Umeå in Svezia, quindi Madrid: dalla Spagna Serena Frasconà ci ha scritto nelle scorse settimane, prima di rientrare a Imola per poi ripartire per la Polonia.
«Al ritorno dall’Erasmus ho dato gli ultimi esami e a luglio dell’anno scorso ho conseguito la laurea triennale in Scienze internazionali e diplomatiche a Forlì. A settembre mi sono iscritta alla specialistica in Cooperazione internazionale, tutela dei diritti umani e dei beni etno culturali nel Mediterraneo e nell’Eurasia, prima nell’ambito della facoltà di Conservazione dei beni culturali poi alla Scuola di scienze politiche: il corso ha sede a Ravenna, così da settembre 2012 mi sono trasferita nella bella città dei mosaici, dove fortunatamente abita tutta la famiglia di mia mamma. Ravenna è per me praticamente un’altra Imola, un’altra casa base, ci ho vissuto un po’ da piccola, spessissimo in estate per approfittare del mare, e della città mi ero fatta una certa idea… Mi ha stupito e mi è dispiaciuto trovarla in realtà un po’ più spenta di quanto credessi. Sono invece entusiasta del corso che sto seguendo, molto più interessante di quello della triennale. La classe è poco numerosa, i prof super disponibili, quasi tutti sono stati o sono ricercatori, molto inseriti nell’attualità e proiettati al futuro. Insomma, un po’ meno aria fritta e un po’ più concretezza, come piace a me! Poi… Madrid: questa è stata una di quelle cose che capitano un po’ per caso. Avevo consegnato da due giorni la domanda per la borsa di studio Overseas, che mi sarebbe piaciuto tantissimo ottenere, quando arrivò dalla tutor del corso di laurea, sempre molto attenta e attiva, una mail con la quale avvertiva noi studenti della possibilità di fare domanda per un tirocinio in una ong spagnola grazie all’Erasmus placement. Il tirocinio l’avrei comunque dovuto fare l’anno prossimo, quindi mi sono detta… «Perché no?!». Se l’Overseas non fosse andato in porto, meglio tenersi un’altra porta aperta! E, alla fine, così è stato: per due soli punti non ho vinto la borsa Overseas, ma ho ottenuto l’Erasmus placement e il 26 aprile sono partita alla volta di Madrid, città che conoscevo per esserci stata per una breve vacanza, della quale però se ci vivi ti innamori. Vi ho svolto il mio tirocinio nell’ufficio assistenza tecnica della Fundación Cideal de Cooperación e Investigación. Madrid, semplicemente bella, con persone meravigliose. Mi porterò sempre nel cuore la loro gentilezza, i loro sorrisi, i loro quarantaseimila modi diversi di salutarsi, il loro inconfondibile accento madrileno, la loro cucina, i loro orari spostati di almeno due ore in avanti rispetto ai nostri… Madrid dà un’incredibile sensazione di leggerezza e libertà, non è mai troppo tardi per fare qualcosa, le giornate durano all’infinito, tutto va con calma, non ci sono i ritmi frenetici che ho notato ad esempio a Londra, puoi dare appuntamento agli amici per cena alle nove di sera e andare a far la spesa alle nove e mezza, tanto prima delle dieci e un quarto non arriva nessuno: e poiché per scusarsi arrivano con l’occorrente per un buon tinto de verano e qualche magdalena, come fai ad arrabbiarti?! Se fai vedere che ti impegni nel parlare e nell’imparare lo spagnolo tutti ti aiutano, ti scrivono le parole, insomma, sono proprio carini! La prima settimana giravo con la pianta della città in mano e ogni volta che mi fermavo e l’aprivo c’era qualcuno pronto a chiedermi se avevo bisogno di qualche indicazione! E questo non solo a Madrid, ma anche nelle altre città che ho visitato, Toledo, Avila, Salamanca, Segovia, tutte bellissime. I colori della Spagna che mi porto a casa sono quelli delle pietre di queste città, di un giallo sabbia che quando picchia il sole non si tengono gli occhi aperti e al tramonto si accendono di un arancione incredibile. Porterò con me anche il profumo del gazpacho e il rumore delle scarpe da flamenco e del vento tra gli alberi del Parque del Buen Retiro, dove andavo a correre al mattino, una delle cose che di Madrid mi mancherà di più… Purtroppo tre mesi sono volati e non ero ancora arrivata che già era ora di tornare a casa, proprio quando me la cavavo con la lingua, avevo individuato i miei posti di fiducia e conosciuto angoli, terrazze e ristorantini tipici dove non vanno i turisti, insomma avevo fatto mia la città di Madrid. Ma va bene così, è stato un periodo breve ma intenso, torno a casa arricchita da esperienze e conoscenze nuove, sia umanamente che professionalmente parlando: il tirocinio alla Fundaciòn Cideal è stato veramente molto istruttivo». Questo ci scriveva Serena a inizio agosto, dopo di che ha fatto un rapido passaggio da Imola e l’11 è partita per la Polonia: «Mi aspettano due settimane intense a Sopot, una delle tre città che formano l’area di Tricity, per una summer school su mobilità e migrazioni in Europa organizzata dall’Ue e da molte università europee tra cui l’Unibo. Due settimane di seminari, lezioni, ricerche e progetti con professori e studenti di tutta Europa. Sono molto curiosa, sarà dura ma sembra veramente interessante. Della Polonia non so veramente niente, quindi sono davvero entusiasta di questa opportunità, anche perché anche questa è un’altra di quelle cose capitate per caso. Dopo di che tornerò a Ravenna, dove ho appuntamento con… vari esami. Sono sempre un po’ di corsa, ma soddisfatta del percorso che ho scelto e delle esperienze che sto facendo. Vedremo cosa capiterà andando avanti. Come dicono in Spagna, nunca se sabe! Ciao a tutti, Serena».