13, Luglio, 2025

Pietro Dall’Olio in Messico per la teoria quantica

Da Città del Messico nel 2009 avevamo ricevuto la testimonianza di Gabriele Tamburini, ora rientrato in Italia. Da poco più di un anno un imolese si trova invece a Morelia, la città capoluogo dello stato messicano di Michoacan, nel Messico centrale. E’ Pietro Dall’Olio, e ci racconta la sua esperienza.

«Mi chiamo Pietro Dall’Olio, ho 27 anni, sono nato a Faenza e ho sempre vissuto a Imola… fino a poco più di un anno fa, quando mi sono trasferito a Morelia, in Messico, per realizzare un master in fisica della durata di due anni, cui seguiranno tre anni di dottorato.
Dopo aver conseguito la laurea triennale in Fisica a Bologna ho attraversato un periodo un po’ incostante, pieno di incertezze. Non ero soddisfatto dell’indirizzo specialistico che avevo intrapreso e dopo un anno l’ho abbandonato e mi sono iscritto a ‘Storia e didattica della fisica’, deciso, ma non senza riserve, a intraprendere la carriera dell’insegnamento. Dopo aver dato gli esami, tra un lavoro part time e lezioni private, mi sono arenato nella preparazione della tesi, mentre crescevano i miei dubbi sulla mia scelta e sul mio futuro.
Quando, nell’estate del 2008, Umberto Cotti, amico di famiglia, professore di fisica, imolese di origine ma residente in Messico da più di vent’anni, mi disse che l’Istituto di fisica e matematica di Morelia, dove lavora, aveva cominciato a concedere gli assegni di borsa di studio anche agli studenti stranieri, non ci ho pensato due volte. Ho fatto domanda per l’iscrizione al master, ho superato gli esami d’ammissione, compiuta tutta la “via crucis” burocratica e mi sono imbarcato in questa nuova avventura.
Morelia, capitale dello stato del Michoacan, relativamente vicina a Città del Messico, è una città che avevo già visitato nel 2003, come turista, ospite di Umberto. Questa volta sono arrivato non totalmente a digiuno della lingua, dopo una rapida infarinatura di spagnolo prima della partenza, così che l’impatto non è stato per nulla traumatico. La gente qui è molto gentile e ospitale, soprattutto con gli stranieri, mi hanno perfino contattato alcuni ragazzi che avevo conosciuto in quella vacanza di sette anni fa, che sono stati felici di rivedermi.
All’università mi sono trovato subito benissimo. In confronto agli standard di Bologna siamo pochissimi studenti, in media 4 o 5 per ogni corso. In un paio di corsi sono stato addirittura l’unico studente, inutile dire quanto si impari di più avendo un professore tutto per te!
Il livello accademico è decisamente valido, i docenti sono per più della metà stranieri, un po’ di tutto il mondo. Oltre a Umberto c’è anche un altro italiano, un toscano, molto bravo. Sotto la guida di un professore tedesco, che sarà il mio relatore, ho intrapreso lo studio della ‘Teoria quantica dei campi’, in particolare della Cromodinamica quantica (Qcd), la teoria che descrive il comportamento di alcune particelle elementari chiamate quarks, un campo molto interessante e in cui c’è ancora molto da capire.
Il Messico, come l’Italia, è un paese pieno di problemi, direi che corruzione e povertà sono ai primi posti. Ma, a differenza dell’Italia, questo paese crede e investe nella ricerca scientifica. Le borse di studio del master e del dottorato consentono allo studente una qualità di vita decente, i professori universitari percepiscono un buon stipendio e, sopratutto, è possibile diventare professore dopo un paio d’anni di post dottorato senza dover passare anni e anni da ricercatore assistente precario come in Italia.
La città è una metropoli in confronto alla nostra Imola; pur contando quasi due milioni di abitanti è molto vivibile, niente a che vedere con la caotica, ma pur sempre affascinante, capitale Città del Messico. Morelia è una città molto viva, piena di locali di ogni genere, ospita un festival del cinema di livello internazionale e diversi festival di musica (il Conservatorio di Morelia è il più antico d’America). Ha un incantevole centro storico, in stile coloniale, dove troneggia una delle più belle cattedrali dell’America latina.
Insomma, si sarà capito che in Messico mi trovo piuttosto bene, anche se non posso negare che spesso ho nostalgia dell’Italia, in particolare di Imola, degli imolesi, degli amici e dei familiari. Più che altro mi mancano le persone, intese come singoli individui a me cari, ma anche, più in generale, quell’insieme di personaggi imolesi che faceva da contorno alla mia esistenza. Mi manca l’espressione romagnola, sentire i miei nonni parlare in dialetto, prendere un caffè al bar con un amico… e poi le nostre piazze, le campagne, i borghi medievali. Piccole cose a cui non davo peso, finché stando qui ho capito quanto facciano parte di me.
Mi spiace non veder crescere i miei fratelli, Riccardo che ha quasi dieci anni e la piccola Francesca che ne ha solo due. Ma non si può avere tutto. Cerco di tornare a casa un paio di volte l’anno. Per adesso va bene così. Pietro».

 

Messaggio promozionalespot_img
Messaggio promozionalespot_img
Messaggio promozionalespot_img
Messaggio promozionalespot_img
Messaggio promozionalespot_img
Messaggio promozionalespot_img
Messaggio promozionalespot_img
Messaggio promozionaleSviluppo Siti Web e loghi

Ti potrebbe interessare

Messaggio promozionalespot_img
Messaggio promozionalespot_img
Messaggio promozionaleRealizzazione siti internet
Messaggio promozionalespot_img
Messaggio promozionalespot_img

LASCIA UN COMMENTO

Leggi la prima pagina

IMOLA

LUGO