Prescrizioni più precise, aperture nei fine settimana, pagamento del ticket a chi non si presenta senza aver disdetto l’appuntamento. Sono solo alcune delle misure messe a punto dall’Ausl Romagna per ridimensionare l’annoso problema delle liste d’attesa. Lo fa seguendo le direttive contenute in un piano presentato dalla Regione che mira ad aggredire il problema intervenendo sulla globalità degli aspetti che concorrono a determinarlo. In questo contesto l’Ausl Romagna, come da indicazioni contenute nella delibera regionale 1735/2014, aveva già adottato importanti misure che hanno fatto registrare un forte miglioramento dei tempi d’attesa, nell’ultimo anno, come emerge anche dal confronto tra la rilevazione del luglio 2014 e quella del luglio 2015. Ora sulla base delle indicazioni specifiche contenute nella nuova delibera regionale, svilupperà gli ulteriori passaggi sotto descritti. Tutto il percorso relativo alle misure per contenere i tempi d’attesa, presentato venerdì 31 luglio dal direttore generale Marcello Tonelli e dal direttore sanitario Giorgio Guerra (nella foto), sarà oggetto di confronto con le organizzazioni sindacali.
Un responsabile unitario
Nell’Ausl Romagna è già attiva, una “cabina di regia” multidisciplinare per assicurare il monitoraggio continuo delle misure adottate per migliorare l’accessibilità alle prestazioni ambulatoriali e fornire altre utili informazioni sulle prestazioni, quali l’offerta a Cup. In ottemperanza alle ultime linee guida, entro poche settimane, sarà nominato un responsabile unico.
Un nuovo “cervellone”
Lo strumento è gia operativo in via sperimentale ed entro settembre sarà attivo su tutti gli ambiti territoriali dell’azienda. Il sistema sarà in grado di monitorare le attese in tempo reale e di fornire altri utili indicatori sulle prestazioni: tali informazioni “in diretta” saranno fondamentali per rispondere in tempi rapidissimi ad eventuali criticità che si possano creare in un determinato ambito.
Appropriatezza
Anche da questo punto di vista per verificare l’appropriatezza prescrittiva è in corso d’acquisizione un ulteriore applicativo informatico: si tratta di un motore semantico in grado di confrontare i quesiti diagnostici presenti nelle prescrizioni con le prestazioni ivi richieste, e quindi di valutarne l’appropriatezza. L’applicativo è anche in grado di verificare la coerenza della priorità al quesito diagnostico.
Chi non si presenta paga
Sempre come previsto dalla Regione, in tempi molto rapidi saranno unificati i numeri per la prenotazione telefonica delle prestazioni e sarà ulteriormente implementato il Cupweb, cioè la possibilità, già prevista, di prenotare le prestazioni attraverso il proprio computer di casa. Per quanto attiene, più precisamente, alle prenotazioni telefoniche, saranno disponibili, a livello di Ausl Romagna, un numero unico per la prenotazione delle prestazioni con il Ssn (Servizio sanitario nazionale) ed un numero unico per la prenotazione di quelle in libera professione. Duplice anche la modalità per affrontare, e cercare di limitare, i cosiddetti abbandoni, cioè i casi in cui il paziente prenota una prestazione (visita o esame) e poi non si reca all’appuntamento, senza preoccuparsi di disdire. In Romagna questo fenomeno riguarda circa l’11% per cento delle prestazioni. In attesa delle necessarie disposizioni annunciate dalla Regione per praticare, nei confronti degli utenti che non si presentano senza disdire, il recupero del ticket, saranno sviluppate e omogeneizzate a livello aziendale, le modalità di recall degli utenti: chi ha prenotato riceverà un sms (al cellulare) o una telefonata preregistrata (qualora abbia lasciato un recapito di telefono fisso) coi quali gli sarà ricordato l’appuntamento e gli sarà data la possibilità di disdire, rispondendo all’sms o nel corso della telefonata. Resta inteso che l’obiettivo dell’azienda, così come della Regione, non è certo quello di “fare cassa” con i ticket delle prestazioni “abbandonate”, bensì quello di sensibilizzare i cittadini a disdire l’appuntamento affinche sia possibile recuperare tali prestazioni per riassegnarle ad altri pazienti che ne abbiano reale bisogno, con evidente miglioramento dei tempi d’attesa.
