12, Luglio, 2025

Christian è a Londra, assunto da BlackBerry

Il nono imolese a Londra. Con Christian ci scusiamo per aver dovuto ridurre brutalmente il suo scritto, causa motivi di spazio.

«Sono Christian Trocchi, ho 27 anni appena compiuti. Dopo il diploma all’istituto agrario Scarabelli di Imola ho seguito per due anni i corsi al dipartimento di Computer Science dell’Università di Bologna, lavorando nel frattempo come istruttore di nuoto e idroginnastica nella piscina comunale di Castel San Pietro Terme, quindi nell’ufficio dell’associazione. In seguito ho trovato occupazione in un’azienda informatica per un paio d’anni, continuando al contempo il mio impegno in piscina.
Un bel giorno mi sono detto… «basta accontentarsi, qui purtroppo non posso avere un futuro». Infatti nel nostro Paese è davvero dura arrivare a fine mese per le piccole aziende, che faticano a pagarti “il giusto” e ancor di più a metterti in regola da subito. Non è colpa del datore di lavoro, purtroppo è la “nostra” realtà. Mi sono occorsi anni per avere uno stipendio base ed essere in regola! E, se ti capita che si rompa la macchina, indispensabile se lavori in zone non ben servite dai bus, devi cambiarla… Con uno stipendio di 8/900 euro al mese, la macchina da pagare a rate, la benzina… come si fa ad arrivare a fine mese? Già, e bisogna pure mangiare. Vi sarà facile capire perché ho vissuto 26 anni della mia vita con i miei: non per fare il parassita, ma perché aggiungere bollette e affitto a uno stipendio di quel tipo è improponibile. Viaggiare mi è sempre piaciuto e l’ho fatto in tutti i modi possibili: ogni mezzo, possibilmente low cost, mi è servito per portarmi a conoscere persone, visitare “posti dimenticati”, imparare qualcosa. Il mio grosso limite era la lingua. Nonostante l’inglese mi sia sempre piaciuto e me la sia sempre cavata bene a scuola, al momento del “conversiamo con qualcuno”… il panico! Nemmeno la passione per l’informatica e l’aver sempre avuto a che fare con documentazione in inglese mi ha aiutato a superare lo scoglio della conversazione. Ho frequentato anche un paio di corsi, ahimè!, senza grossi risultati. L’unica possibilità per imparare bene la lingua forse era partire. Scelta non facile quella di lasciare 26 anni di vita alle spalle, amici, abitudini, cibo, colori, odori. Siamo circondati da tantissime cose che non siamo in grado di notare se non quando non le abbiamo più. Nel frattempo avevo anche trovato un lavoro che mi piaceva e mi avevano pure assunto, un sogno per l’italiano, no? Ma il 31 marzo scorso eccomi su un fantastico volo da una trentina di euro solo andata: Forlì-London Stansted. A Londra ero già stato altre volte da turista e avevo notato vari lati negativi della città (caotica, sporca, non esiste il momento dell’aperitivo ma solo il bere pinte di birra, uscire a cena non è cosa comune, il cibo fa tendenzialmente schifo, qualità e varietà di frutta e verdura lasciano molto a desiderare, tanto che diventa difficile riprodurre certi “sapori di casa”). Però ci vivevano già alcuni miei amici che mi potevano dare una mano all’inizio. Da ottobre 2007 niente più palestra, niente più hobby, solo sei mesi di lavoro no stop per poter mettere da parte quanto mi sarebbe servito per vivere i primi tempi in una città non certo rinomata per essere economica, senza dover accettare il primo “lavoretto qualunque”. Appena arrivato sono stato ospite di amici per una settimana, il tempo necessario per trovare una stanza in affitto. Qualche ricerca, qualche telefonata (mi ero studiato per bene le frasi necessarie, ma com’è che arriva sempre la contro-domanda non prevista?!). Momenti duri, passati per fortuna. Ora vivo in una casetta a due piani con un altro ragazzo partito con me, dividiamo le spese e siamo da soli. Il salto da una camera in una casa con altre sette persone a una casetta non è stato male!
Qui basta mettere il proprio curriculum in siti specializzati e le agenzie ti contattano nel giro di 24 ore e ti preparano per l’interview (colloquio) con l’azienda (in Italia un’efficienza così non ce la sogniamo proprio). Ci sono in Internet video e questionari per prepararsi, veri e propri test attitudinali e psicologici. Ho passato i primi tre mesi a combattere contro la paura di sentire il telefono squillare (rispondere significava dover capire e dare risposte a tono) e il terrore di perdere una mail importante. Tre mesi davanti al computer e accanto al telefono in attesa di fare colloqui o ricevere proposte di lavoro… Di colloqui telefonici ne ho fatti una decina: se passi la selezione con il primo approccio per telefono (e non è assolutamente una passeggiata) ti danno la possibilità di sostenere l’interview face to face con l’Azienda. Ne ho sostenute tre: nelle prime due mi sono bruciato formulando male qualche domanda (è sempre necessario porne per dimostrare l’interesse per l’azienda). Al terzo mese della mia “gravidanza da ricerca di lavoro” ecco che un agente mi chiama per un colloquio con un’”azienduccia”, la RIM Research In Motion, più comunemente nota come BlackBerry. Vado convinto e determinato, ed ecco la bella news: «Quando sei disposto a iniziare?». E’ stato un momento di gioia vera!
Se avessi voluto avrei trovato un lavoro qualsiasi in meno di una settimana. Ma ero partito per trovare un lavoro nel “mio campo” e volevo quello, non altro. L’attesa e la costanza sono state ripagate: il 7 luglio ho iniziato a lavorare come Noc Operations Adimistrator per Rim. Il mio lavoro consiste nel monitorare la rete BlackBerry in tutta Europa, Africa e Medio Oriente. Lavoro su vari sistemi operativi (Linux, Windows, Solaris), diversi linguaggi di programmazione (BASH, Perl, PHP) e utilizzo database quali MySQL, Oracle, SQL Server. Sei mesi di prova, trattato esattamente come un qualsiasi altro dipendente che è lì da più anni, per imparare moltissime cose (i sei mesi li ho appena superati ed ora sono assunto a tempo indeterminato!).
Seguo corsi interamente pagati dall’azienda per ottenere certificazioni e specializzarmi. Ho migliorato notevolmente il mio stipendio e ci sono grosse opportunità di carriera all’interno dell’azienda stessa e comunque qui è abbastanza comune, nel mio campo, cambiare lavoro circa ogni anno e mezzo, perché si può trovare qualcosa di più interessante e meglio pagato. Ogni giorno parlo e mi confronto con persone di tutto il mondo. Qui ogni discriminazione “verbale” per sesso, religione, nazionalità, orientamento sessuale è punita con la reclusione. Figuriamoci in caso di violenza fisica!
Christian,
[email protected]».

Messaggio promozionalespot_img
Messaggio promozionalespot_img
Messaggio promozionalespot_img
Messaggio promozionalespot_img
Messaggio promozionalespot_img
Messaggio promozionalespot_img
Messaggio promozionalespot_img
Messaggio promozionaleSviluppo Siti Web e loghi

Ti potrebbe interessare

Messaggio promozionalespot_img
Messaggio promozionalespot_img
Messaggio promozionaleRealizzazione siti internet
Messaggio promozionalespot_img
Messaggio promozionalespot_img

LASCIA UN COMMENTO

Leggi la prima pagina

IMOLA

LUGO