Il coraggio di fare la valigia e partire. Un po’ alla ventura, senza conoscere troppo l’inglese, senza un lavoro certo che lo attendeva. Con una buona dose di spirito di intraprendenza Marcello Zaniboni ha lasciato Imola due anni fa, appoggiandosi in un primo momento ad una zia che risiede a New Castle, una città situata nel nord est dell’Inghilterra, lungo la sponda del Tyne. Marcello ha ventidue anni e le idee piuttosto chiare.
«Avevo iniziato l’istituto agrario Scarabelli – racconta Marcello Zaniboni, che fra l’altro è il nipote dell’imolian Riccardo Neri di Pattaya – ma mi sono reso conto di non essere esattamente un amante dello studio. Così ho lasciato la scuola e mi sono messo a lavorare: una stagione estiva in un ristorante a Imola, poi per poco più di due anni in un paio di aziende locali.
Intanto riflettevo sul fatto che al giorno d’oggi è importante conoscere bene almeno una lingua straniera e che impararla sul posto sarebbe stata la cosa migliore. Così nel luglio del 2008 sono partito ed ho scelto New Castle perché vi abita una mia zia. Sono stato un mese in casa sua, mentre cercavo una soluzione indipendente e, soprattutto, un lavoro. Intanto mi sono impratichito nella lingua, che conoscevo a livello appena appena scolastico. E qui mi pare doveroso ringraziare la mia insegnante di inglese delle medie Valsalva, Mirella Bandoli: non sono stato certo un allievo modello, ma il suo metodo di insegnamento è stato evidentemente efficace, arrivato in Inghilterra ho fatto meno fatica di quanto pensassi a farmi capire e a capire… Ho trovato lavoro in un ristorante italiano, Romanos, all’interno del grande Metro Centre di New Castle, dove sono rimasto quasi un anno e, dopo una vacanza di un mese a Imola, sono passato ad un ristorante sardo, il Panis e poi ad un bar, Alvinos, i cui titolari sono pure di origine italiana. E all’Alvinos mi trovo tuttora. Il locale funziona come bar durante il giorno e come ristorante la sera. La notte c’è un dj e si servono cocktail, snacks e birre. Sono contento del mio lavoro, ho un appartamentino in affitto e subaffitto due stanze ad altri due ragazzi. Ho imparato la lingua e… ho incontrato una ragazza, Zoë, mia coetanea, che frequenta l’università, facoltà di filosofia (la potete vedere con me nella foto). Questo rapporto poteva servire anche a migliorare ulteriormente il mio inglese, ma Zoë, che è stata in Italia qualche mese per uno stage e quindi conosce abbastanza l’italiano, ama parlare ogni tanto con me nella nostra lingua…
Nel tempo libero (ho due giorni liberi dal lavoro alla settimana) andiamo al cinema, frequentiamo i pub, qualche volta la discoteca, insomma facciamo quello che fanno tutti i giovani per divertirsi. Quello che trovo di differente rispetto all’Italia in questo senso è che in Inghilterra gli adulti frequentano gli stessi locali dei giovani, bar e pub, e come loro ascoltano musica e bevono birra. Naturalmente mi mancano la mia famiglia, mio fratello, gli amici di Imola, ma via internet, tramite Facebook e per telefono ci si tiene in contatto. A differenza di tanti italiani che protestano per il cibo inglese, ci sono alcuni piatti che non disdegno: il Sunday lunch, ad esempio, manzo o agnello sottile cotto a vapore, e poi lo Yorkshire pudding, il Fish and chips, merluzzo con purè di piselli che si accompagna con te o caffè. Qui siamo vicini al mare e hanno buon pesce, e anche buona carne, ma non sanno cucinarli come si deve! La loro cultura alimentare si basa essenzialmente sui cibi precotti, il tè e la birra. Quando vogliono mangiare qualcosa di diverso pranzano o cenano al ristorante. Io cucino a volte per me stesso in casa, ma la sera sono quasi sempre al lavoro. Comunque i nostri cibi non mi mancano, da casa ricevo pacchi con alimenti vari! A New Castle mi trovo bene, mi sono perfettamente ambientato, e se ti dai da fare il lavoro qui non manca; il sistema in generale è più efficiente del nostro, i trasporti pubblici sono puntuali, pago una tassa comunale unica che comprende tutto e, standoci un po’ attento, con il mio stipendio me la cavo abbastanza bene. Quanto ai rapporti umani non ho incontrato difficoltà, solo gli inglesi sono un po’ pigri se si trovano di fronte a chi parla un’altra lingua; forse perché la loro è ormai universale non fanno sforzi per comprenderne un’altra, né per cercare di impararla.
Se volete qualche informazione, mi potete scrivere all’indirizzo [email protected]oppure [email protected].
Ciao a tutti, Marcello».