Sofia Spuri Zampetti è imolese, ha 23 anni e una laurea triennale in lingue straniere conseguita a Modena. Nel 2012 è stata in Erasmus in Germania ad Augsburg e nel prossimo mese di marzo andrà a Colonia, di nuovo in Erasmus, per preparare la tesi di laurea della specialistica: «Ora sono iscritta all’università di Bologna. Il tedesco è la mia lingua preferita – ci scrive – quindi ho scelto di nuovo la Germania, anche perché voglio scrivere in tedesco la mia tesi». Dopo la laurea triennale a Modena, Sofia decise di intraprendere un’esperienza missionaria svolgendo per un mese attività di volontariato ad Atambua, in Indonesia: «Casualmente, in estate, durante una cena di raccolta fondi a Palazzuolo sul Senio, ero venuta a conoscenza della presenza in Indonesia della missione delle Suore Francescane Ancelle di Maria e mi sono subito interessata. Prima di partire ho seguito un percorso di preparazione insieme ai ragazzi del gruppo Mese di Faenza. È stato molto utile per me poiché, dal momento che ho preso d’istinto la decisione di partire, seguirlo e ascoltare le testimonianze di altri ragazzi mi ha resa più consapevole e ancor più motivata a partire. Dopo quasi un anno di attesa, finalmente il 14 marzo scorso ero in volo, diretta ad Atambua, sull’isola di Timor Ovest, dove le suore francescane vivono in una casa affidata loro dal vescovo diocesano e dove ho svolto per un mese diverse attività, insegnamento di inglese e tedesco ai ragazzi della scuola superiore cattolica, a volte da sola e altre affiancando un’insegnante, intrattenimento dei bimbi del catechismo con giochi e canzoni, aiuto alle ragazze dei collegi a pulire, lavare, ecc. Ho dato lezioni di italiano alle suore indonesiane, e il sabato pomeriggio, quando la comunità delle suore accoglie per il catechismo i bambini di Atambua e i figli dei profughi di Timor Leste (la parte indipendente dell’isola, più povera, fino a pochi anni fa in guerra contro l’Indonesia), ballavamo e cantavamo con loro. Mi inventavo dei giochi, tipo Uno, due, tre… stella! che in Bahasa Indonesia, la lingua ufficiale del Paese, sarebbe Satu, dua, tiga… Bintang! Ero l’unica europea da quelle parti e tutti mi guardavano incuriositi, ma rispettosi: mi correvano incontro, mi salutavano. Inizialmente non è stato semplice per me adattarmi al clima caldissimo e umido dell’Indonesia (soprattutto perchè non esisteva la doccia!) e mangiare riso a colazione, pranzo e cena. Poi, superate le difficoltà iniziali, ho potuto assaporare appieno questa meravigliosa esperienza che porterò sempre con me. Ho incontrato persone fantastiche che, anche vivendo in case di paglia e tronchi di banano, hanno sempre il sorriso stampato sul volto. Ho potuto conoscere lo spirito di accoglienza degli indonesiani, la loro umiltà e gioia di vivere. Ciò che mi ha colpito in particolare è stato vedere l’armonia e la pace in cui convivono le diverse religioni: musulmani, cattolici, protestanti, induisti e buddhisti vivono insieme nella stessa città, vanno a scuola insieme, festeggiano insieme le diverse ricorrenze religiose. Basti dire che la cattedrale cattolica è stata costruita da operai musulmani. L’organizzazione della giornata ed i tempi sono molto diversi da quelli a cui siamo abitati, là molto è lasciato all’improvvisazione, non si seguono ritmi e orari precisi. La santa messa al mattino presto, la preghiera che scandisce la giornata. Alle sei e mezza si è già a scuola. Al termine delle lezioni a volte uscivo, mi accompagnava a visitare i dintorni una ragazza di Atambua, Charisty, che ora sta cercando di risparmiare per poter venire magari il prossimo anno in Italia a trovarmi: è il suo sogno. Nonostante la povertà, sull’isola si nota una ricchezza spirituale che non ha eguali. Ho vissuto un’esperienza che apre gli occhi, la mente e il cuore. Il mio impegno è continuato anche dall’Italia, grazie all’associazione Grains of Light, con la quale collaboro a sostegno della missione. C’è ancora tanto da fare!». Sofia ci racconta che la missione ha due collegi che ospitano circa 150 ragazze, dando loro la possibilità di frequentare le scuole superiori: le suore svolgono il loro compito educativo nei confronti delle giovani, dai 13 ai 17 anni, provenienti dai villaggi lontani, offrendo loro un cammino di crescita non solo intellettuale, ma anche umano e cristiano. «Ora seguo il progetto Un Letto Per Ogni Ragazza che l’associazione Grains of Light sta promuovendo, è un modo per aiutare il prossimo e la missione anche senza spostarsi. Il sito dell’organizzazione con cui collaboro, che si occupa di raccogliere fondi per la missione, si trova all’indirizzo http://www.grainsoflight.it, quello della congregazione delle suore Francescane Ancelle di Maria è invece qui: http://www.francescaneancelledimaria.com/it».