Muove i suoi primi passi nel 1950 alle casette di Miola, alle Tombarelle, a Ponticelli, studia all’Alberghetti, lavora in due aziende imolesi per una delle quali, giovanissimo, Giuseppe Baldassarri comincia a girare il mondo: Australia, Corea, Brasile, Filippine, Russia, Polonia…
Dopo il servizio militare viene assunto nel nord Italia, ad Agrate Brianza alla ‘Carlo Colombo’, azienda all’avanguardia nella produzione e lavorazione del rame: «Lì ho imparato moltissimo, si lavorava con tecnologie moderne e macchinari americani, è stata un’esperienza molto formativa per me. Mi mandavano spesso in America dai loro clienti» spiega Giuseppe Baldassarri, da sempre appassionato di elettronica e tecnologia. E sono proprio le sue conoscenza nel campo a far sì che la Southwire Company di Carrollton, specializzata nella produzione di fili di rame e cavi per la trasmissione dell’elettricità, gli chieda di entrare in azienda: «Era il 1978. Mi ero sposato da poco, Anna Maria ed io avevamo un bambino di un mese, Marco, che ora ha 31 anni e due figli, e siamo partiti tutti e tre per la Georgia. Pensavo di restare due o tre anni, il tempo di affinare la conoscenza dell’inglese e di approfondire ulteriormente le tecniche di ricerca e sviluppo dei procedimenti per la produzione del rame».
Carrollton diventa invece la loro città d’adozione ed è qui che sono poi nati altri due figli, William e Cristina, oggi 27 e 19 anni.
Quattro anni dopo il suo arrivo in Georgia Baldassarri si mette in proprio e la sua azienda diventerà leader in quanto a procedimenti moderni per la produzione e la lavorazione del rame, operando in campo mondiale nei campi ingegneristici e della consulenza. Giuseppe viaggia moltissimo per lavoro e tutte le volte che gli è possibile fa una deviazione per salutare a Imola la mamma e le sorelle.
La sua «GBC Technologies» decolla e lievita nell’ambito della costruzione di macchine e tecnologie, offre servizi sempre più innovativi, Giuseppe si occupa della creazione di aziende da vendere ‘chiavi in mano’. Importa macchinari italiani, perché il termine ‘italiano’ è quello che ricorre sempre nei suoi discorsi: «Sono italiano anche se sono all’estero da trentadue anni, siamo tutti iscritti all’Aire (il registro degli italiani all’estero, n.d.r.), anche i miei figli hanno la doppia cittadinanza, in casa si parla italiano, si ‘mangia’ italiano ed ho sempre portato i ragazzi in Italia per le vacanze estive. Una decina di anni fa ho comperato e ristrutturato una casa nell’imolese che utilizzo quando vengo qui con la famiglia».
Una collezione di auto tra cui una Ferrari, aereo privato: come si arriva a tutto questo?
«Con tanta fatica all’inizio, ho lavorato tanto per tutta la mia vita, che ho dedicato al mondo del rame. Ma anche questo paese mi ha dato molto. In Georgia si sta bene, si vive bene, c’è libertà di pensiero, non ci sono invidie, non c’è tanta burocrazia come da noi. Quello del rame è un mondo ristretto, io sono arrivato al posto giusto nel momento giusto. Sono arrivato in un luogo in cui la sicurezza non è un problema, la natura è bellissima, attorno a casa abbiamo tanto verde, la possibilità di pescare, ci sono molti animali e piante di ogni genere. Nel 2005 ho fondato la Filowhire, azienda ad alta tecnologia per la produzione del filo di rame, 500 tonnellate al mese di rame che vendiamo a chi fa cavi per impiego aeronautico, spaziale, per automobili o cavi di esplorazione per l’industria petrolifera. Mi affascina la moderna tecnologia, facciamo anche scuola per insegnare a produrre rame e più di un imolese ha fatto degli stages nella mia azienda. Ho attraversato l’Atlantico trecento volte in questi anni, in media ho volato un’ora e mezzo al giorno, anche con il mio aereo, con il quale verrò in Italia a fine giugno per festeggiare il mio compleanno, con mia moglie, qualcuno dei miei figli e qualche amico. Atterreremo all’aeroclub Baracca di Lugo, con il quale sono da sempre in contatto, ho fatto avere loro anche degli elicotteri. Gli aerei sono il mio hobby, assieme a quello delle automobili e alla passione per la Formula Uno».
Ricordi imolesi? «Da ragazzo andavo con gli amici a pescare al fiume, ricordo la festa della cuccagna a Sassoleone, le partite di calcio, le partite a carte, le gite al mare in motorino. Ho anche lavorato presto, a tredici anni dopo la scuola andavo ad aiutare un arrotino, Pietrini. Non ho mai perso i contatti con Imola e non li perderò mai. Quindi i ricordi si rinnovano sempre».