11, Luglio, 2025

Giulia: «In Belgio per studiare architettura. L’università è a misura di studente»

Questa volta a scriverci dall’estero è Giulia Tossani, studentessa di Borgo Tossignano, alle spalle una nutrita esperienza di viaggi all’estero.

«Fin dai primi anni di studio mi sono resa conto della mia passione per le lingue e le materie tecniche: un viaggio con mio padre tra i “chateaux” francesi per degustare i vini mi ha permesso di confrontarmi con il francese. La mia passione per lo studio, nonostante nessuno mi spingesse ad applicarmi, mi ha permesso di ottenere le mie piccole soddisfazioni, anche se non avevo ben chiaro dall’inizio cosa avrei voluto fare del mio futuro. Già nell’estate della prima liceo la mia voglia di essere indipendente e il desiderio di viaggiare mi hanno spinta a partire, da sola, per una vacanza studio in Inghilterra, esperienza che ho poi ripetuto negli anni successivi, con mete diverse. In quarta liceo ho aggiunto un’esperienza lavorativa alla Sacmi, dove mi son trovata davvero bene. Infine mi sono iscritta ad architettura, e mi sono trovata ad apprezzare i laboratori di progettazione, urbanistica e costruzioni. Un modo di apprendere particolare, con le inevitabili difficoltà dei lavori di gruppo, la coordinazione, il confronto e il dialogo diretto con i professori. Contemporaneamente ho intrapreso i primi viaggi alla volta di Barcellona, Berlino, Praga. Quando mi si sono presentate le prime opportunità di studio all’estero, ho preso parte ad un Intensive Erasmus Programme a Nijmegen in Olanda in cui ho sviluppato, con la collaborazione di studenti provenienti da diverse nazionalità, il progetto di un ecoquartiere in una zona con problemi di inondazioni. Poi, ormai lanciata sui temi dell’architettura, ecco i viaggi studio in Germania e nel sud della Francia, le visite ad esposizioni e un viaggio negli Usa, con relativa visita a New York e la scoperta della Glass House nel Connecticut e della Yale University a New Haven. Con tanti sacrifici ho concluso alla fine dello scorso luglio tutti gli esami, ho svolto il tirocinio a Bologna presso lo studio Diverserigh, ho trascorso mesi immersa tra progetti e studio, ho anche partecipato ad un workshop con il comune di Cervia sulla riqualificazione del centro. Poi mi sono messa a cercare qualche opportunità che mi desse modo di conciliare riflessione, visite a luoghi nuovi, possibilità di continuare a specializzarmi nelle lingue. In un attimo mi sono ritrovata in una “chouette maison” parigina abitata da una giovane famiglia molto dinamica: madre inglese, padre francese di origini italiane, una bimbetta grintosa di tre anni e due gemelline di appena due, “the terrible two”, come spesso le definiva la loro mamma. Giocavo con le bambine, parlando loro in inglese e italiano contemporaneamente! Così – diceva la madre – avrebbero potuto riscoprire le proprie, lontane origini: “Good morning – Buongiorno” era la sveglia, poi le favole tradotte, i nomi degli animali, i numeri e il cibo: “pomodoro” era la loro parola preferita. È incredibile come Lilly, a soli tre anni, abbia acquisito una pronuncia italiana perfetta, quasi naturale! Sono state quattro settimane intense in cui ho avuto l’occasione di visitare meglio Parigi e la ville Savoye. Infine, eccomi a Bruxelles: vivere in nove in un tipico quartiere a Saint Gilles, di fronte a un gran parco, vicino all’università e alla metro che in qualche minuto ti porta in centro, è piacevolissimo. Ogni giorno scopro una nuova zona, camminando per le vie eleganti delle case di Ixelles o per i quartieri multietnici in cui si sentono parlare tutte le lingue o, ancora, per le vie del design e della moda, che ogni sera si animano di eventi vari. La cultura, le esposizioni, l’internazionalità e le proiezioni di documentari nei pub sono qualcosa che forse mi mancherà al ritorno. Anche se mi manca molto la nostra cucina, comincio ad apprezzare le specialità belghe, il cioccolato, le spezie… Ho provato a degustare qualche birra e ne ho trovata una che può piacere anche a noi donne, che spesso non apprezziamo particolarmente questo tipo di bevanda: d’altronde qui ci sono pub che hanno una carta di birre di dimensioni incredibili! La posizione della città, collocata al centro dell’Europa, mi ha permesso di muovermi e di visitare luoghi vicini come Bruges, molto romantica, poi Gand, Anversa e Rotterdam. Una grande novità per me è stata imparare a muovermi sempre a piedi, con i mezzi pubblici o con la bici. Se al mio ritorno a Imola mi vedrete sempre più spesso correre o andare in bici è perché qui mi sono resa conto di quanto faccia bene all’umore, all’ambiente e alla linea! L’università ha il pregio di essere più organizzata rispetto alle nostre: gli studenti sono più tutelati, hanno diritto a una settimana di riposo dopo gli esami e la tesi si prepara durante il quarto e quinto anno, il che permette di laurearsi “in corso” senza dover impiegare ulteriore tempo dopo aver terminato gli esami. Gli studenti qui sono molto più abituati di noi a disegnare a mano, cosa che in Italia avevo quasi abbandonato dopo il primo anno di università. A Bruxelles ho seguito corsi che mi hanno permesso di migliorare la rappresentazione dal vivo, di studiare dettagli costruttivi, di riflettere sui temi economici e filosofici e di apprendere criteri di critica architettonica. “Progettazione”, poi, è stata per me una vera novità: oltre al fatto che ho svolto un progetto da sola, l’ho dovuto esporre di fronte a una commissione di professori di varie età che venivano da università diverse. L’esperienza non è ancora finita: a marzo farò un workshop a Venezia allo IUAV con le università di Strasburgo, Gand, Marsiglia e Beirut e spero di trovare una buona ispirazione per la mia tesi. Ci sono momenti in cui vorrei sviluppare temi che si legano ai problemi che vivevo tutti i giorni a Imola, magari con la collaborazione delle persone con cui ho già lavorato, e momenti in cui sono ispirata da progetti di riqualificazione. Mi piacerebbe però anche sviluppare una tesi di critica architettonica. Fare scelte è sempre dura: vorrei trovare qualcosa di cui sono seriamente convinta e che, allo stesso tempo, sia davvero utile. Un saluto dal Belgio,Giulia».

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