Qualche anno fa abbiamo raccontato su queste pagine l’esperienza di Elisa Michelini, che si trovava in Giappone con il suo ragazzo. Eccoci ora di fronte ad un caso di omonimia: abbiamo contattato un’altra Elisa Michelini, che si trova attualmente in Portogallo ad Aveiro, capitale della Ria. Elisa è imolese, ha 29 anni, ha frequentato il liceo socio- psico pedagogico e in seguito il corso di educatore sociale alla facoltà di Scienze della formazione dell’università di Bologna.
«Eccomi qua, dal Portogallo. Mi chiamo Elisa e, a tutt’oggi, ho svolto diversi lavori. Ultimamente sono stata educatrice con contratto a tempo determinato poi, non avendo avuto, dopo i primi, ulteriori rinnovi, mi sono messa alla ricerca di un nuovo lavoro. In quel periodo mi sentivo in una situazione stagnante e frustrante, senza futuro, anche perché nemmeno ricevevo risposte dopo l’invio del mio curriculum. Consultando le offerte riguardanti l’estero ho trovato un bando per un progetto Leonardo da Vinci nell’ambito del Lifelong Learning Programme nel settore educazione e mi sono candidata. Mi hanno presa, ed eccomi ad Aveiro, dove resterò sino alla fine di maggio. Sto svolgendo un tirocinio in una scuola superiore, affiancando le educatrici che seguono i ragazzi con necessità educative speciali. A livello di tecnologie didattiche la scuola è più avanti di quelle che ho conosciuto in Italia e le metodologie completamente differenti. Questa scuola è un forse un po’ un’eccezione anche per il Portogallo: fornisce ad ogni alunno un computer da restituire al termine del corso di studi, pena una multa. Le lavagne sono interattive e per entrare nelle aule serve un badge. Appena arrivata sono rimasta strabiliata, non potevo credere che mi fosse capitata la fortuna di lavorare in un ambiente del genere e ogni mattina mi svegliavo contenta di avere avuto questa opportunità. Il gruppo con cui lavoro si occupa di fornire orientamento e appoggio psicopedagogico a ragazzi con problemi di apprendimento e comportamentali, difficoltà cognitive, problemi familiari.
L’équipe è composta da un coordinatore, da psicologi, professori di sostegno, due ausiliari e due educatrici. Oltre ai più classici insegnamenti i ragazzi che sono in questo gruppo hanno nella loro programmazione ore dedicate allo spazio d’appoggio; l’aula in cui si svolgono le attività si chiama appunto espaço auto dove auto sta proprio per autonomia, il principale obiettivo da raggiungere. Svolgiamo con i ragazzi attività volte a sviluppare competenze personali, abilità sociali, orientamento verso il mondo del lavoro e pratica per renderli il più possibile indipendenti e capaci d’inserirsi, in futuro, nella società. Diverse ore sono dedicate alla gestione domestica, si affrontano temi legati all’autogestione nella vita quotidiana, anche attività di cucina e apprendimento della gestione del denaro per poter poi affrontare le spese di una casa. Ci si occupa poi della comunicazione, li si abitua a parlare, ad esprimere opinioni e sviluppare la capacità di riflettere. Inizialmente ho avuto qualche difficoltà a causa della lingua, che non conoscevo molto, anche se avevo delle basi, poiché in passato ho seguito un corso di portoghese in Brasile, ma non mi bastava ad esempio per poterli aiutare nei compiti. Stando ogni giorno con loro ho superato questo problema e l’interesse verso la lingua, che mi piace molto nonostante alcune difficoltà nella pronuncia, mi ha motivata ad apprenderla in fretta. La cittadina in cui vivo è molto graziosa: Aveiro è chiamata la Venezia del Portogallo perché attraversata da canali, con numerosi isolotti nella laguna. È rallegrata da casette colorate e dai pittoreschi moliceiros, piccole imbarcazioni in legno dai colori vivaci che contribuiscono a renderla pittoresca. È una città universitaria, molto vivibile e viva, sempre movimentata. Quanto al rapporto con le persone, non posso far altro che dare un giudizio positivo, anche se con gli autoctoni interagisco in realtà prevalentemente sul lavoro, poiché per il resto vivo in un ambiente assolutamente multiculturale.
Condivido la casa con ragazze straniere, studentesse Erasmus, e spesso ci troviamo a parlare tre lingue contemporaneamente. Le conoscenze e le amicizie che ho stretto mi permettono di fare scambi culturali arricchenti. L’unica cosa che mi trovo a rimpiangere dell’Italia è il clima: trovandomi sull’oceano c’è sempre perennemente vento e fa spesso piuttosto freddo. Saudações de Elisa!».