Terzo imolese a scriverci dalle Canarie, Gabriele Gnudi ha 29 anni e una storia interessante.
Sta per concludere la sua esperienza a Tenerife, nel sud dell’isola più grande, più popolata e cosmopolita delle Canarie, oltre che la più fertile dell’arcipelago. Ci è arrivato perché con la sua tuba voleva intraprendere un Viaggio. Con la V maiuscola.
«Ho alle spalle un percorso studio/lavoro frastagliato – ci scrive Gabriele Gnudi -. Provo a riassumere: il mio approccio alla musica è iniziato con la batteria da teenager, per poi approdare al conservatorio intorno ai 20 anni, per uscirne un anno fa con un diploma di percussioni (ho molto riassunto!). Nel frattempo ho suonato con diversi gruppi, diverse musiche, diversi strumenti… e se non bastava integravo con lavori, mezzi lavori, lavoretti…
Conseguito il diploma in conservatorio cambio subito strumento, studio per qualche tempo il pianoforte, ma dentro di me cresce una necessità, sento il bisogno di suonare uno strumento “portatile”, da poter portare ”in Viaggio”. L’aggettivo portatile non si addice di sicuro alla batteria, alla marimba, al vibrafono, al pianoforte… e la mia scelta cade allora sul basso tuba. Per spiegarvi le ragioni di questa scelta ci vorrebbe un articolo dedicato solo a questo argomento… quindi tralascio.
Così sono arrivato ad avere e a suonare uno strumento portatile. Mancava solo “il Viaggio”: non è che lo strumento me lo volevo portare dal soggiorno alla camera da letto…e anche le ragioni di questo desiderio sarebbero lunghe da spiegare. Proverei a inserire tutte le ragioni dentro la parola curiosità e anche un po’ dentro la parola desiderio-di-cambiamento… Mi mancava quindi solo una meta: ma ho fatto presto a decidere, volevo assolutamente scappare da un rigido inverno, il biglietto aereo costava 25 euro… Tenerife!
Ma non volevo solo portare a spasso lo strumento su un aereo, lo volevo portare in strada. Negli ultimi anni ho scoperto il piacere e il fascino di fare busking e questo era quello che volevo fare nel mio “Viaggio”. Ho cercato per settimane su internet se a Tenerife fosse legale suonare per strada, non ho trovato informazioni soddisfacenti e ho deciso di tentare: il 10 dicembre io e Miss Tuba (così era scritto sul biglietto) siamo partiti.
Ero già stato diverse volte da ragazzino in vacanza coi miei a Playa de las Americas e ricordavo un bellissimo “paseo” sulla spiaggia, solcato ogni giorno da migliaia di abbienti turisti. Immaginavo fosse perfetto per adagiarvi il mio cappello. I primi due giorni sono trascorsi lisci come l’olio, perfetti. Poi, la policia local ha iniziato a fermarmi. Una volta, due volte. Dopo l’intimidazione di sequestrarmi lo strumento ho deciso di arrendermi.
Il piano B consisteva nel cercare di suonare in qualche locale, ma un bassotubista da solo non poteva fare molta gola ai gestori… Nonostante questo ho trovato da esibirmi in un bar per qualche sera attorno a Natale, ma l’imperativo era: trovare altri musicisti!
Girando per bar in cerca di lavoro con la mia tuba in spalla vedo un tipo seduto a un tavolo. Mi chiede “Do you play that?!” . “…Yes”. “Can you play blues?”. “…Yes”. “Today is your lucky day!”. Era un chitarrista e cantante inglese tatuato dalla testa ai piedi, faceva parte di una blues band e il suo nome era Whiskey. Alcuni giorni dopo mi invitano a provare con la band ai bordi della piscina nella villa di Whiskey. Finita la prova, il verdetto: “Welcome in the Traveller Blues Band!”.
In quel momento ho messo da parte il mio dizionario di spagnolo (stavo cercando di imparare la lingua) e mi sono ributtato sul caro vecchio inglese. Coi Traveller suoniamo in un ristorante un paio di volte a settimana e in breve tempo sono diventati come una famiglia per me, tanto che dopo qualche settimana mi trasferisco a casa del chitarrista più giovane, Tim. Lui vive a San Isidro, un paese a pochi chilometri dalla spiaggia di El Medano, meta di surfisti e tipi particolari, ben lontana dagli alberghi a 5 stelle di Playa de las Americas: subito il mio pensiero va al paseo sulla spiaggia… Vuoi vedere che qui la polizia è più tollerante verso gli artisti di strada? … e scopro non solo che lo è, ma che lo è totalmente! Dalla prima mattina in cui mi sono svegliato a San Isidro ho ripreso ad andare tutti i giorni in spiaggia a suonare, rigorosamente in bicicletta, tuba in spalla, quattro chilometri di sfrenata discesa la mattina, quattro di meditante salita la sera al tramonto, con 400 metri di dislivello… D’altra parte cosa ci si può aspettare da uno sputo di isola con in mezzo un vulcano di 3800 metri?
Ogni giorno in spiaggia a El Medano si fanno nuovi incontri: musicisti provenienti da tutta Europa, curiosi che fanno domande e poi magari ti offrono il pranzo, bambini che richiedono i brani del mio repertorio e si siedono in cerchio attorno a me per ascoltare (e i genitori pagano…).
Ora mi ritrovo ormai prossimo al mio ritorno in Italia: io e Miss Tuba abbiamo in tasca due biglietti per il 31 marzo. Non ho mai pensato di trasferirmi qui definitivamente, cercavo solo un’esperienza, so bene dov’è casa mia.
Però ho scoperto che ci sono emozioni che solo il “Viaggio” può darti e spero più avanti di poterne provare altre, altrove.
Ho sempre scritto Viaggio con la V maiuscola perché per me è qualcosa di sacro, forse ancora più della musica… Hasta luego, Imola!