Una giovane dozzese che lavora all’Air France-KLM, la compagnia aerea nata dalla fusione tra Air France (francese) e KLM (olandese), veloce come un Boeing, è il caso di dirlo, contattata di prima mattina, nel pomeriggio del giorno stesso ci ha fatto avere la sua testimonianza. Ecco Agnese Roda che ‘si racconta’ per noi.
«Mi chiamo Agnese Roda, ho 28 anni, mi sono diplomata al liceo linguistico Alessandro da Imola poi… primo spostamento: mi sono iscritta all’università di Parma (Conservazione dei beni culturali). In pratica ho quindi lasciato Dozza a 19 anni. Sono tornata a casa per un anno nel 2004 mentre scrivevo la tesi, e in quel periodo ho lavorato al teatro comunale di Imola per la cooperativa che gestisce il servizio biglietteria e sala. E’ stata una bella esperienza, che mi diede modo di conoscere tante ragazze che come me si erano dedicate a studi classici. Da un anno vivo ad Amsterdam, lavoro per Air France- KLM per il mercato italiano, inglese e francese, occupandomi del customer service e della gestione delle agenzie viaggio italiane e straniere. In Olanda ci sono tante opportunità di lavoro, la città in cui mi trovo é multietnica e mi offre la possibilità di conoscere tanti stranieri come me. Sicuramente ti senti meno sola quando vivi in un ambiente cosmopolita in cui tante persone condividono con te la lontananza da casa e le conseguenti problematiche, anche se posso dire che, in realtà, di problemi ne ho avuti pochi. Forse è stato un po’ difficile risolvere al mio arrivo il problema della casa, perché i prezzi sono alti, mentre la lingua non è stata una vera difficoltà: qui sono tutti anglofoni e molti parlano anche italiano. Dal punto di vista lavorativo il sistema è molto diverso rispetto all’Italia, molto più preciso e puntuale. In Olanda amano i briefing e i test, il tuo lavoro viene sempre monitorato e ci si riunisce spesso per vedere cosa deve cambiare, quali potrebbero essere i margini di miglioramento e se ci sia qualcosa di nuovo da sperimentare. Per chi ambisce fare carriera, se si è tenace e si mostra impegno, ci sono molte più possibilità di trovare posti liberi e di ‘avanzare’ anche nel giro di qualche anno; in Italia nemmeno mi si era prospettata la possibilità di ambire ad un contratto a tempo determinato che andasse oltre i sei mesi! Dal punto di vista umano qui ci sono maggiori difficoltà a stringere legami, tra tanta gente che va e viene e anche per l’atteggiamento un po’ di distanza che sovente le persone hanno. E va messo in conto pure l’individualismo degli olandesi. Fortunatamente ho tanti amici ‘latini’… che riempiono la mia mancanza di famiglia. Sì, decisamente stringere una vera amicizia con gli olandesi è un po’ difficile, occorre avere molto tempo a disposizione per riuscire a coltivare un rapporto solido in questo senso. Credo molto nell’attitudine della persona a vivere il cambiamento: quando ti trasferisci in una nuova città all’estero, metti già in conto che potrai rimanere da sola, che forse non troverai amici da subito… ma poi qualcuno arriva sempre, dipende dalla propria attitudine riuscire a sentirsi più o meno bene. Mi piacerebbe rimanere qui ancora qualche anno e magari anche conoscere altri luoghi…. “my favourite thing is to go where I have never been”. Quando esci dall’Italia e scopri che hai anche altre opportunità in altri paesi è poi difficile tornare, prima di tutto per le esperienze che fai, poi perché all’estero la tua vita si arricchisce di insegnamenti e ti propone ostacoli e sfide che sono sempre costruttive. Di sicuro all’estero ci sono più probabilità di vedere il mondo da altre angolature, di conoscere altre culture, di sperimentare il cambiamento, cosa che il nostro paese per molti aspetti non si presta a fare. L’Italia in generale non mi manca troppo, ma della mia zona di origine in particolare mi mancano lo spirito sociale, l’atmosfera di comunità, la solarità. A volte qui é difficile trovare gente che sorride sempre, o almeno spesso, come capita di incontrarne da noi. Mi mancano la familiarità nei posti, i bar all’angolo, i piccoli negozietti e, ovviamente, il nostro cibo! Molta gente lascia il nostro paese: in primis per il lavoro, immagino. Per la maggior parte dei giovani da noi non ci sono grandi speranze di trovar lavoro e tantomeno di far carriera, pur avendo studiato e pur avendo una laurea e magari un master alle spalle.
In questo senso qui riuscire a realizzare le proprie aspettative è più facile. Se qualcuno dei lettori avesse curiosità sulla città in cui mi trovo o necessità di informazioni in merito, o anche di ‘dritte’ su come sopravvivere ad Amsterdam… può scrivermi su www.myspace.com/musacolmuso ed io risponderò il prima possibile. Dag! Agnese».