Questa settimana ’torniamo’ ad Atlanta, in Georgia, dove nel 2007 abbiamo incontrato Maria Cristina Baldazzi, che vi abitava nei momenti di vacanza scolastica, alternando periodi negli Usa a periodi ad Imola, dove insegna in una scuola superiore. Maria Cristina è cresciuta a Bologna, i suoi nonni erano residenti a Castel del Rio, nel 1989 si è sposata, ha avuto tre figli, e ci scrisse: «Mio marito ha uno spirito un po’ … zingaresco, ama spostarsi e il suo lavoro gliene ha dato l’opportunità: prima Firenze, poi il Belgio e la Francia. Nel 1996 ci siamo trasferiti a Castel del Rio, fino a che, nel 2005, si è materializzata per lui un’interessante proposta lavorativa in Georgia ed è partito, facendo per un anno la spola tra l’America e l’Italia per tornare da noi tutte le volte che gli era possibile». Perché vi parliamo di Maria Cristina? Perché questa volta abbiamo la testimonianza di suo marito, Andrea Ori,
[email protected].
«Sono Andrea, 49 anni, marito di Maria Cristina Baldazzi. Nel 2006 lavoravo già da un anno ad Atlanta quando lei e i nostri figli mi hanno raggiunto. I ragazzi hanno iniziato gli studi nelle scuole americane e mia moglie, dopo alcuni mesi, è tornata in Italia per non perdere il suo posto di insegnante all’istituto Alberghetti di Imola. Ha dovuto dunque lasciarci temporaneamente, veniva però da noi nelle vacanze scolastiche. In qualche modo ci siamo organizzati… i ragazzi erano solo grandicelli, ora sono ormai tutti grandi. Quest’anno, da gennaio ad aprile ‘mamma Ori’ è rimasta con noi, ha insegnato italiano tenendo corsi per conto della Kennes Emory University ad Atlanta.
I ragazzi sono uno specchio importante della nostra esperienza: quando si sono trasferiti negli Usa non è stato per tutti loro facilissimo ambientarsi. Le regole, fino a che non si hanno 21 anni, in America sono ferree: il maggiore dei nostri figli, Matteo, che ora ha vent’anni, appena conseguito il diploma ha preferito tornare in Italia, non apprezzava lo stile di vita americano. Ora abita stabilmente a Castel del Rio e lavora a Castel Guelfo. La seconda, Francesca, si è diplomata a maggio: brava negli studi, ha anche praticato tennis nella squadra della scuola e in quella del circolo. Anche lei ora ha deciso di ritornare sulle colline del Santerno come il fratello. La ‘piccola’, Giulia, che di anni ne ha 15, arrivata in Georgia quando ne aveva 12, è quella che più facilmente si è adattata e integrata, ha molte amicizie e ha vissuto più serenamente anche l’impatto con una lingua nuova».
Andrea Ori lavora nel recupero di materie plastiche, suo compito è trovare le fonti e poi selezionare i prodotti per renderli riutilizzabili nel modo economicamente più utile. In Italia la reperibilità del prodotto era scarsa, per questo decise di andare a reperire materiali negli Usa, dove più facilmente ne trova e poi li esporta in Europa. Ha scelto Atlanta come residenza perché i grossi centri di produzione di prodotti plastici si trovano in vari stati americani, ma Atlanta è la capitale mondiale del ‘carpet’, inteso come moquette. Il quartier generale dell’azienda produttrice è situato proprio a Dalton, e l’industria è una vera e propria miniera di materiale di scarto del prodotto e dei residui delle lavorazioni della moquette, molto usata negli Usa in quanto di facile applicazione e a basso costo. «Dai prodotti riciclati derivano poi cassette, mensole, e li si utilizza anche nel settore auto – spiega Ori – . Mi sposto spesso all’interno dei vari stati per lavoro, Texas, Messico… Boston, Chicago… Mi piace questo genere di esperienza e la trovo una scelta giusta dal punto di vista professionale. L’America non è proprio facile da ‘vivere’, ma offre molte opportunità. I primi tempi per me non sono stati facili perché avevo una conoscenza solo di base della lingua, avevo fatto qualche corso prima di partire, altri ne ho seguiti ad Atlanta ed ora a livello di comunicazione non ho più problemi. Ad Atlanta frequento molti italiani: non c’è una vera e propria comunità italiana, ma solo un gruppo che si ritrova circa una volta al mese a casa di qualcuno. Una scelta come la nostra, quella di spostarsi con i figli e con il problema del lavoro che tratteneva mia moglie in Italia non è stata semplice. Ha comportato un grosso sacrificio personale e familiare, ma direi che ci ha molto arricchiti dal punto di vista dell’esperienza sotto tanti punti di vista. Negli Usa ho rivalutato l’Italia e il popolo italiano, che come nessun altro ha la capacità di affrontare e ridurre gli imprevisti. Nel tempo libero finisco con l’incontrare altri italiani, gli americani non hanno la tradizione e l’abitudine di incontrarsi abitualmente con gli amici per una cena o semplicemente per chiacchierare come facciamo in Italia».
Dal momento della nostra intervista ad Andrea Ori è trascorso qualche tempo, e in questi giorni la famiglia sta per riunirsi a Castel del Rio per le vacanze: «Giulia poi vuol ripartire e ritornare con me ad Atlanta. Gli altri componenti della famiglia si fermeranno nell’imolese. Se tornerei definitivamente in Italia? Solo se potessi trasferire qui il mio lavoro con opportunità analoghe… O se negli Usa venissero meno le condizioni che mi fanno considerare apprezzabile il mio lavoro là. Di certo, in America ogni giorno si presentano nuove opportunità. In Italia mi pare che ogni giorno ce ne sia una in meno».