“Ripensamenti, polvere, oggetti da spostare continuamente e conseguenti tensioni”: la situazione della Chiesa oggi è come quella di chi si trova a ristrutturare una casa vivendoci dentro, con tutto quello che ne deriva. Con questa immagine fratel Enzo Biemmi ha sintetizzato la situazione attuale in cui le parrocchie si trovano ad affrontare la sfida di trasmettere la fede, in occasione del Convegno ecclesiale Diocesano sull’iniziazione cristiana nella chiesa di Imola “Accompagnare a conoscere Gesù”, che si è aperto nel pomeriggio di domenica 8 febbraio al seminario di Montericco.
Sala piena per il convegno che ha portato fratel Biemmi non tanto a passare in rassegna le problematiche e le difficoltà della società e della Chiesa oggi quanto a concentrare l’attenzione sull’impegno che a ciascuno è richiesto per poter guardare avanti “nella consapevolezza che non esistono ricette” ma che la fede “prima di essere una questione razionale è una questione relazionale” e nasce della forza delle relazioni che si riescono a costruire in una comunità.
Il metodo attuale dell’iniziazione cristiana, ha osservato Biemmi “si basa su presupposti che non esistono più. Oggi sono venuti meno i tre grembi generatori della fede – famiglia, scuola e paese – perché non c’è più una visione univoca”. E se l’ora di catechismo in passato “poteva servire a dare un nome a esperienze di fede vissute e condivise” oggi spesso è un’esperienza che non ha agganci con il vissuto quotidiano di adulti e bambini. Da qui la necessità di rinnovare sperimentando nuove vie che coinvolgano non solo i piccoli ma anche le loro famiglie.
Tre le esperienze di cui Biemmi ha parlato: una si ispira alle origini del cristianesimo e riprende il percorso catecumenale; un secondo esempio detto dei quattro tempi propone ogni mese un incontro con i genitori, un incontro dei genitori in famiglia con i figli, un incontro con i bambini tra giochi e preghiera e un incontro con le famiglie; un terzo sistema cerca il rinnovamento nella tradizione mantenendo l’impostazione attuale ma puntando sul coinvolgimento delle famiglie nella vita parrocchiale a partire dal battesimo.
Dopo la relazione introduttiva di fratel Biemmi i delegati al Convegno ecclesiale diocesano si sono divisi in gruppi per approfondire temi specifici fino all’ora dei saluti, alle 18.30. I lavori proseguiranno nel pomeriggio di domenica 22 febbraio.
I gruppi di lavoro sono otto e puntano ad approfondire i seguenti temi:
1 – Per educare un bambino ci vuole un intero villaggio. La comunità educante non delega la questione educativa agli educatori
2 – Memoria e sintesi: chi è il catechista? Chi educa il catechista? Come si forma il catechista?
3 – Intessere relazioni continuative e operose. Coinvolgimento dei genitori nell’educazione religiosa
4 – Una domanda, un’occasione propizia. Genitori e bambini tra zero e sei anni
5 – Come tirocinio globale. Metodi e contenuti dei percorsi di iniziazione cristiana: ascoltare, celebrare, servire e vivere la comunità
6 – Allenarsi a rendere ragione della speranza. Dopo la Cresima
7 – Nuovi inizi. Catechesi per e con i giovani
8 – A servizio della vita buona. Il ruolo di associazioni e movimenti ecclesiali per la maturità della vita in Cristo