Possiamo dire di avere veramente inseguito Carlo Ricci Petitoni per qualche anno, da quando si trovava in Svezia per l’Erasmus alla Linköping University. La costanza viene sempre premiata e, anche se a distanza di molto tempo da quando la caccia a questo imolese è iniziata, eccolo qui. Anzi, eccolo a Sydney, dove lavora al The Photo Studio (www.thephotostudio.com.au) di North Sullivan.
Carlo Ricci Petitoni ha appena compiuto i 29 anni, ha studiato allo scientifico Rambaldi Valeriani a Imola e si è laureato in ingegneria gestionale all’Università di Bologna. La sua grande passione è sempre stata la pallacanestro e ad Imola è molto conosciuto nell’ambiente del basket: dai 19 anni in poi ha allenato i giovani e la prima squadra dell’Andrea Costa e a 26 è diventato allenatore nazionale. Poi, un’altra passione ha preso il sopravvento, quella della fotografia: «È stato un amore improvviso, nato quattro anni fa, senza che di fotografia mi fossi mai molto interessato prima, anche se ho sempre amato i paesaggi e i documentari fotografici. Ho sempre visto macchine fotografiche in casa, poiché mio padre le colleziona. Ma niente di più. Ho cominciato a fotografare in Svezia, poi ho fatto qualche lavoro a Imola. Mi attirava l’idea di viaggiare e quando ho deciso di partire ho puntato su un Paese di lingua inglese, che avesse tra le sue bellezze anche il mare: ho scelto l’Australia. Sono partito un po’ alla ventura, dandomi dei tempi entro i quali avrei dovuto trovare un lavoro, prima che si esaurissero i risparmi messi da parte lavorando a Imola al “Dolce Lucia” e facendo altri lavoretti prima di partire. Non è stato facile all’inizio, ma ho avuto la fortuna di leggere un’inserzione su un giornale di Sydney: cercavano qualcuno che lavorasse al computer in uno studio fotografico. Mi sono presentato, ho iniziato il lavoro, poi al titolare sono piaciute le mie foto e ho iniziato a farne per lo studio. All’inizio book per modelle, ritratti ad un presentatore della televisione australiana, lavori commerciali per gli Emirati. Poi ho cominciato a fare qualcosa di “mio”, con i soggetti che mi piacciono. E, da gennaio, ho un contratto da dipendente per quattro anni in questo studio. Faccio spesso fotografie pubblicitarie, cercando di essere creativo e produrre foto che abbiano un forte impatto e uno stile che mi caratterizzi. Amo il cinema e credo che anche una fotografia per essere interessante debba comunicare una storia e suggerire un messaggio. Mi piacciono particolarmente le foto naturalistiche, stare da solo immerso nella natura è una cosa che mi appaga. I grandi paesaggi con una piccola presenza umana sono i miei scatti preferiti, mi piacerebbe anche poter fare foto di guerra, sarebbe un modo per dare ancora maggior significato a ciò che faccio».
Come ti trovi a Sydney? «Molto bene, lavoro molto ma sono soddisfatto, mi posso permettere una casa carina, dopo che all’inizio ho cambiato sette diverse abitazioni… Il rapporto con la gente è facile, qui ci sono regole chiare alle quali la gente si adegua, hanno la cultura del rispetto. Tutti lavorano, la gente è rilassata, aperta e disponibile, sono aperti all’innovazione. Trovo che, mentre in alcuni ambiti c’è forse un po’ di carenza nel substrato culturale, per altri versi ci sia molto fermento, ad esempio per quanto riguarda le mostre di fotografia artistica».
Oltre al lavoro, Carlo ha trovato al “The photo studio” anche l’amore: una ragazza inglese che come lui lavora per Sullivan.
Chi volesse saperne di più su di lui e sul suo lavoro, può visitare i siti www.carloricci.com,
www.crphotography.it e www.thephotostudio.com.au, mail [email protected].
