10, Luglio, 2025

“Ogni giorno almeno 15 persone bussano per chiedere cibo”

Don Gabriele Tondini torna nella missione diocesana di São Bernardo do Campo dopo un mese in diocesi per un periodo di riposo, per tornare a dedicarsi ai suoi parrocchiani brasiliani. Prima della partenza lo abbiamo incontrato e gli abbiamo rivolto alcune domande su ciò che lo aspetta al rientro in Sud America.

 Come ti trovi in Brasile ora che sei anche parroco?

«Sono aumentate le responsabilità. Per fortuna posso contare sulla collaborazione fraterna di padre Cleidson, di don Sante Collina, di padre Praxedes, di suor Daniela Bonello e delle Ancelle del Sacro Cuore di Lugo, dei ministri della parola, dei ministri dell’eucarestia, dei tantissimi laici… insomma, come è facile intuire, non sono solo. Il parroco non può far tutto! É impensabile! Il parroco coordina le tante forze positive presenti nelle comunità, cercando di dare un indirizzo pastorale. La parrocchia non é una piramide ma un cerchio. Dobbiamo superare la visione piramidale della Chiesa, dove i preti sono il centro di tutto, e cercare di portare avanti uno stile di comunione, dove siamo tutti uguali e tutti portano il loro contributo. Il prete svolge il servizio dell’autorità: radunare, ascoltare, verificare e prendere le decisioni finali. Nelle nostre parrocchie gira la battuta che ’la colpa é del parroco’. Ogni parrocchiano sembra aver diritto al brontolamento e a lasciar solo il prete. Forse dovremmo imparare a prendere le decisioni insieme e ad assumerci le colpe a livello comunitario».

Com’é la scelta politica dei brasiliani? Gli indirizzi politici attuali aiutano o creano problemi nuovi alla tua attività sia religiosa che sociale?

«Il Brasile sta attraversando un momento di crisi economica e di scandali di corruzione politica. Il nord e il nord-est continuano ad essere le aree più povere della nazione. Nello stato di São Paulo il processo di urbanizzazione, che sta coinvolgendo molte favelas, non risparmia asili e chiese. Non avendo il possesso del terreno, non possiamo avanzare molti diritti al momento della demolizione, se non il diritto all’usocapione e quindi al risarcimento. Il problema é che gli indennizzi tardano: prendiamo, ad esempio, il caso della comunità Cristo Rei che ancora oggi é senza chiesa e senza strutture, dopo che il comune di São Bernardo ha demolito l’asilo Margarida, la Chiesa, le sale del catechismo, e l’abitazione di don Leo».

Dicevi che il Brasile sta attraversando un momento di crisi economica e politica. Sappiamo che l’opera evangelizzatrice è sempre accompagnata da gesti concreti di carità e aiuto agli ultimi. Vuoi aggiornarci un po’?

«In questo periodo bussano alla nostra porta ogni giorno almeno 15-20 persone che non hanno nulla da mangiare, spesso chi ha poco lo vende per comprare alcol, droga, sigarette. Nei nuovi condomini costruiti nel processo di urbanizzazione la situazione non è semplice e sono già diventanti nella maggior parte dei casi luoghi di emarginazione e violenza. La Diocesi di Santo André quest’anno ha indetto l’anno della pace, proprio per richiamare tutta la comunità cristiana a stare di fronte alle tante situazioni dove la pace non esiste, a fare gesti concreti e a creare momenti per trasmettere nel popolo una cultura di pace e amore. Noi in parrocchia abbiamo già da tempo un momento forte in questo senso: è la Camminata della pace in occasione dell’anniversario della morte di don Leo. Quest’anno c’erano almeno 1.200 persone ed è stato un momento vissuto da tutto il nostro vicariato. Per fare fronte a queste situazioni continuiamo con i tanti progetti sociali, educativi e caritativi: la distribuzione di ceste basiche, il lavoro della pastorale dei bambini, le attività dell’asilo Margarida, del Centro di formazione professionale e del Centro comunitario São João Baptista».

Quali sviluppi avrà nel futuro il progetto Chiese sorelle?

«Per adesso continuiamo a lavorare nella parrocchia Gesù di Nazareth, che cresce continuamente, e che in futuro abbiamo il progetto di dividere in due parrocchie. Il 26 luglio entrerà il nuovo vescovo, dom Pedro Carlos Cipollini, col quale inizieremo un dialogo per cercare di capire la volontà di Dio sul progetto Chiese sorelle. Se la Diocesi di Santo André se la sentirà di inviare preti nella nostra parrocchia, allora potremmo pensare a spostarci in una zona più povera del Brasile… se Dio vorrà».

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