New York non finisce mai di sfornare imolians. Ecco questa settimana Eva Zappitello, nativa di Castel del Rio, da 37 anni nella Grande Mela.
L’abbiamo incontrata alla Sagra del fungo porcino a Castel del Rio; dal suo borgo natale non manca mai per una vacanza estiva e non fa mai mancare nemmeno il suo apporto alla sagra. L’abbiamo vista all’opera in cucina, così come l’ex sindaco Salvatore Cavini, che ci ha suggerito un titolo: ‘Da Brooklyn alla sagra del porcino’! Sì, la nostra imolian abita a Brooklyn, vicino al ponte di Verrazzano, punto di partenza della maratona di New York, celebre anche per alcune scene drammatiche girate per il film ‘La febbre del sabato sera’.
«Mi chiamo Eva Zappitello ed ho trascorso la mia infanzia e gioventù a Castel del Rio. Ho frequentato a Imola le scuole professionali che si trovavano allora nel Centro cittadino e ho poi lavorato per dodici anni a Bologna all’Oma, un’azienda che si occupava di organizzazione macchine agricole e lotta antiparassitaria. Ero l’unica donna in mezzo a 25 uomini. A Bologna ho conosciuto Robert Porto (nonno paterno di origine italiana e madre irlandese, n.d.r.). Era venuto dagli Usa per studiare alla facoltà di medicina di Modena. Nel 1973 sono andata con lui a New York per conoscere la realtà in cui viveva e la città mi ha subito affascinata. Nel giugno dello stesso anno ci siamo sposati, lui si è laureato e ci siamo trasferiti a New York. Mio marito ha lavorato come ostetrico e ginecologo al Long Island College Hospital a Brooklyn e da circa un anno è in pensione. Ha scelto di non proseguire con la libera professione perché negli Usa l’assicurazione che i medici devono stipulare per proseguire la loro attività è carissima!
Ma torniamo alla mia storia: arrivati a New York abbiamo abitato un anno con mia suocera, poi ci siamo trasferiti in una casa tutta nostra. Per prima cosa mi sono buttata nello studio dell’inglese, ho fatto tre corsi per stranieri e in seguito ho preso il diploma all’High School, senza particolari difficoltà (hanno tenuto conto del diploma di scuola superiore italiano che già avevo). Mai avrei pensato che ad un certo punto della mia vita avrei fatto la casalinga, invece è stato così: abbiamo avuto due figlie, Natalie che ora ha 35 anni e Stephanie che ne ha 32, ho insegnato loro l’italiano ed ho mantenuto nel limite del possibile le tradizioni italiane in casa nostra. Mi sono specializzata nella cucina italiana e romagnola (non ero molto abituata a dedicarmi ai fornelli fin che ero in Italia…) tanto che presto è diventata un’abitudine invitare gli amici per far conoscere loro i nostri piatti. A New York trovo tutte le materie prime che mi occorrono, non mi servo quasi mai nei supermercati, ma nei piccoli negozi vicino a casa che offrono di tutto, fino alla mozzarella freschissima. Ci sono negozietti con prodotti per tutte le etnie, così come i ristoranti. In questo modo ognuno può sentirsi a casa sua e non noto troppo una vera ‘divisione’ dall’Italia. Di New York sono proprio innamorata, abitiamo vicino all’isola di Manhattan, ricordo ancora il mio primo impatto con la città: mi colpirono i grattacieli illuminati, mi pareva di essere in un luogo di sogno. Anche l’atmosfera natalizia è bellissima. Mi ritengo una persona fortunata, ho avuto il meglio dei ‘due mondi’: New York con le sue positività e la sua organizzazione, Robert, due figlie meravigliose, e… quando torno a Castel del Rio tutti mi fanno una grande accoglienza e posso godere anche degli ottimi funghi che la sagra a questa stagione propone. Per quanto riguarda i rapporti umani trovo che noi italiani siamo più spontanei, gli americani sono un po’ più titubanti nell’approccio iniziale, sembrano più freddi, ma se crei un po’ di feeling sono poi disponibilissimi. Nei primi tempi mi mancava il mio lavoro, poi ho riempito la mia vita con tante altre cose. Una differenza saliente rispetto all’Italia: i figli se ne vanno presto da casa, anche le mie ragazze sono andate a studiare fuori e ad abitare da sole l’una a 18 e l’altra a 21 anni. Sono gli studi nei college a spingerle all’indipendenza. Ma sono costantemente in contatto con loro e quando è possibile ci riuniamo per il pranzo domenicale.
In pieno inverno mio marito ed io ci spostiamo a Fort Lauderdale, fra gli stretti della Florida e le Everglades, dove abbiamo una casa e dove si gode il clima tropicale tipico della zona. In estate torno sempre nella mia vallata e anche le mie figlie ci sono venute per le vacanze fin da piccole, per stare con nonni, zii e cugini».