Lasciare la propria città e i propri affetti, mettersi in auto in viaggio verso un altro Paese con una bimba piccola non è da tutti. Ma è stata questa la scelta coraggiosa di Francesca Ventura, che qui ci racconta l’esperienza di vita e di lavoro sua e della sua giovane famiglia in Inghilterra.
«La cosa che più di tutte caratterizza la maggior parte delle mie decisioni é senza dubbio la rapidità. E il nostro trasferimento nel Regno Unito é stato davvero rapidissimo! Si dice che “tra il dir e il fare c’é di mezzo il mare”…. Nel mio caso sono bastati una sbirciatina in internet, l’invio di due curriculum, un colloquio e 1700 km di viaggio in auto senza Gps!
Mi chiamo Francesca Ventura, ho 26 anni e vivo da un anno e qualche mese a Chesterfield, una città grande più o meno come Imola, situata nel Derbyshire (una delle regioni comprese nelle East Midlands inglesi), insieme alla mia famiglia: mio marito, Michele Muccilli, e nostra figlia Vittoria.
Michele ha 27 anni, è di origini pugliesi, imolese di adozione da 12 anni. Ha studiato all’istituto alberghiero di Riolo Terme ed ha sempre lavorato per ristoranti e alberghi, tra cui l’Osteria del teatro e il San Domenico di Imola e l’hotel Mare e Pineta di Milano Marittima. Ora sta frequentando il terzo livello del corso Ais da sommelier a Londra e a breve sarà un sommelier certificato.
Io ho alle spalle un percorso universitario incompleto: prima di attendere Vittoria frequentavo il secondo anno di Lettere e filosofia a Bologna. Ho collaborato per qualche mese nella redazione di Imola del Corriere di Romagna e il mio primo lavoro dopo la gravidanza è stato come volontaria per il servizio civile nel settore scuole del comune di Imola.
Ora a Chesterfield lavoriamo entrambi per “Nonna’s”, in Chatsworth Road, un ristorante italiano nato quattordici anni fa dalla mente e dal cuore di due amici italo-inglesi intenzionati a ricreare l’autentica atmosfera d’Italia, simile a quella alla quale noi italiani siamo abituati e della quale gli stranieri si innamorano. Michele è il terzo manager del ristorante.
L’idea di trasferirci ci è venuta nel luglio del 2009, quando sia Michele che io sentimmo il bisogno di arricchire il nostro bagaglio culturale con qualcosa che ci rendesse lavorativamente “più interessanti” rispetto ad altri, come poteva esserlo appunto l’avere una buona padronanza (più ancora della “conoscenza”) di una lingua straniera. Volevamo anche trovare qualcosa che mettesse alla prova la nostra indipendenza e la nostra capacità di farcela da soli.
Ad agosto iniziai a mandare via e-mail i nostri curriculum a vari ristoranti sparsi per il Regno Unito, da Londra ad Edimburgo: i primi a risponderci furono proprio i nostri attuali datori di lavoro!
In agosto sostenemmo a Roma un colloquio con la responsabile del personale; soltanto un mese dopo, esattamente il 21 settembre, dopo 18 ore di viaggio toccammo per la prima volta terra inglese… e, se inizialmente non fu un incubo, lo dobbiamo solamente al nostro continuo entusiasmo e al sostegno che le nostre famiglie non ci hanno mai fatto mancare, anche se il nostro entusiasmo era velato da un po’ di nostalgia…
Dopo un periodo di scombussolamento e assestamento durato circa un mese, abbiamo iniziato a vivere a pieno questa avventura, con motivazione e soddisfazioni in continua crescita, in primo luogo quella di vedere nostra figlia diventare bilingue!
Vittoria compirà 4 anni a febbraio, ha frequentato il primo anno di nido a Imola e qui è iscritta alla pre-school, una sorta di ultimo anno di materna in preparazione alla primary school, dove entrerà il prossimo settembre, con tanto di ’divisa’…. L’inserimento ovviamente non è stato facile, ma le sue maestre sono state molto brave e attente: si sono organizzate con targhette in inglese e in italiano, che loro stesse cercavano di leggere per introdurla nella routine della scuola. Ha iniziato con tre durissimi mesi di nursery room (per bimbi dai 2 ai 3 anni) poi è stata spostata nella sezione pre school, dove è davvero rinata! Ha iniziato a parlare inglese come una vera inglesina e a divertirsi ogni giorno di più, e noi siamo davvero contenti e consapevoli del fatto che le stiamo facendo un gran bel ’regalo’, quello di donarle la possibilità di un futuro diverso. Oltre alle aspirazioni e alle ambizioni, questo più di tutto ci fa andare avanti. Vittoria è una bambina sveglia, lo dico sapendo di parlare da mamma innamorata di sua figlia, ma sono convinta che una bimba come lei si meriti tutto, siamo orgogliosi di lei.
L’Inghilterra è un Paese che regala spazi, che dona libera espressione e tante possibilità. Inoltre è un Paese sempre pronto ad investire sulle tue idee. Per esempio sto realizzando un magazine volto a raccontare l’Italia per quella che è veramente, aldilà delle barzellette e dei luoghi comuni, e questo grazie all’incoraggiamento che tante persone mi stanno dando solo dicendomi “Ma perché no? Provaci!”
Che cosa mi manca dell’Italia? Le stagioni! Purtroppo uno dei “difetti” dell’Inghilterra è che fa sempre freddo: estate, autunno, inverno e primavera qui diventano solo aggettivi usati per ricordarti a che punto dell’anno sei. Ovviamente con tanta, tanta educazione! Buone feste e buon anno a tutti i nostri parenti ed amici e ai lettori del Nuovo Diario da Francesca e Michele con Vittoria».