10, Luglio, 2025

Biomedicina stars and stripes

Stefano Morotti e Valentina Campanelli, ingegneri biomedici, si trovano a Davis, in California. Lui ricercatore nel campo dellelettrofisiologia cardiaca, lei impegnata in ambito ortopedico nel Dipartimento di ingegneria meccanica e aerospaziale. Lasciamo a Stefano il compito di raccontarci la loro esperienza negli Usa».

«Sono Stefano Morotti, ho 28 anni, da sempre residente a Imola, dove ho frequentato il Liceo scientifico-tecnologico Alberghetti, per poi iscrivermi ad Ingegneria biomedica nella sede di Cesena delluniversità di Bologna. Dopo la laurea ho cominciato a lavorare allinterno delluniversità ad un progetto svolto in collaborazione con una ricercatrice italiana che lavora allUniversità della California. Per questo motivo nel 2009 sono venuto per la prima volta a Davis per un periodo di formazione durato poco più di due mesi. Questa collaborazione è continuata anche dopo che ho cominciato il dottorato di ricerca in Bioingegneria (sempre alluniversità di Bologna), nel corso del quale mi è stato possibile tornare a lavorare a Davis per due periodi più lunghi (da ottobre 2010 a maggio 2011 e, questanno, da maggio a novembre). La mia attività di ricerca rientra nellambito dellelettrofisiologia cardiaca, in particolare mi occupo di modellistica matematica dei meccanismi che regolano laccoppiamento tra eccitazione elettrica e contrazione meccanica nelle cellule muscolari ventricolari. Qui a Davis lavoro allo sviluppo di un modello di potenziale dazione di cellula ventricolare murina, in un laboratorio allinterno del dipartimento di Farmacologia che dispone di risorse che difficilmente si possono trovare in Italia. Il lavoro risulta quindi più facile, ma daltro canto la grande concorrenza e le alte aspettative che si creano in questi ambienti mettono forse maggiore pressione. A rendere la mia permanenza in California ancor più piacevole è la presenza al mio fianco della mia ragazza, Valentina Campanelli, 28 anni, originaria di Bologna e imolese dallo scorso dicembre. Ci siamo conosciuti durante i primi anni di Università, anche lei è laureata in Ingegneria biomedica ed ora è studentessa del primo anno di dottorato in Imaging multimodale in Biomedicina alluniversità di Verona. La sua area di ricerca è lanalisi biomeccanica dellarto inferiore, in particolare studia linterazione meccanica piede-calzatura e la morfologia delle strutture anatomiche del piede. Fin da piccola è sempre stata affascinata dagli Stati Uniti, infatti già a quindici anni aveva convinto i suoi genitori a mandarla in una vacanza-studio nel sud della California. Quando sì è presentata lopportunità per me di ritornare a Davis nel 2010, Valentina ha cercato un laboratorio di ricerca che fosse compatibile con la sua attività e siamo così riusciti a venire negli Usa insieme, nello stesso posto e nello stesso periodo. La stessa cosa si è ripetuta fortunatamente questanno. Valentina frequenta attualmente due diversi laboratori. Principalmente lavora allinterno del Dipartimento di ingegneria meccanica e aerospaziale, in un laboratorio specializzato nello studio dellartroplastica di ginocchio, dove si occupa dellanalisi dellallineamento della protesi di ginocchio. Inoltre frequenta il laboratorio nel quale è stata ospitata tra il 2010 ed il 2011, dove collabora nel Dipartimento di ortopedia con un chirurgo specializzato in interventi su caviglia e piede. Per quel che riguarda la vita quotidiana, Davis è una piccola cittadina universitaria di circa 60 000 abitanti, per metà studenti; è un centro multiculturale in cui si possono incontrare persone provenienti da ogni parte del mondo, solitamente molto aperte ad incontrare ed accogliere estranei. Le dimensioni ridotte della città e lorganizzazione delle piste ciclabili permettono di muoversi senza usare la macchina (Davis si vanta addirittura di essere la città americana della bicicletta). Si sviluppa intorno al campus universitario, tutto è molto curato e sono a disposizione moltissime strutture (per la maggior parte gratuite) per fare quasi tutti gli sport. La vita qui potrebbe forse risultare un po monotona, ma la sua posizione geografica favorevole, dato che si trova al centro del nord California e a 120 chilometri da San Francisco, offre tante opportunità di svago, almeno per i fine-settimana. Possiamo dire quindi di trovarci benissimo e, più che le abitudini o lo stile di vita, ciò che ci manca di casa sono sicuramente gli amici e, soprattutto, le famiglie. Le nove ore di fuso orario non facilitano la comunicazione, ma è più che altro la grande distanza che rende proibitivo tornare a Imola più di una volta allanno. Ovviamente questo è un problema soprattutto per chi vive stabilmente qua: noi a fine anno rientreremo in Italia e io dovrei terminare in primavera il dottorato, mentre Valentina sarà ancora occupata per altri due anni. Dovremo quindi valutare cosa fare dopo. Vista lattuale condizione del mercato del lavoro e della ricerca in Italia, leventualità di tornare allestero non è sicuramente da escludere. In ogni caso, ci sentiamo davvero molto fortunati ad aver avuto la possibilità di vivere insieme questa esperienza, importante sia per la crescita professionale che, soprattutto, umana, in uno splendido paese come la California. Saluti da Stefano e Valentina – [email protected][email protected]».

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