12, Luglio, 2025

Un imolese, fireman, alla corte di Sua Maestà

Se ci trovassimo nelle pagine di cronaca potremmo scrivere: «Vigile del fuoco di Londra salva redattrice di un settimanale imolese». Sì, perché pochi giorni fa non c’era nei nostri computer una “storia” di imolian per questa settimana. Scovare ogni sette giorni un imolese all’estero non è così semplice, e soprattutto non lo è riuscire ad ottenere in tempi brevi la relativa testimonianza. Per questo non ci stancheremo di raccomandare ai nostri lettori di segnalarci persone di Imola e Circondario  – e di tutti i paesi raggiunti dal nostro giornale – di segnalarci i nominativi di persone all’estero che fossero finora sfuggite alla nostra ricerca.
E torniamo al nostro “salvatore”. Contattato per la prima volta domenica pomeriggio il “fireman” Stefano Dall’Aglio nello spazio di un paio d’ore ha risposto alla nostra mail e inviato storia e foto. Una storia che parte dalle elementari a Zolino, dalle medie a Villa Clelia, dal biennio all’Itis di Imola e dal triennio all’Itis Marconi a Forlì per finire…  a Londra come Vigile del Fuoco. E con lui siamo all’ottavo imolese a Londra.

«Sono Stefano, ho aderito con piacere al vostro appello, ho scorso le storie degli altri imolesi all’estero che sono nel sito del Diario ed ho notato che l’intervento di Nicola Suzzi, un amico con cui ho giocato a rugby a Imola e quello di Chiara Toschi, mia compagna di scuola alle elementari e alle medie, che saluto. Poi… mi sono diplomato all’Itis, nel luglio del 97, impiegando un po’ più del tempo necessario a completare gli studi perché nel corso delle superiori ho anche lavorato, mi sono recato un paio di volte per tre mesi in Tanzania, dove ho collaborato all’apertura di un locale a Dar es Salaam. Nel ’97 mi ero iscritto all’università con poco entusiasmo, mi aspettava anche il servizio militare… e allora pensai di approfittare di una legge che consentiva  di evitarlo trasferendosi all’estero fino ai 28 anni e rientrando in Italia al massimo  per 60 giorni all’anno. Ho trovato un lavoro a Londra e sono partito. Alla fine sono qui da 11 anni, sono un “fireman”, un Vigile del fuoco, faccio parte del “London Heathrow airport fire service”, lavoro cioè all’aeroporto di Heathrow, uno dei più grandi e trafficati nel mondo.
Quando il lavoro lo permette mi diletto a cucinare piatti romagnoli per i miei colleghi, che li apprezzano molto: per fortuna abbiamo una cucina grande e attrezzata come quella di un ristorante! Dopo undici anni di permanenza trovo Londra sempre bella, anche se il tempo… è come la lotteria! In compenso l’Italia è a solo un’ora e mezza di volo e non è difficile ritornare e fare scorta di sole.
Seguendo il saggio vecchio detto ‘moglie e buoi dei paesi tuoi’ ho avuto la fortuna di trovare una donna speciale: è di Faenza, quindi mi sento felicissimo. Non ho avuto mai difficoltà ad inserirmi da qualsiasi parte poiché ho un carattere molto aperto; ho conosciuto e conosco gente di ogni parte del mondo, mi sono interessato alle loro culture e ai loro linguaggi. Ho molti amici inglesi e nel mio ambiente di lavoro mi trovo bene, siamo centoventi e sono l’unico straniero. Mi piacerebbe rientrare in Italia, se trovassi un lavoro che mi consentisse di sfruttare le lingue e l’esperienza che in questi anni ho acquisito.
Di Imola mi mancano, come è per tutti, la famiglia, gli amici di sempre, le piccole cose che probabilmente chi non ha mai lasciato la Romagna non riesce ad apprezzare. Mi manca la mia  ‘nonna Rossana’ con i suoi favolosi tortellini e cappelletti, che mi prepara ogni volta che torno, tanto che me li porto anche a Londra.
Mi chiedete perché secondo me tanta gente lascia il nostro paese. Penso.. un po’ perché ‘l’erba del vicino è sempre più verde’ e un po’, come nel mio caso, per scoprire nuovi luoghi e fare un’esperienza diversa.
Con un collega ho organizzato una biciclettata per beneficenza a favore di un ospizio per bambini con distrofia muscolare con partenza dal Terminal 5 di Heatrow e arrivo a Parigi alla torre Eiffel, alla quale purtroppo non ho poi potuto partecipare perché mi sono rotto una caviglia! Abbiamo a questo proposito un sito internet tramite il quale poter fare donazioni online, con il quale abbiamo raccolto al momento 2.300 sterline. Il sindaco di Londra, Alexander Boris de Pfeffel Johnson, ci ha dato una mano in questo, visto è molto sensibile ai problemi dell’ambiente e ci tiene ad agevolare i ciclisti. Quanto a me, la passione per la bicicletta mi è nata qui, faccio triathlon e il prossimo anno andrò in giro per il mondo a fare l’ironman, la gara più famosa, e anche quella più lunga, del triathlon (nuoto, bicicletta e maratona a piedi). Organizzo poi dei Ciclo-tour per Londra per i turisti, portandoli in luoghi non raggiungibili con autobus o metro. Ho anche fatto Rescue service sul Tamigi per due mesi, una sorta di servizio di salvataggio con il Royal Navy Lifeboat Institute. Ecco, ora sapete quasi tutto di me. Chi vuol fare due chiacchiere mi può cercare in Skype (stefanolhr) o in Facebook (stefanino d’a). Alla prossima! From London,
Stefano Dall’Aglio».

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