Da Conroe, nel Texas, ci aveva inviato la sua interessante storia nel 2008 Maurizio Matta, http://www.nuovodiario.c om/imolians.cfm?wid=438 2. Ed ora ecco un altro imolian nello stesso Paese, il secondo stato degli Stati Uniti per estensione dopo l’Alaska, secondo anche per popolazione dopo la California, quarto stato “majority-minority’ poiché le minoranze sono arrivate a rappresentare oltre il 50% dell’intera popolazione. I 29 porti dislocati lungo la costa del Golfo del Texas trasportano oltre 406 milioni di tonnellate di merci all’anno. E qui, a Houston, si trova Alex Martucci, 26enne della Valsellustra.
«Eccomi: sono Alex, nato a Castel San Pietro nel 1985, cresciuto in Valsellustra. Ho frequentato le scuole elementari e medie a Toscanella, poi ragioneria a Imola al Paolini. Don Marco Renzi, già vostro direttore, è stato il mio parroco in Valsellustra, prima di spostarsi a Santo Spirito che, per inciso, è la parrocchia di mio fratello, la cui moglie, mia cognata, è la sorella di don Giovanni Salvia. Dopo il diploma mi sono iscritto all’Università a Bologna ed ho frequentato per un paio di anni Economia aziendale. Nel frattempo collaboravo con l’Autodromo di Imola nell’ufficio sportivo per le varie manifestazioni nell’ambito dell’organizzazione degli eventi sotto il profilo sportivo, non commerciale. Molto importante per me è stata l’esperienza che dal 2004 al 2009 ho fatto nell’organizzazione della tappa italiana del WRC (World Rally Championship) in Sardegna (la prova italiana del mondiale, da cui la denominazione di rally d’Italia-Sardegna) come assistant operation manager. Intanto la mia cerchia di contatti e conoscenze si ampliava e tramite la Ford mi è stato offerto un posto alla Ventana, società del gruppo Arcese specializzata in spedizioni marittime, con la quale ho lavorato dal 2007 al 2010. Un’esperienza, anche questa, che mi ha permesso di crearmi molti contatti nel mondo, tanto che una multinazionale svizzera con sede a Ginevra che si occupa di trasporti marittimi mi ha offerto la possibilità di un lavoro nel Texas, a Houston. Il tempo di ottenere il visto per gli Usa e sono partito. Mi trovo qui dallo scorso ottobre e lavoro nel campo sales and marketing. Qui mi trovo molto bene, il lavoro è stimolante, anche se molto impegnativo anche in termini di orari, nei nostri uffici lavorano duecento persone di ventitré nazionalità diverse, il che mi permette di essere costantemente a contatto e di conoscere altre culture con le relative sfaccettature, oltre al fatto che sto vivendo un’esperienza lavorativa che trovo molto formativa. Houston è una città dinamica, tutto sommato tranquilla, con alcune zone off limits in cui bisogna fare una certa attenzione come del resto un po’ in tutte le città del mondo; la gente è generalmente cordiale, il clima è buono, il traffico molto consistente e a volte davvero caotico. Il mio è un lavoro basato sui contatti con i clienti potenziali o già acquisiti, in azienda veniamo costantemente analizzati in base alla mole di lavoro che sviluppiamo, teniamo i contatti con l’Africa, l’Australia, l’Europa, la Cina, l’India, il Pakistan, si arriva anche ad oltre mille telefonate di lavoro al mese, senza contare che spesso sono in giro per il mondo; di recente ad esempio sono stato catapultato da Chicago a Cincinnati passando per Seattle… Attualmente avrei una proposta di lavoro che potrebbe portarmi a Shanghai, e mi si prospetta una possibilità anche per Londra, sempre nel campo delle spedizioni marittime. Dovrò quindi presto prendere delle decisioni in merito al mio immediato futuro. Vi farò poi sapere quale sarà la mia scelta. Saluti dal Texas, Alex».
