12, Luglio, 2025

Gaia Appignani, rapita dall’antropologia

Nell’America centrale, tra mar delle Antille, Colombia, Oceano Pacifico e Costa Rica c’è il Panama, repubblica democratica presidenziale divisa in nove province (provincias) e tre regioni indigene con status di provincia chiamate comarcas indígenas. Si trova qui l’imolese Gaia Appignani, prossima antropologa, alle spalle un’esperienza in Messico.

«Sono Gaia Appignani, 26 anni, diplomata al liceo linguistico Alessandro da Imola. Sino dall’adolescenza ho nutrito una grande passione per i viaggi. Mi sono laureata in scienze criminologiche alla Facoltà di Scienze politiche dell’Università di Bologna (sede di Forlì) e durante un viaggio di due mesi (Messico e Guatemala) che mi sono regalata dopo la laurea triennale mi sono resa conto che la mia strada era un’altra. Ero affascinata ed attratta dai colori, dai profumi, dalla polvere e dagli sguardi delle persone e la mia era molto più che la semplice curiosità di una turista. Proprio nel mercato indigeno di Chichicastenango in Guatemala, uno dei più grandi e tradizionali dell’America Latina, osservando un rituale magico-religioso, e forse un po’ stordita e frastornata dal forte odore del Nopalito (una particolare qualità di incenso usato nei rituali Maya) ho pensato che nella vita sarei voluta essere un’antropologa. Sentivo che la mia strada era conoscere e indagare la diversità culturale, in ogni sua molteplice espressione: i simboli gestuali, gli aspetti visuali, la magia, la religione, i rituali, i costumi, la corporeità…  Rientrata in Italia ho portato avanti le pratiche di ammissione alla laurea specialistica in Antropologia culturale ed etnologia dell’Università di Bologna. Ora, a distanza di qualche anno, ho completato gli studi a pieni voti e sto scrivendo la tesi su tematiche relative all’antropologia del turismo.
Il mio percorso accademico mi ha portato a vincere una borsa di studio per approfondire le mie conoscenze antropologiche all’Unam (Universidad Nacional Autónoma de México), la più importante e prestigiosa Università pubblica latinoamericana, dove ho studiato per un anno. Inutile dire che ho imparato tantissimo fra corsi ordinari e progetti di ricerca sul campo, seguita da professori di fama internazionale che mi hanno trasmesso metodo, passione e dedizione per un mestiere di certo insolito. Durante la pausa accademica ho approfittato per spingermi oltre visto che, in un certo senso, l’America Latina per me era diventata come una droga. Ho intrapreso un viaggio di due mesi attraverso l’Argentina, la Bolivia e il Perù vedendo crescere dentro di me, giorno dopo giorno, una grande passione per ciò che studiavo, approfittando del fatto che in quei momenti potevo ’toccare con mano’ pagine e pagine lette sui manuali. Dopo circa un anno dall’esperienza messicana ho vinto il concorso Mae-Crui (Ministero affari esteri – Fondazione rettori università italiane) che mi ha dato la possibilità di svolgere uno stage all’Ambasciata di Italia a Panama. Ed eccomi qua, da un paio di mesi di nuovo in Centro America, a Panama City, assegnata all’ufficio culturaldell’Ambasciata ed estremamente contenta di poter far parte di questo splendido progetto. Quest’esperienza non sarebbe stata ugualmente apprezzabile senza la guida, i preziosi consigli e l’integrità dell’ambasciatore Placido Vigo e ne approfitto per esprimergli anche da qui i miei più sentiti ringraziamenti. Ci tengo a sottolineare che come amo l’America Latina, così amo l’Italia, e che il mio Paese è sempre nel mio cuore ovunque io sia.
Purtroppo, però, devo constatare che in Italia le opportunità per noi giovani sono piuttosto scarse, sia che si voglia intraprendere una carriera accademica, sia che si voglia entrare nel mondo del lavoro. Ormai da tempo ho deciso che, nonostante i molteplici sacrifici, voglio fare in modo che i miei sogni e le mie aspirazioni diventino realtà, senza accontentarmi della mediocrità. Mi reputo inoltre una persona davvero fortunata perché la mia famiglia mi ha sempre appoggiata e stimolata in tutte le mie scelte, per quanto inconsuete esse siano state.
Gaia,
[email protected]».

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