10, Luglio, 2025

Tutto (non) è relativo

L’affermazione, che è ormai divenuta un luogo comune nelle discussioni di qualsivoglia natura e nei rapporti interpersonali, sociali e politici, viene da molti ritenuta corroborata dalla teoria della relatività di Albert Einstein, di cui si è celebrato da poco il centenario. Tutti sanno che i sensi possono ingannarci. Quando osserviamo una lunga strada diritta, per esempio, abbiamo l’impressione che si restringa in lontananza, ma non ci sogniamo affatto di confondere questa sensazione con la realtà. La relatività fa la stessa operazione: scarta tutto ciò che dipende dal punto di vista, e conserva ciò che resta costante in qualunque condizione. In realtà quindi la teoria della relatività non afferma che tutti i punti di vista sono equivalenti e quindi paritetici, ma esattamente l’opposto. Se è vero che un evento viene descritto in modo diverso da osservatori diversi e che i criteri di misura dipendono dai sistemi di riferimento, tuttavia le leggi fisiche che governano l’evento descritto sono universali e assolute per tutti, secondo la lucida percezione del fisico tedesco. Un luogo comune altrettanto erroneo è quello di confondere relatività e relativismo, inteso come assunto di pensiero secondo cui non esistono conoscenze oggettivamente valide. La Teoria della Relatività non è una teoria della conoscenza, ma una teoria scientifica. Einstein ipotizza che non esiste un “moto” assoluto, così come non esistono un “tempo” e uno “spazio” assoluti, ovvero, questi concetti sono “relativi”. Da qui a sostenere che tutti i concetti siano relativi, però, c’è un salto logico inaccettabile. Inoltre, si potrebbe anche essere d’accordo sul fatto che tutte le verità umane siano relative, ma questo ancora non significherebbe negare l’esistenza di principi sempre veri. Sicuramente, Einstein non ha mai voluto sostenerlo. Einstein intendeva dire che la matematica ha dei limiti nel descrivere la realtà, e da ciò deriva per gli scienziati la difficoltà di formalizzare ragionamenti che siano non solo validi, perché coerenti al loro interno, ma anche in grado di rendere conto dei fenomeni conosciuti. Einstein era convinto che esistessero principi sempre veri. Il compito degli scienziati è cercare di esprimerli attraverso leggi non dogmatiche, da ricercare e verificare sulla base delle mutevoli conoscenze. Inoltre, Einstein riteneva che fosse possibile unificare tutte le forze della natura in un solo principio, e a questo fine si è indirizzata la maggior parte delle sue ricerche, dalla Relatività Generale alla Teoria dei Campi Unificati.

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