Un imolese in Svizzera. Gabriele Gardini segue un master al Conservatorio della Svizzera Italiana (Csi), che ha la sua sede al Centro San Carlo a Lugano, la città più grande del canton Ticino, terzo polo finanziario e importante centro di congressi, di banche e d’affari della Svizzera. Lugano è una città cosmopolita che mantiene però il suo spirito di cittadina a misura d’uomo.
«Mi chiamo Gabriele Gardini, ho 25 anni e sono un musicista. Ho studiato flauto traverso a Imola alla Scuola comunale di educazione musicale Vassura-Baroncini con i maestri Paola Tarabusi e Fulvio Fiorio.
Mi sono diplomato nel 2005 in flauto traverso, nel 2006 mi sono laureato in Economia aziendale all’Università degli studi di Bologna, nel 2009 ho conseguito il diploma di secondo livello in discipline musicali (flauto) al Conservatorio Arrigo Boito di Parma.
Vivo a Lugano dall’ottobre del 2009 e sono iscritto al Master in Specialized music performance (flauto traverso) al Conservatorio della Svizzera italiana (Musikhochschule) nella classe del maestro Mario Ancillotti.
Non ho avuto particolari difficoltà ad inserirmi perché il conservatorio è molto ben organizzato e c’è una persona preposta a qualsiasi evenienza (alloggio, borse di studio, permesso di soggiorno, ecc…). Ovviamente non ho avuto nessun problema con la lingua, dal momento che mi trovo nel canton Ticino, dove l’italiano è la lingua più parlata.
Riguardo alle differenze con l’Italia posso dire che, nonostante il Conservatorio della Svizzera italiana sia diventato scuola universitaria di musica solo da 20 anni, può contare su finanziamenti molto più consistenti rispetto a un normale conservatorio italiano. Non a caso vi insegnano grandi musicisti e didatti quali Massimo Quarta, Carlo Chiarappa, Valery Gradow, Francesco Tamiati, Andrea Conti, Mario Ancillotti e potrei citarne tantissimi altri.
Inoltre, a noi studenti è data la possibilità di studiare tutti i giorni dell’anno (Natale e Capodanno inclusi) dalle 8 della mattina fino a mezzanotte e mezza, cosa che in Italia non sarebbe minimamente pensabile. Da noi alcuni conservatori sono addirittura chiusi il sabato oltre che la domenica e tutte le feste comandate. In Svizzera, inoltre, chi vuole può lavorare per il conservatorio, dove ben due uffici sono preposti a questo compito e spesso e volentieri trovano per noi ingaggi a manifestazioni come matrimoni, presentazioni di libri, aperture di nuove filiali di istituti di credito. Lavori che risultano sempre ottimamente retribuiti. Basti pensare che in alcune scuole un’ora di lezione di strumento viene pagata anche 90-100 franchi netti, ovvero circa 70 euro (da noi nella maggioranza delle scuole di musica le lezioni vengono pagate 22,5 euro lorde all’ora…).
Dal punto di vista umano è chiaro che è impensabile trovare lo stesso calore che trasmettiamo noi italiani… Gli svizzeri sono generalmente più freddi, però allo stesso tempo assai pragmatici.
Lugano è una bella città, ma non offre molto a livello di divertimento, basti pensare che i negozi del centro, un centro sicuramente bello e incredibilmente pulito, chiudono ogni sera alle 18 e 30 e il sabato addirittura alle 17, salvo rari casi. Le discoteche e gli altri luoghi di divertimento sono ben distanti dal livello medio dei locali romagnoli.
Quanto all’alimentazione, la piadina non mi manca affatto! Mia nonna mi ha fornito di un chilo di strutto a ottobre quando sono partito per la prima volta… e quando mi sento solo (purtroppo ultimamente capita spesso, forse questo è in parte dovuto al cambiamento di stagione!) mi preparo un piatto di tortellini al ragù, piadina col prosciutto (ahimè, non sono ancora riuscito a trovare un supermercato/negozio di alimentari che venda lo squacquerone o la casatella…) e mi bevo un buon bicchiere di vino italiano. Quello che mi pesa maggiormente è la lontananza dalla famiglia e dai miei amici, ma quando ho un attimo di tempo non esito a prendere il primo treno per tornare a casa, visto che con l’alta velocità in 3 ore e 45 minuti raggiungo Imola.
Per il momento non so se quando finirò il master (luglio 2011 salvo imprevisti) farò ritorno a Imola: di sicuro non mi dispiacerebbe lavorare all’estero e comunque il lavoro del musicista e dell’insegnante di educazione musicale in Italia non è affatto salvaguardato (e questa credo sia una delle motivazioni che spinge le persone ad espatriare), quindi… tutto può essere per quello che riguarda il mio futuro.
Per concludere, sono entusiasta di questa mia esperienza all’estero: è un’ottima occasione di crescita artistica, ma soprattutto umana, inoltre mi ha permesso di confrontarmi con una realtà molto diversa rispetto a quella italiana. Saluti a Imola. Gabriele – [email protected]».