Il fascismo è stato una dittatura. Perciò è stato giusto combatterlo e sconfiggerlo, come hanno fatto i partigiani accanto alle forze angloamericane, in modo da instaurare in Italia un sistema democratico. La Resistenza è quindi è uno dei pilastri su cui si fonda la nostra Repubblica. Per questo motivo non è possibile porre sullo stesso piano chi ha combattuto per abbattere il fascismo e chi ha combattuto per sostenerlo. La prima causa era giusta, la seconda sbagliata. Salvo il rispetto per la buona fede di chi ha scelto l’uno o l’altro degli schieramenti, purché non si sia macchiato di delitti. Gli assassinii compiuti dopo la fine della guerra sono un crimine. Non sono quindi ammissibili scusanti, motivazioni politiche, personali o di altra natura. Ancora più grave è mistificare le ragioni di quegli assassinii e peggio ancora nascondere la verità, soffocare il dibattito, censurare o intimidire chi chiede la verità su quegli eventi. Significa infangare la Resistenza, lasciare che su di essa gravino sospetti, ombre, illazioni. Chi crede nei valori della Resistenza deve essere in prima fila per fare conoscere la verità anche su questi aspetti, e chi non lo fa la oltraggia, non la difende. Il comunismo è stata ed è una dittatura. Perciò è stato giusto combatterlo e resistere al suo avvento in Italia, come hanno fatto le forze politiche italiane anticomuniste nei decenni passati e nei primi anni repubblicani, quando era chiaro il disegno del partito comunista italiano di instaurare il modello sovietico anche nella penisola. La sua sola incertezza era se farlo in modo sovversivo o democratico. Per gli stessi motivi sopra ricordati non si può porre sullo stesso piano chi ha combattuto per sostenere il comunismo e chi ha combattuto per contrastarlo. La prima causa era sbagliata, la seconda giusta. Salvo il rispetto per la buona fede di chi ha scelto l’uno o l’altro degli schieramenti, purché non si sia macchiato di delitti. Il dovere della franchezza ricordato di recente da papa Francesco a proposito dei genocidi del secolo XX si applica anche a questi casi. Un vecchio uomo politico italiano, ora scomparso, rispondeva in questo modo ad un giornalista che gli domandava se era peggiore il fascismo o il comunismo: «Sarebbe come domandarsi se è più pericoloso il tifo o il colera. I medici (o gli storici) potrebbero discettare a lungo sulla questione. A me basta sapere che sono entrambe malattie mortali, da cui tenersi alla larga». Sic!