Non mancano gli imolesi in Olanda, e alla piccola schiera di coloro di cui già abbiamo parlato si aggiunge ora Olga Ferrara, che abita nella capitale dei Paesi Bassi, Amsterdam, la Venezia del nord, i cui canali hanno un grande valore culturale e storico. Nel 2010 il comitato per il Patrimonio dell’umanità ha deciso di includere l’area compresa nella cintura di canali del XVII secolo all’interno del Singelgracht nella lista dei Patrimoni dell’umanità dell’Unesco. Abbiamo scovato Olga a seguito di un suo commento a una foto del viale dei Cappuccini pubblicata sulla pagina Facebook di Imola, evoluzione della città.
«Mi chiamo Olga Ferrara, sono nata a Imola nell’agosto del 1972. Sono cresciuta nel quartiere dei Cappuccini, e la chiesa dei frati Cappuccini, l’oasi delle suore di Santa Teresa e la Rocca sforzesca sono stati per una vita i miei punti di riferimento: ogni volta che rientro a Imola è proprio in questi luoghi che mi sento a casa, ripercorro volentieri le strade che facevo da bambina, entro ancora in quella piccola chiesa dove il tempo pare si sia fermato e passeggio nel viale dei Cappuccini, dove gli ippocastani mi guardano, ora un po’ stanchi e affaticati, non più verdi e rigogliosi come lo erano allora. Ho studiato all’istituto magistrale delle suore Visitandine a Castel San Pietro Terme, ma non mi sono diplomata e alla fine mi sono ritrovata a fare piccoli lavori come la promoter nei supermercati, la barista, insomma le solite occupazioni temporanee che si trovano a quella età. Dopo anni in cui non sono riuscita a esprimere il mio vero io, anche a causa di problemi famigliari e della morte prematura di mia sorella, ho deciso di trasferirmi in Olanda, per la precisione ad Amsterdam. All’inizio è stata dura, non conoscevo la lingua e spiegarsi non era facile, di conseguenza non era facilissimo anche trovare un’occupazione. Fortunatamente, grazie ad una signora italiana che mi ha aiutato a trovare lavoro come cameriera, ho iniziato presto il mio percorso e ho cominciato a dovermi confrontare anche con l’olandese. Dopo soli sei mesi sono stata promossa capo sala e nel giro di poco tempo ho imparato la lingua locale e perfezionato le altre. Ora parlo inglese, olandese, ebraico oltre, ovviamente,
all’italiano. Ho lavorato come supervisore in grandi alberghi come lo Sheraton Hotel e il Pulitzer Hotel, per tanti anni sono stata direttore di sala per una importante catena alberghiera ebraica, la DamrakHotels. Attualmente invece faccio la mamma a tempo pieno, ma sto progettando di aprire un negozio di prodotti tipici romagnoli. Quando penso a Imola ho solo la nostalgia dei tempi lontani e mi manca la serenità del paese, che sotto alcuni aspetti non mi pare cambiato in questi anni. Mi
manca anche la piadina… Se devo essere sincera, non sento invece molto la mancanza del rapporto con le persone, trovo che la mentalità a Imola sia tuttora molto ristretta e anche le opportunità che mi sono state offerte fin che vi ho abitato non sono state poi molte. Il fatto di non aver completato gli studi a Imola mi ha penalizzata, in Italia conta più il pezzo di carta che quello che sai fare. In Olanda è stato l’esatto contrario: qui mi hanno dato la possibilità di diventare quello che oggi sono. Mi ritengo una donna di successo e non ho alcuna intenzione di rientrare in Italia, se non ogni tanto per venire a trovare mia madre e per camminare di nuovo per le strade che hanno raccolto tutti i miei sogni di quando ero bambina. Un saluto dall’Olanda, Olga Ferrara».