13, Luglio, 2025

Marco a Toronto, cervello in fuga

Ci scrissero dal Canada per la rubrica ’Imolians’ nel 2007 Matilde Bombardini (Vancouver), nel 2008 da Toronto Silvia Mirri, poi rientrata a Imola, e Alexandros Chatgilialoglu, del quale di recente abbiamo riportato la successiva esperienza in California. Abbiamo ormai oltrepassato le 150 testimonianze di imolesi all’estero ed ecco un altro ’cervello imolese in fuga’ in Canada, Marco Mura, medico e ricercatore.

 

«Mi chiamo Marco Mura, ho 34 anni, a Imola ho frequentato le elementari alle Carducci e le medie all’Innocenzo da Imola; mi sono diplomato al Liceo classico Rambaldi Valeriani nel 1994.
Ho scelto quindi la facoltà di Medicina e chirurgia e nel 2001 mi sono laureato all’università di Bologna».
Marco non lo specifica, ma in Internet si trova facilmente il suo curriculum: la sua tesi di laurea, il cui titolo è riportato in inglese (“Utilization and meaning of nuclear medicine tests in the diagnosis, staging and follow-up of interstitial lung diseases”), gli ha fruttato un 110/110 e lode.
Dopo la laurea frequenta il dottorato di ricerca in “Scienze pneumo-cardio-toraciche di interesse medico e chirurgico” a Bologna e, all’interno di questo percorso, parte per la prima volta per l’università di Toronto, dove svolge buona parte del suo dottorato dal 2003 al 2005. Appena rientrato dal Canada si sposta a Roma, dove frequenta la Scuola di specializzazione in “Malattie dell’apparato respiratorio” all’università di Roma Tor Vergata, brillantemente conclusa nel 2008.
«Una volta specializzato sono ritornato a Toronto, nel dicembre del 2008, per perfezionare la mia formazione clinica e intraprendere un progetto di ricerca alla Clinical/Research Fellowship University. Sono qui da un anno e qualche mese e lavoro come Clinical Research Fellow. Mi trovo molto bene, del resto conoscevo già la città e l’ambiente universitario e medico, visto che a Toronto ho abitato quasi tre anni per il dottorato e non vedevo l’ora di tornare! Non ho avuto problemi per la lingua, conoscevo già bene l’inglese e Toronto è una delle città più multietniche del mondo. Non ho avuto praticamente nessuna difficoltà nemmeno ad inserirmi. Il gruppo di ricerca con cui lavoro è entusiasmante, però non è facile trovare i fondi per lo stipendio; per gli stranieri, inoltre, non è così facile riuscire ad ottenere una licenza definitiva per esercitare la professione, e questo vale per tutte le professioni».
Ho riscontrato rispetto all’Italia molte differenze dal punto di vista del lavoro in ospedale, sia nel lavoro di ricerca che in quello clinico. Si lavora molto, ma qui i professori non hanno l’abitudine di sfruttare i collaboratori come “portaborse” e per mansioni assolutamente scollegate dalla formazione. Dal punto di vista umano in generale il clima è più rilassato che in Italia, forse perché le varie figure professionali si sentono tutelate. Probabilmente è raro stabilire vere amicizie sul luogo di lavoro, ma si possono sempre trovare fuori».
Quali sono i progetti di Marco? «Mi piacerebbe rimanere in Canada, dove apprezzo molto la qualità di vita, il sistema che garantisce scolarizzazione ed assistenza, il multiculturalismo che garantisce i diritti a tutti, senza che un gruppo si autodefinisca “superiore” agli altri. Credo che sia un ottimo posto dove crescere una famiglia. Cosa mi manca dell’Italia? Quando ero a Roma mi mancavano terribilmente l’accento romagnolo e il modo di fare pratico e schietto degli imolesi… Mi mancano ancora adesso.
Mi chiedete quali ragioni spingano tante persone a lasciare il nostro Paese. Posso dire che, nel mio campo, molti ricercatori e medici in Italia si scontrano con la mentalità del “portaborsismo” e con il sistema delle raccomandazioni tipici delle università italiane, dove è abbastanza usuale trovare difficoltà a farsi strada solo sulla base del merito. Altri forse si trasferiscono per trovare una migliore qualità di vita, in un posto dove le regole vengono rispettate e non ignorate, aggirate o cambiate secondo la convenienza dei potenti di turno. Saluti a Imola! Marco – [email protected]».

 

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