Sono passati più di tre anni da quando Clarissa Curà, particolarmente legata a Dozza dove sin da piccola trascorreva le vacanze nella casa dei nonni Vittoria e Tullio, ci scrisse da Wichita, nel Kansas, dove si trovava dallestate del 2006 (https://www.ilnuovodiario.com/imolians.cfm?wid=4050). Dopo tre anni di studio, il diploma di scuola superiore e un anno di università, Clarissa ha superato lesame di ammissione allAmda, una delle migliori scuole di recitazione degli Usa. Nel maggio del 2010 ha terminato la scuola ed è rientrata in Italia. Labbiamo sentita nei giorni scorsi. «Cinque anni negli Usa sono stati unesperienza importante – racconta Clarissa – ma, come avevo scritto in precedenza, non intendevo restare allestero per sempre. Mi mancavano la mia famiglia e le mie abitudini, ho ritenuto di aver concluso il programma che mi ero prefissa e ho quindi deciso che era il momento di tornare. Tutte le esperienze devono a un certo punto finire. Una volta rientrata, mi sono presa un anno sabbatico e, nel frattempo, mi sono preparata per il concorso da guardia giurata; facilitata rispetto agli altri concorrenti nella prova di inglese, ovviamente, ho superato le selezioni e in agosto ho iniziato il mese di prova allaeroporto di Bologna. Al momento abito a Pianoro con i nonni, a cui devo moltissimo: mi hanno come sempre aiutata, spronata, sono da sempre il mio vero punto di riferimento e di forza e la mia guida. Anche questo “anno sabbatico” sarebbe stato molto diverso da quello che è stato se non avessi avuto il loro aiuto. Sono felicemente fidanzata con un ragazzo di origine palermitana che abita nel bolognese e che lavora come chef in un ristorante». Se tornassi indietro rifaresti il percorso che hai seguito in questi cinque anni? «Certamente, anche se quando sono partita ero molto giovane, avevo 16 anni, e non sempre tutto è stato facile o semplice. Ho vissuto momenti bellissimi ma anche momenti meno piacevoli, tuttavia lesperienza mi ha aiutata a crescere. Oltre al fatto innegabilmente importante di aver imparato molto bene linglese, mi sono dovuta gestire, organizzare e a sedici anni tutto questo è impegnativo. La famiglia che mi ha ospitato negli Usa è diventata un po la mia seconda famiglia e con loro ho stretto un rapporto molto bello: sono venuti in Italia e con mia madre li abbiamo portati a visitare Bologna e i dintorni. Consiglio a tutti i giovani di fare unesperienza allestero, è una cosa molto importante per la formazione e la crescita. Sì, se tornassi indietro rifarei questa esperienza». A Clarissa, che questa volta vi presentiamo in divisa, auguriamo tanta fortuna per il suo nuovo lavoro e per il suo futuro.