Visite anche nei festivi
Per ridurre le liste d’attesa sono previste anche visite durante il sabato e la domenica. Negli ospedali di Lugo e Ravenna si potrà fare la Tac il sabato dalle 8 alle 14, mentre in quello di Faenza il sabato dalle 8 alle 20. Per la risonanza magnetica a Lugo le aperture ci sono il sabato dalle 8 alle 20 e domenica dalle 8 alle 14 per due domeniche al mese. A Ravenna di sabato dalle 8 alle e di domenica dalle 8 alle 14 e dalle 14 alle 20. A Faenza, infine, le risonanze nel fine settimana si possono effettuare di sabato dalle 8 alle 20 e di domenica dalle 8 alle 14. Tali aperture possono subire variazioni durante il mese di agosto e possono essere rimodulate a seconda delle necessità legate ai tempi d’attesa
Più capacità produttiva
Anche sul fronte dell’incremento della produzione di prestazioni l’azienda si era già attivata prevedendo l’assunzione, la maggior parte delle quali già effettuate, le altre in corso, di 20 professionisti nelle discipline in cui i tempi d’attesa sono più in sofferenza (aspetto sul quale la Regione ha peraltro previsto un finanziamento ad hoc) e a predisporre aperture di servizi anche in orari non canonici, come ad esempio il sabato pomeriggio e la domenica e in orario serale, per l’utilizzo delle apparecchiature per la diagnostica per immagini (ecografie, tac, risonanze).
Prestazioni aggiuntive
È stato già disposto inoltre dall’azienda uno stanziamento per le prestazioni aggiuntive da svolgere da parte del personale aziendale, mentre per gli accordi con i produttori del privato accreditato, oltre ad una committenza aggiuntiva già effettuata da parte dell’azienda, si provvederà declinare a livello aziendale gli accordi che verranno stipulati dalla Regione con le categorie di rappresentanza dei privati stessi.
Il commento unitario di Cgil, Cisl e Uil della Romagna
Il Piano di interventi di contrasto alle liste di attesa per l’accesso alle prestazioni sanitarie, definito unilateralmente dalla Giunta regionale tenta di intervenire su un tema importante che si trascina da molti anni.
Si tratta di un argomento complesso e delicato che deve essere affrontato, non solamente con una Delibera quanto con azioni coordinate, con un vero e proprio piano di contrasto, costituito da più interventi ed iniziative che, applicate in modo generalizzato, possono ridurre i tempi di attesa.
E’ quindi necessario realizzare la massima condivisione delle azioni concordate con tutte le rappresentanze sociali e degli operatori che saranno chiamati ad attuarle.
Per questa ragione le organizzazioni sindacali ritengono debba essere attivato un tavolo di confronto con l’Ausl Romagna, per approfondire nel merito lo stato dell’arte dell’Azienda Romagnola e concertare gli interventi da attuare.
In tal senso Cgil Cisl Uil accolgono con favore l’intenzione dell’Ausl, comunicata ieri, di incontrare il sindacato, per illustrare le linee che si intendono perseguire. Al tempo stesso però le Organizzazioni Sindacali ritengono che non si debba trattare solo di semplice illustrazione ma di un serio confronto, facendo tesoro del contributo e delle proposte che potranno scaturire in quella sede.
La situazione in essere in Ausl Romagna presenta infatti alcune criticità, come Cgil, Cisl e Uil evidenziarono già a fine 2014 che necessitano di interventi di natura strutturale e di sistema per garantire, con costanza, equità di accesso e tempi brevi a tutti i cittadini assistiti dall’azienda della Romagna.
La strada per dare certezze nel tempo ai cittadini deve, ad avviso di Cgil, Cisl e Uil, partire dal recupero del pieno utilizzo delle capacità produttive di tutte le strutture pubbliche della Romagna garantendo, allo stesso tempo, omogeneità degli orari di apertura di tutti i servizi.
A titolo di esempio, Tac e Risonanze magnetiche devono essere disponibili in orario istituzionale per le esigenze dei cittadini di tutta la Romagna almeno dal lunedì al sabato dalle ore 08,00 alle ore 20,00.
Occorre altresì migliorare il principio di appropriatezza partendo dall’estensione su tutta la Romagna delle migliori esperienze e i migliori risultati maturati nei singoli territori ritenendo utile la costruzione di un rapporto diretto di interscambio professionale fra gli specialisti ospedalieri ed i medici di base, anche attraverso la definizione di un programma informatico che orienti l’appropriatezza delle prescrizioni a garanzia del cittadino, della equità di risposta e del medico prescrittore.
La necessità della prestazione in tempi brevi porta alla ricerca di risposte oltre i confini della Romagna o addirittura a dover pagare la prestazione, Cgil, Cisl e Uil non hanno alcun dubbio: un sistema pubblico ed universalistico fallisce la propria missione nel momento in cui non è in grado di intercettare costantemente i reali bisogni.
Con ciò, come le sole leggi non aumentano l’occupazione, la sola delibera regionale se non inserita in un contesto di concertazione territoriale e di investimenti in risorse umane e tecnologie produrrà modesti risultati e soprattutto non duraturi nel tempo.