Più passano gli anni, più aumenta per la Chiesa l’importanza della Giornata delle Comunicazioni Sociali. Con il progresso dei sistemi digitali, si moltiplicano il numero e la frequenza dei messaggi, ma anche la confusione e quindi il bisogno di orientarsi, di separare la buona dalla cattiva comunicazione, la verità dalla menzogna. Non mancano infatti coloro che cercano di manipolare le informazioni per una visione riduttiva e unilaterale della comunicazione, per interessi di parte, per conquistare o conservare il potere. La libertà dei cittadini è minacciata seriamente, anche nei Paesi di grande tradizione democratica, quindi non è concesso a nessuno di restare passivo, né tanto meno di rinchiudersi nella sfera privata. Quanti, a cominciare dai responsabili dell’Ufficio diocesano per le comunicazioni sociali, si impegnano per migliorare la qualità della comunicazione sono da collocare tra i nuovi benefattori dell’umanità. Personalmente sono molto grato a ciascuno di loro, in modo speciale ai volontari. La loro non è passione per le tecniche, per i mezzi di comunicazione, ma per il messaggio, anche se, come recita il famoso adagio di Mac Luhan, il mezzo è – tendenzialmente! – il messaggio. Chi non possiede la padronanza del mezzo di comunicazione si trova impedito a trasmettere qualunque messaggio completo, compreso quello del Vangelo. Si può quindi comprendere la difficoltà di una popolazione sempre più anziana, come la nostra, a fare buon uso della comunicazione. Per questo motivo, c’è bisogno dei giovani: di giovani che affianchino gli adulti e gli anziani con pari dignità e adeguati riconoscimenti, superando la reciproca insofferenza e diffidenza. Sono convinto infatti che le nostre comunità non vogliono bene veramente ai giovani, li emarginano e li viziano. Senza adeguata comunicazione non c’è evangelizzazione, la Chiesa non svolge la propria missione. Che peccato far sembrare vecchio e superato il Vangelo, che contiene la genuina novità, quella parola di speranza della quale la società ha estremo bisogno! È quindi una vera missione occuparsi delle comunicazioni sociali, sia usando la carta stampata, sia usando i supporti digitali, una missione da compiere con docilità allo Spirito Santo, in atteggiamento di preghiera, senza fare il verso a chi invece si fa guidare dagli interessi terreni. Il mio appello è rivolto a tutti i cristiani e a tutti gli uomini di buona volontà della diocesi di Imola: dare più importanza alle varie forme della comunicazione sociale.