Salve Imola, salve imolesi! Mi chiamo Federica Conti e ho 23 anni. Ho frequentato il Liceo socio-psico-pedagogico a Imola e, nel novembre del 2010, mi sono laureata in Scienze della comunicazione a Bologna. Il mese seguente sono partita per l’Australia. Da tempo pensavo ad un’esperienza all’estero per imparare bene l’inglese e per una crescita personale. Perciò quando Mirco, il mio fidanzato, mi ha chiesto se volevo partire con lui per l’Australia ho accettato: ero prossima alla laurea e subito dopo sarei stata pronta.
A dicembre siamo partiti e via Dubai siamo arrivati a Melbourne; abbiamo poi viaggiato fino ad Adelaide ed ora siamo a Mildura, una città nel nord-ovest dello stato di Victoria, nella regione Sunraysia, affacciata sulle rive del fiume Murray. Mildura è un importante centro agricolo noto per la sua produzione di uva e per gli allevamenti di pecore. Lavoriamo, come già Mirco vi ha raccontato la scorsa settimana, in una fattoria. Alloggiamo in un ostello che si occupa anche della ricerca di posti di lavoro per gli ospiti. L’ambiente è molto giovane e incontriamo ogni giorno ragazzi provenienti da tutto il mondo che, come noi, vogliono visitare l’Australia. In questo Paese questo tipo di servizio è molto comune perché permette ai giovani di mantenersi e quindi proseguire il loro viaggio. Non abbiamo avuto difficoltà ad inserirci in questo ambiente: la gente è molto ospitale e cortese. Qualche problema c’è stato all’inizio con la lingua: mi sono resa conto che ci preoccupavamo troppo della grammatica e della pronuncia, bastava invece buttarsi più spavaldamente, in questo modo la lingua rientra nella tua vita quotidiana e inizi anche a pensare direttamente in inglese.
I servizi qui funzionano bene, e mi riferisco non solo ai trasporti pubblici, ma anche agli uffici come posta, banche e similari. Posso dirlo perché sono esperienze che ho vissuto personalmente. Per quello che riguarda la scuola, qui le vacanze sono distribuite in modo diverso dal nostro. I ragazzi non hanno più di tre settimane di vacanze consecutive e questo, a parer mio, permette loro di vivere la scuola con meno ansia.
Dal punto di vista umano la gente è molto cordiale e disponibile, a volte se chiedi l’indicazione per una strada ti ci accompagnano personalmente. Tuttavia la gente è piuttosto riservata e distante nei rapporti interpersonali. Il loro stile di vita è molto più rilassato del nostro.
Mi chiedete dei miei progetti per il futuro: penso di tornare in Italia perché è il paese dove ho i miei affetti; trovo molto interessante trascorrere un periodo in questo Paese ma, per il momento, non credo di voler rimanere.
Mi fa uno strano effetto vedere come qui si consideri storico un palazzo di nemmeno cent’anni… E, di riflesso, mi mancano la nostra storia e, devo dire, anche la cultura culinaria che abbiamo in Italia. Molti prodotti Italiani vengono importati e si trovano con discreta facilità, il problema è che qui, nella maggior parte dei casi,il concetto predominante è mangiare per saziarsi e non anche per il gusto… Un sugo deve essere pronto in cinque minuti perché dedicarsi a lungo alla cucina è considerata una perdita di tempo. La pasta viene cotta all’inverosimile e la pizza ricorda quella di Big America: ricoperta di ogni genere di cose…. Ovviamente i ristoranti non mancano, anche quelli Italiani, e si mangia bene, ma i prezzi sono un po’ elevati. Pensandoci bene, mi mancano il nostro prosciutto crudo e il grana padano!
Perché tanti imolesi all’estero? Forse perché in questo momento in altri Paesi si trovano maggiori possibilità di realizzazione professionale rispetto all’Italia.
Un saluto a tutti da Mildura,
Federica
Federica racconta l’Australia
