L’imolian di questa settimana è un 28enne di Castel Bolognese, Emanuele Pomini, diploma di perito meccanico all’Alberghetti di Imola e laurea in Sociologia all’Università di Bologna. Ecco di seguito la sua testimonianza di vita all’estero.
«Sono Emanuele e sono reduce da un lungo soggiorno in Australia. Già nel corso degli studi universitari, oltre ad aver lavorato part time in un bar a Castel Bolognese per un anno e mezzo, ho trascorso per tre anni consecutivi i tre mesi di pausa scolastica estiva in California, a New York e a Londra, studiando o lavorando, in modo da raggiungere un buon livello di conoscenza dell’inglese. Dopo la laurea, un po’ per desiderio di avventura, un po’ perché in Italia già si sentiva la crisi, e un po’ anche per perfezionare ulteriormente il mio inglese, ho deciso di ripartire. In un primo momento la scelta è caduta su Londra, dove ho trovato lavoro come agente immobiliare incaricato di seguire gli appartamenti in affitto; il lavoro mi piaceva, ma a Londra non mi trovavo bene, non potevo sopportare il grigiume perpetuo del suo cielo, lo stress della metropoli congestionata, la freddezza degli inglesi. Anche il costo della vita molto alto non ha giocato a favore della mia permanenza e così, dopo tre mesi, sono rientrato in Italia. A luglio del 2010 sono ripartito, questa volta come meta avevo Sydney, Australia.
Mi hanno spinto a questa scelta le innumerevoli testimonianze di persone che ci sono state e che me ne hanno parlato molto bene, sotto il profilo lavorativo, climatico, sociale; inoltre mi sembrava la “sfida” per antonomasia, una città così lontana da sembrare un miraggio.
Non mi è stato facile all’inizio trovare una sistemazione adeguata: anche là i prezzi degli affitti sono molto cari, ma sono riuscito a trovare un buon compromesso. Ho lavorato dapprima in un bar, poi mi è stata offerta la possibilità di lavorare come rappresentante per un’azienda gestita da italo- australiani che produce gelato e dessert in modo artigianale, occasione che ho preso al volo.
Il lavoro mi piaceva e lo stipendio era molto buono se comparato a quelli italiani medi. Sono rimasto otto mesi, dopo di che mi hanno offerto la possibilità di ottenere un visto da lavoratore per potere restare in Australia per altri quattro anni, dato che il mio visto “working holiday” mi consentiva invece di rimanere solo un anno. Tuttavia, sebbene l’Australia sia un paese stupendo, mi sembrava una scelta troppo impegnativa quella di trasferirmi per tanto tempo in un luogo da cui, per tornare a casa, devi affrontare 20 ore di volo effettive e il costo del biglietto non è abbordabilissimo: se ti va bene forse puoi permetterti di tornare una volta all’anno a casa da famiglia e amici.
Così alla scadenza del mio visto sono tornato a Castel Bolognese, circa un mese fa, ed ora sto attivamente cercando lavoro.
Cosa mi è piaciuto dell’Australia? In primis è un paese dove il lavoro non manca, la crisi economica è molto meno sentita che in Europa e negli Usa e gli stipendi sono davvero alti; la gente è molto ospitale, semplice e rilassata. Il clima è ottimo (parlo di Sydney), inverno non troppo freddo (temperatura minima di notte 8 gradi), mezze stagioni calde ed estate molto calda. Sydney è una grande città ma è verdissima, piena di parchi e alberi, la definirei una città-giardino, con un mare da sogno e tante spiagge per goderselo. L’Australia in generale è un paese dalla bellezza naturale unica, un posto dove la natura la fa ancora da padrona.
Scontato dire che la cucina italiana è la prima cosa che mi è venuta a mancare, assieme all’arte e alla cultura di cui sono permeate le nostre città con i loro palazzi secolari. Oggi nelle grandi città in Australia ci sono un po’ tutte le razze del mondo, e il paese in qualche modo manca forse di una cultura propria. La gente è molto più semplici, meno pretenziosa e critica che in Europa, il che ha ovviamente lati positivi e negativi. Fuori dalle grandi città, che sono tutte sulla costa, andando verso l’entroterra, la civilizzazione è più scarsa e questo affascina inizialmente tutti gli europei, che apprezzano, ma commentano che non ci vivrebbero (me compreso!). Infine direi che è un paese molto isolato dal resto del mondo e questa è la sua fortuna/sfortuna.
Per concludere, penso che la mia esperienza sia stata bellissima e di certo lo rifarei, mi ha insegnato molto e la consiglierei a chiunque abbia voglia di vedere un posto diverso, un paese dall’altra parte del mondo, con flora e fauna esotiche, ma di cultura occidentale, il che lo rende davvero peculiare.
Nella foto che vi invio mi trovo alle “Wallaman Falls” in Queensland, le più alte cascate a getto unico dell’emisfero sud.
Un saluto… ormai da Castel Bolognese.
Emanuele Pomini, [email protected]».