Sesto imolese in Cina e 113° imolian: Roberto Tinti. Breve il preambolo, per lasciare spazio alla sua testimonianza.
«Ciao a tutti, mi chiamo Roberto Tinti, ho 23 anni e mi trovo a Shanghai da poco più di sette mesi. Quando mi è stato chiesto di raccontare la mia storia, mi sono reso conto che la mia vita ha preso casualmente direzioni che pochi anni fa nemmeno avrei immaginato. Dopo il diploma al liceo scientifico Rambaldi-Valeriani mi sono iscritto a Economia e Marketing all’Università di Bologna; mi sono laureato in tre anni esatti e, nella mia testa, frullava solo l’idea di trovare un lavoro che potesse garantirmi uno stipendio sicuro, in modo da non dover dipendere completamente dai miei genitori, che hanno fatto sempre tanto per me. La voglia di studiare cominciava a calare, ma ho pensato che se mi fosse tornata più avanti, già impegnato con un lavoro, sarebbe stato troppo tardi. Così ho deciso di proseguire gli studi, pensando ad un altro anno al massimo. Trovai interessante l’idea di un Master che purtroppo – pensai allora, adesso preferisco dire per fortuna – richiedeva che mi spostassi per quattro mesi a Nancy, tranquilla e graziosa cittadina nel nord-est della Francia. Genitori, amici e parenti si chiedevano se davvero fossi pronto per questo e forse non ne ero troppo sicuro nemmeno io… abituato com’ero solo a brevi viaggi con i miei amici di sempre. Nel settembre del 2007, dieci giorni dopo aver scoperto di essere stato ammesso al corso, feci le valigie per raggiungere Nancy, alla ricerca di qualcosa di nuovo, di diverso dalla solita vecchia e cara Imola, accantonando per un po’ tutto ciò che fino ad allora era stata la base fondamentale della mia vita: famiglia, amici, parrocchia, pallone, musica…
Il trasferimento mi aprì gli occhi: in Italia senza dubbio avevo vissuto esperienze interessanti, ma mi resi conto che il mondo è grande e che tante cose belle mi erano ancora ignote. In Francia ho conosciuto persone provenienti da tutto il mondo che erano là con lo stesso mio desiderio. Ho visto e imparato tante cose e fatto nuove esperienze, condividendole con questi nuovi amici internazionali. Il caso ha voluto che il corso che seguivo desse l’opportunità di proseguire per un secondo anno, purtroppo non più in Francia. Il mio primo anno oltralpe mi pareva fosse trascorso troppo in fretta e già era il momento di spostarsi di nuovo. Mi dispiaceva dover salutare sul più bello tutti quei nuovi amici a cui mi ero davvero legato e che in così poco tempo mi avevano dato tanto. Alla luce di quanto avevo imparato dalla mia prima esperienza, decisi di fare una nuova “pazza” scelta, suscitando nuovamente le domande preoccupate di parenti e amici… Era per me un déjà-vu, avevo vissuto la stessa situazione un anno prima!
Lo scorso agosto ho fatto nuovamente le valigie, questa volta per lidi ben più lontani, senza sapere nulla di ciò che mi aspettava, con interrogativi centuplicati: affrontare una lingua totalmente sconosciuta, una nuova cultura, nuove persone…e, anche, il cibo così diverso! La mia destinazione era questa volta Shanghai, la seconda metropoli più grande del mondo.
E, infatti, eccomi qua: ho riportato ottimi e inaspettati risultati negli esami che ho sostenuto ed ora sto preparando la tesi finale per un Master in Business Administration. Sono qui da sette mesi e mi sembra di essere arrivato ieri, ho visto posti indimenticabili che finora avevo avuto modo di conoscere solo in Tv o dalle riviste, ho provato sulla mia pelle il significato vero dei termini ‘differenza culturale’ e ‘cultural shock’. Sto vedendo cose e vivendo esperienze che, se devo essere sincero, mi trovo un po’ in difficoltà a descrivere, così diverse dalla vita che ho vissuto sino ad ora, ma così ‘normali’ nella vita che sto vivendo in questo nuova parte di mondo.
Cosa mi ha impressionato di più di Shanghai? La grandezza inimmaginabile della città, la gentilezza delle persone e dei cinesi che, anche se spesso non conoscono una parola di inglese, se hai bisogno cercano sempre di aiutarti. Trovo falso lo stereotipo sul cibo asiatico (completamente diverso qui da quello che mangiamo nei ristoranti asiatici in Europa!). In realtà, una volta che ti ci abitui, non è poi così male.
Apprezzo la voglia dei cinesi di crescere come persone ed aprirsi sempre più al mondo esterno, sia a livello di lingua che di cultura e religione. Cosa non mi piace di Shanghai? Poche cose: sicuramente il fatto che sia un porto di mare dove, sì, si riuniscono persone dai posti più disparati del mondo e dalle culture completamente differenti, ma dove è anche difficile porre le basi per amicizie durature. Ogni mese c’è qualcuno che hai conosciuto che parte e che solo Dio sa se rivedrai mai più ma, allo stesso tempo, c’è qualche nuova persona che arriva con cui condividerai altre belle esperienze. E il tutto diventa ancora più triste quando la persona che deve partire sei proprio tu…
Non mi è piaciuto di Shanghai il Gran Premio… quello di Imola era sicuramente meglio! Insomma, anche se dopo due anni dalla decisione di mettermi a lavorare sono ancora studente, senza quel lavoro fisso che potesse garantirmi un po’ di autonomia, devo dire che l’esperienza mi è servita a crescere e a maturare come persona e che ho potuto riflettere su tante cose. Quando sei lontano dal tuo paese riesci anche a capire quali sono i veri amici tra quelli che hai lasciato a casa, quali le persone che ancora ti cercano regolarmente e per le quali davvero conti qualcosa, quali erano soltanto amicizie ‘di circostanza’… e, anche se scoprirlo a volte fa male, serve molto per te stesso.
Se fossi rimasto a Imola probabilmente non mi sarei mai accorto di certe cose e mi sarei perso tante importanti esperienze in un’altra parte del mondo. Scelte di vita che, insomma, non sono assolutamente pentito di aver fatto, anzi!
Ora più che mai posso anche dire che non si impara vedendo le cose solamente di sfuggita, nei piccoli viaggi, ma occorre viverle sulla propria pelle e da dentro, fino in fondo, So che mi perderò ancora tanto di quanto di bello c’è nel mondo, come so che mi sto perdendo una parte di ciò che sta accadendo ‘a casa’. In ogni caso sarà dura tornare nella placida, calma, oziosa, buona e vecchia Imola. Quel che è certo è che mi godrò fino all’ultimo istante i momenti che ancora mi restano da trascorrere qui, poi si vedrà… Non so quali nuove inaspettate porte mi si apriranno… in Italia o… da qualche altra parte del mondo? Un abbraccio da Shanghai, Zaijian!!!
Roberto.