12, Luglio, 2025

Mirco Pisano, contadino e attore in Australia

Dall’Australia un nuovo ’imolian’, il 28enne Mirco Pisano, impegnato a Imola negli ultimi 4 anni con il T.I.L.T. come operatore teatrale (lezioni e workshop di teatro nelle scuole di Imola e comprensorio) e come attore. Poi la partenza per Melbourne, di cui lui stesso ci racconta…

«Che dire del mio percorso precedente la trasferta australiana? Mi sono diplomato all’istituto d’Arte per la ceramica di Faenza, ho collaborato con il Tilt, lavoro che comporta anche l’andare alla ricerca di se stessi. Forse per questo ho deciso di iniziare un percorso di formazione professionale all’estero. Con il Tilt sono stato in Brasile per uno scambio culturale e da allora desideravo fare un’altra esperienza all’estero. A un certo punto ci si chiede “Cosa voglio fare da grande?” e io mi sono chiesto anche “Dove posso farlo meglio?”. Sono venuto a conoscenza di una grande comunità italiana a Melbourne, in Australia, dove avrei potuto sviluppare i miei studi. Ne parlai con la mia ragazza, Federica e, forte del suo supporto, subito acquistai un biglietto: Venezia – Dubai, Dubai – Melbourne. Il visto più appetibile per me era il Working Holiday Visa, che permette una permanenza di 12 mesi all’interno dell’Australia (Tasmania compresa), con la possibilità di studiare per 4 mesi al massimo e di lavorare anche 12 mesi, ma non per più di 6 mesi con lo stesso datore di lavoro. Fatto il visto on line, biglietto in tasca, non mi restava che aspettare: per spendere meno e racimolare intanto un po’ di soldi per i mesi futuri ho acquistato il biglietto 9 mesi prima di partire! Intanto mi creavo delle aspettative sul luogo in cui sarei andato, a metà tra il mito, la leggenda e la realtà: ho appurato in Australia non ci sono canguri e koala ovunque, non ci sono squali in ogni mare (i ragni mortali sì, ma basta non provocarli). Viaggiare serve per conoscere il mondo ma anche se stessi e questo lo sto sperimentando in prima persona. Attualmente mi trovo a Mildura, nello stato del Victoria, dove ho due occupazioni: lavoro come farmer (contadino) per estendere di un ulteriore anno il mio visto, e tengo workshop teatrali presso gli ostelli e centri culturali locali.
Se in Australia ti occupi in determinati settori, ad esempio il lavoro in campagna, per almeno 88 giorni in una delle aree segnalate dal Governo locale, ti rinnovano il visto per altri 12 mesi. Questo si può fare però solo una volta. In contemporanea ai miei lavori continuo il mio processo di ricerca teatrale personale. Mi trovo molto bene: qui “chi vuole, può farlo”. Le mescolanze etniche sono numerose, le difficoltà ad inserirmi ci sono state, ma tutto sommato neanche troppe. Il problema maggiore? La lingua. Conoscevo l’inglese, ma non parlavo “l’australiano”!
L’inglese parlato qui è diverso da quello che sentiamo a Londra e totalmente diverso da quello che impariamo a scuola. L’inglese che avevo “rubato” da tutte le persone che ho incontrato nei mei viaggi (Polonia, Brasile, Portogallo, Francia, Svizzera, Austria, Germania, Spagna, Grecia…) e che io chiamo “inglese di sopravvivenza”, non bastava, ma con il tempo e lo studio ho affinato la grammatica e lo speaking, anche se “capire” qui è stato inizialmente molto difficile. L’accento è molto diverso e particolarmente nasale, usano slang e modi di dire, ma dopo qualche settimana tutto ha iniziato a scorrere tranquillamente e ora non ho particolari problemi. Come aiutarsi? Leggendo! Leggo qualsiasi cosa mi capiti sotto mano, anche le etichette dei prodotti, giusto per imparare i termini specifici!
