo infedeli, lui (il Signore) rimane fedele, perché non può rinnegare se stesso”. Dicendo questo, so di interpretare il sentire della nostra gente – anche di quanti si dicono non credenti: la gente vuol bene ai preti, non li dimentica, non li isola – a meno che essi stessi vogliano isolarsi, occupandosi di se stessi più che di Dio.
Se il prete tende verso Dio, trascina inevitabilmente la comunità dietro di sé. Egli ha un proprio testo di preghiera, formulato da Gesù stesso, al quale ispirarsi: è la cosiddetta preghiera sacerdotale, (del Vangelo secondo Giovanni), nella quale si fa responsabile di tutti, diventando audace nella domanda: “Padre, voglio che anche quelli che mi hai dato siano con me dove sono io, perché contemplino la mia gloria, quella che mi hai dato, poiché tu mi hai amato prima della creazione del mondo”.
Il prete sa di essere debitore verso tutti; pregando per tutti, diventa missionario e si interessa della Chiesa in via di insediamento anche nelle zone e nelle situazioni più lontane o più compromesse. La sua preghiera spontaneamente si trasforma in un impegno: “Io ho fatto conoscere loro il tuo nome e lo farò conoscere, perché l’amore con il quale mi hai amato sia in essi e io in loro”.
Come non sentirci tutti in sintonia con Gesù, tra noi, e quindi con don Tarcisio, mentre riascoltiamo queste parole? Come non pensare che saremo esauditi, anzi che siamo già esauditi, insieme a lui?
E ora, lasciate che noi della diocesi di Imola diciamo alla diocesi di Bergamo, qui rappresentata da un suo figlio illustre, monsignor Gaetano Bonicelli, arcivescovo emerito di Siena e coetaneo di don Tarcisio, come pure alla corona dei suoi parenti ed estimatori, tutta la gratitudine per averci dato un sacerdote così amabile, così esemplare. È giusto, è bello che insieme ci congediamo da lui sulla terra per ritrovarci un giorno di nuovo insieme con lui in paradiso».
IL TESTAMENTO SPIRITUALE DI MONSIGNOR TARCISIO FORESTI
Tossignano: Pasqua 2015
Carissimi fratelli e sorelle,
permettetemi subito una mia richiesta: in occasione del mio funerale non fate discorsi o scritti, perché correreste il rischio certo di andare fuori tema. “Tu non pensi secondo Dio, ma secondo gli uomini” (Gesù a Pietro. Mt 16,23).
Ma piuttosto preghiera e carità!
Ringrazio il Signore che, oltre tutto il resto, mi ha regalato una vecchiaia d’oro: in buone condizioni di testa e di salute. Ringrazio pure Mons Tommaso e don Ottorino perché, oltre il resto, il loro intervento mi ha permesso di avere a mia disposizione tanto tempo da investire.
Le lunghe soste col mio Signore, mi hanno cambiato la vita! Gesù, morto e risorto, veramente vivo e presente nell’Eucarestia, è una scuola di vita straordinaria, unica.
Il suo silenzio, la sua umiltà, il suo annientamento, la sua grandezza divina, tutta la sua avventura terrena – meditata attraverso i venti misteri del Rosario – la sua pazienza, la sua disponibilità, giorno e notte, la sua presenza in tutte le parti del mondo, il rischio, certo e previsto, di venire dimenticato, trascurato, maltrattato, ma soprattutto il suo Amore, che cerca amore!
Questo e tanto altro ancora mi ha letteralmente rovesciato la vita. Con questo viene cambiata la mia visione e il mio pensiero sul mondo, sulla storia, sulla Chiesa e particolarmente sulla mia vita: mi sono crollate tutte le mie difese, i miei progetti, i miei sogni ed anche le mie paure. Così mi scopro sempre più piccolo, fragile, povero, peccatore, e insufficiente per ciò che si riferisce alla mia responsabilità di sacerdote.
Tuttavia questa realtà negativa non mi angoscia, ma fa crescere in me la presenza misteriosa di un Dio che credevo di conoscere ma che ora lo sento più vero, più vicino: è una presenza che continuamente mi interpella e mi affascina.
Perciò chiedo a tutti voi che mi avete conosciuto e voluto bene, più comprensione e più compassione!
Mi sento debitore e riconoscente con tutti, chiedo perdono a tutti e per tutti il mio affettuoso “grazie” per la simpatia e l’amicizia con le quali mi avete accolto e accompagnato.
E infine… il saluto e l’abbraccio!
Mi sento stimolato a dire a tutti: stiamo ancora uniti, insieme, cerchiamoci ancora, nei momenti belli e in quelli difficili, così la nostra amicizia continuerà.
“Signore, mio Dio e mio Abbà
vengo a te definitivamente. Sono sereno, quasi contento,
perché so di essere accolto e atteso dal tuo sconfinato Amore”
Amen. Alleluia!
“Maria, madre della Chiesa e madre mia,
mostrami, dopo questo esilio, Gesù, il frutto benedetto del tuo seno
o clemente, o pia, o dolce Vergine Maria”.
Don Tarcisio
NB: Un pensiero e una preghiera per:
- Villa Santa Maria-Villa Immacolata
- Il progetto missionario delle chiese sorelle: Imola- S.Andrè
- I parrocchiani di Tossignano e i tanti ragazzi e amici sparsi un po’ ovunque
- Bergamo-Arcene con tutti i parenti che mi sono sempre stati vicini