Scovato casualmente tramite Facebook, ecco un imolese in Australia, Paese sempre gettonatissimo dai nostri giovani che decidono di espatriare. Mirco Valmorì ha scelto come meta Perth, la capitale dello stato australiano dell’Australia occidentale (stato federato dell’Australia). Perth sorge dove migliaia di anni fa si installarono gruppi della tribù Nyoongar, di cui si hanno tracce risalenti a circa 40mila anni fa. La città fu fondata nel 1829 come colonia sul fiume Swan.
Mirco Valmori ha 26 anni e si è diplomato nel 2008 come addetto ai servizi ristorativi nel settore di sala bar all’istituto alberghiero Pellegrino Artusi di Riolo Terme: «Terminata la scuola – scrive Mirco – ho fatto un po’ di tutto, cameriere, falegname, barista, piadinaro, cuoco (iniziando come lavapiatti e finendo in due anni come chef di partita). Negli ultimi due anni, prima di partire per l’Australia, ho lavorato alla Clai come operaio salumiere. Ho avuto un periodo un po’ complicato, tra varie vicissitudini e un matrimonio non andato nel migliore dei modi. Mi sono trovato ad avere a che fare con contratti che qui si definirebbero piuttosto tricky, ingannevoli, dallo stagista, all’eterno apprendista, all’interinale sacrificabile in nome della cassa integrazione e della abusata crisi economica… poi i part time, i contratti a chiamata… cose che non stanno né in cielo né in terra e che di certo non ti consentono di pianificare un futuro stabile. Nell’ultimo paio d’anni, mentre cercavo di abituarmi ad una routine che non mi calzava per niente, continuavano ad arrivarmi alle orecchie queste leggendarie storie di coetanei partiti per Paesi lontani… chi a Disneyland, chi a Londra, chi a Berlino… persino in Brasile e, naturalmente, nella nuova America, l’Australia. L’intero territorio è costellato dalla presenza di giovani connazionali espatriati e, dalle voci che arrivano in Italia, sembrerebbe tutto bellissimo e tutto possibile. Ad un certo punto ho deciso di migliorare la mia conoscenza dell’inglese ed ho contattato Susan Sock Choo Ye (di cui vi siete occupati in un articolo in quanto straniera a Imola) perché mi desse una mano. Susan mi è stata in effetti di enorme aiuto. Poi ho cercato anche informazioni per capire quanto fosse vero quel che si sente dire circa le opportunità per i giovani stranieri in Australia. A Perth avevo quattro amici e li informai del fatto che intendevo espatriare. Tutti e quattro mi spiegarono che «sì, si sta bene ma bisogna mettersi nell’ordine di idee di darsi da fare». Niente di più vero. Ho visto molti italiani andarsene da qui dopo pochi mesi perché ciò che avevano trovato non corrispondeva alle loro aspettative, non tutto era semplice come era stato loro raccontato. Fatto il visto e prenotato il biglietto sono partito e ho avuto la fortuna, grazie a uno di questi amici, di trovare lavoro come contadino in una fattoria. A differenza di altri, quindi, sono arrivato qui avendo già un lavoro che mi ha impegnato per i primi 88 giorni, il che tra l’altro mi ha consentito di ottenere l’estensione del visto working holiday da un solo anno, come è di norma, a due. Concluso il periodo in fattoria mi sono spostato in città, e poco dopo ho iniziato a lavorare come cuoco a contratto con un team multiculturale e giovane. Così ho avuto modo di sviluppare ulteriormente e in fretta il mio inglese. Dopo qualche tempo ho iniziato con un secondo lavoro, che mi occupava durante il fine settimana, in una discoteca come raccogli bicchieri… ma pian piano mi hanno affidato altri compiti ed ora lavoro al bar, servo i clienti rivolgendomi loro in un buon inglese e cerco anche di adattare il mio orecchio ai vari accenti, dall’irlandese all’aussie (gli aussies sono i nati in Australia), agli accenti di varie parti di Asia ed Europa. Mi trovo bene ma vorrei sfatare l’idea che stare qui sia molto facile. Come tanti anch’io sono ora a caccia di uno sponsor, ovvero un lavoro tramite il quale ottenere un visto permanente. Spero di riuscire a rimanere ancora qualche anno. Se così non fosse non avrò rimpianti, sarà stata comunque una bella esperienza. Mi mancano famiglia e amici di casa e, se sarò costretto a tornare a Imola prima del previsto, sarà comunque bello rivedere tutti… certamente prima di ripartire verso qualche altra meta… anche se il mio cuore resterà sempre in Italia».