9, Luglio, 2025

IL TRIANGOLO NO

Uno dei temi che più incendia il dibattito sui temi delle unioni civili e matrimoni omosessuali è quello dell’adozione dei figli biologici di uno dei due membri della coppia da parte dell’altro, nato da una precedente unione eterosessuale, oppure concepito con fecondazione eterologa tramite una donatrice o un donatore. Chi sostiene l’equiparazione totale delle unioni omosessuali al matrimonio eterosessuale propugna con forza il diritto di entrambi i componenti della coppia ad avere la piena potestà genitoriale sui figli di uno o una di loro, come avviene in ogni matrimonio. Vengono presentate statistiche, studi di psicologia ed altri dati per sostenere che i figli di uno solo dei membri di una coppia omosessuale crescono senza alcun tipo di inibizione, complesso o limite rispetto ai figli di coppie eterosessuali. Molti altri studi specialistici sostengono il contrario, ma il punto principale della questione è un altro. Nessun bambino può essere biologicamente figlio di due uomini o due donne. Ricorrendo all’inseminazione artificiale si coinvolge il patrimonio genetico di una terza persona (maschio o femmina) con tutto il suo portato fisico, antropologico e psichico, che poi verrà estromesso dalla vita del bambino, privandolo così di una parte di sé stesso, della sua storia e delle sue radici. In questo modo si cambia la realtà, perché un figlio non è mai stato un diritto, ma un dono. Oggi la tecnica permette ciò che prima era impossibile. Perciò se un figlio è un diritto nessuno può impedire di esercitarlo e perciò tutto è, di fatto, permesso: farselo fare, comprarlo, selezionarlo, scartarlo se non è secondo le aspettative. È progresso, è modernità, è un passo avanti per l’umanità? Sostenere questi argomenti da parte della Chiesa Cattolica può essere scambiato per omofobia? La risposta negativa a questa domanda è contenuta in queste parole: «Va deplorato con fermezza che le persone omosessuali siano state e siano ancora oggetto di espressioni malevole e di azioni violente. Simili comportamenti meritano la condanna dei pastori della Chiesa, ovunque si verifichino. Essi rivelano una mancanza di rispetto per gli altri, lesiva dei principi elementari su cui si basa una sana convivenza civile. La dignità propria di ogni persona dev’essere sempre rispettata nelle parole, nelle azioni e nelle legislazioni. (Congregazione per la Dottrina della Fede, Lettera ai vescovi della Chiesa cattolica per la cura pastorale delle persone omosessuali, 1986, a firma dell’allora cardinale Joseph Ratzinger).

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