Un pregio locale? Qui è ancora in atto la meritocrazia. Se vali, se hai qualcosa da dire, ti ascoltano e sono contenti che tu abbia scelto il loro paese per sviluppare queste tue capacità. Difficilmente trovi porte chiuse, tutti ti ascoltano “a priori”, ti prendono in considerazione e sono realmente interessati ad ascoltare ciò che hai da dire. Poi magari puoi non essere utile per loro, ma hai sempre e comunque la possibilità di promuoverti e di crescere. Qui è normale decidere di iniziare una nuova carriera professionale a 35/40 anni solo per soddisfazione personale. Il benessere mentale e fisico viene prima dei soldi e sui visi delle persone puoi leggere la loro serenità.
Il loro motto è “take it easy”, prenditela facile o, come direbbero a Imola, “vai tranquillo”!
In Italia mi sono sentito troppe volte dire: “Troppo giovane per… Troppo vecchio per… Non ha la formazione giusta per… Le faremo sapere….” e poi, magari, silenzio. Qui, se non sei adatto, ti indicano dove puoi andare per migliorare le tue conoscenze o dove potresti trovare lavoro.
Dal punto di vista umano le persone sono forse un pochino più fredde che da noi, ma dobbiamo considerare che proveniamo da culture molto diverse. Alla fine sono molto friendly, amichevoli. Semplici e genuini, sono riusciti però a creare alcune tra le maggiori metropoli del mondo da un continente il cui l’80% è arido, fatto di sabbia e mare.
Mi sento a casa? Non proprio. Voglio tornare? Forse. Ma credo sia prematuro rispondere a queste domande. Non mi piace l’idea degli italiani che “scappano” dal proprio paese. Amo l’Italia e voglio tornare per dare un valore aggiunto alla mia comunità e per farla crescere. Mi permetteranno di farlo?
Mi mancano ovviamente gli affetti familiari, gli amici, il gruppo Tilt e ArtisticAndo con i quali lavoro, e quella sorta di malinconia delle 17 sotto l’orologio in un pomeriggio di novembre… Imola è fantastica, sarebbe ancora più bella se le si desse maggiore ascolto. A Imola ho mosso i primi passi, ho incontrato il primo amore, i veri amici. Non ci sarà per me in nessuna parte del mondo un posto come la mia città.
Purtroppo l’Italia ha perso molti dei suoi ideali e gli input che vedo spesso lanciare dai nostri mass media sono solo tre: denaro, fama (gratuita) e belle donne. Non è che all’estero le cose siano facili, ma è meno difficile trovare buone strutture per lo studio, la ricerca, lo sviluppo della propria formazione e quindi una buona possibilità di inserimento nel tessuto sociale. La precarietà che affligge ultimamente l’Italia non aiuta i giovani, che non sono ascoltati nè presi in considerazione: “Sono il nostro futuro”, dicono tutti, ma si continua a investire su altri fronti. Se può essere d’aiuto a qualcuno, ho creato un blog dove documento la mia esperienza e offro consigli: http://italianoxcaso.splinder.com. C’è anche la pagina Facebook “ItalianoxCaso”. Se avete qualche curiosità su questo paese sarò felice di rispondere alle vostre domande. Un abbraccio alla città più bella che abbia mai conosciuto!»
Mirco Pisano

Messaggio promozionalespot_img
Messaggio promozionalespot_img
Messaggio promozionalespot_img
Messaggio promozionalespot_img
Messaggio promozionalespot_img
Messaggio promozionalespot_img
Messaggio promozionalespot_img
Messaggio promozionaleSviluppo Siti Web e loghi

Ti potrebbe interessare

Messaggio promozionalespot_img
Messaggio promozionalespot_img
Messaggio promozionaleRealizzazione siti internet
Messaggio promozionalespot_img
Messaggio promozionalespot_img

LASCIA UN COMMENTO

Leggi la prima pagina

IMOLA

LUGO