Grazie a un contatto con il sito della regione Emilia Romagna, abbiamo rintracciato un medicinese trapiantato nell’Alto Atlantico, Pierluigi Bragaglia, scrittore plurilaureato. Fatale per lui l’incontro con le Azzorre, le mitiche isole in mezzo all’oceano Atlantico, a 1500 chilometri dalle coste portoghesi, le isole dalla terra fertile ricoperte di foreste e di vegetazione folta, con panorami mozzafiato. Bragaglia risiede a Fajã Grande, nell’isola de Flores, sulla pianura costiera circondata da un’alta falesia e incisa da una ventina di cascate. Bragaglia è proprietario e gestore de “L’argonauta”, la locanda più ad ovest d’Europa, ricavata in un antico edificio sapientemente restaurato nel centro di Faja Grande, caratterizzata da pregevoli affreschi a olio del primo Novecento, dalla più grande e antica cucina a legna in ghisa importata sull’isola, da pavimenti, porte, finestre e rivestimenti interni in pino resinoso dell’Oregon acquistati dal precedente proprietario all’asta dopo il naufragio del vascello norvegese Brilliant sulla costa Ovest di Flores nel 1899. Grande conoscitore del Portogallo e delle sue isole, è membro della Società degli autori portoghesi, autore fra l’altro della prima guida italiana sulle Azzorre e di una guida sulla Jugoslavia, ultima fotografia di quella nazione e con essa di un mosaico socio-politico-culturale che oggi esiste solo sui libri di storia. E’ autore anche di numerosi testi portoghesi sulla natura, la storia e i sentieri di Flores, l’isola in cui si dedica anche all’escursionismo, al kajak e alla pesca, coinvolgendo gli ospiti della locanda nelle sue uscite. Bragaglia è anche iscritto alla Segreteria regionale portoghese dell’Economia come Artigiano regionale, un’attività estemporanea che conduce quando l’assenza di luce impedisce altre forme di lavoro e prolunga l’inverno nelle fajãs. Si è specializzato nella realizzazione di curiosi oggetti che modella in materia plastica e indurisce poi nel forno della cucina, oggetti moderni per i quali ricerca l’adozione e la reinvenzione di figure tradizionali. Il Pirata Capitan Flores è una sua opera che ha partecipato al 4° concorso regionale di artigianato nel 1998. Per le informazioni che sarebbe troppo lungo darvi qui, vi rimandiamo al suo sito, www.argonauta-flores.com.
«Sono nato a Medicina nel “lontano” 1963. Dopo i primi anni di scuola a Medicina, ho conseguito al Pacinotti di Bologna il diploma da geometra. Quindi, servizio militare seguito da un viaggio di nove mesi in Indonesia e Australia e due anni di lavoro da geometra a Medicina nella ditta paterna. A questo punto ho deciso di cambiare rotta e ho abbandonato le “geometrie” per le lettere, iscrivendomi all’indirizzo sociologico di Scienze Politiche. Nel 1992, dopo “l’incontro” con le Azzorre, la cultura e la storia portoghesi, mi sono laureato nell’indirizzo storico di Scienze Politiche di Bologna con una tesi di Storia moderna sugli arcipelaghi atlantici di Azzorre e Madeira. Più tardi mi sono laureato anche in Storia all’Universida de Nova di Lisbona, con l’equivalenza riconosciuta in diversi esami e circa due anni e mezzo di studi.
Nel 1985 andai per la prima volta in vacanza alle Azzorre. Dopo il “viaggione” nel sudest asiatico e in Australia le Azzorre erano forse l’unico posto in Europa ancora avvolto nelle brume misteriose della conoscenza, e ho sempre amato le isole… Scelsi di andarci in vacanza un paio di volte, prima di pubblicare con la SugarCo di Milano la prima guida in Italia sulle Azzorre nel 1987, in un volume unico con il Portogallo continentale (per lo stesso editore italiano ho scritto una guida della Jugoslavia). Dal 1990 ho cominciato a vivere a Flores con una borsa di studio portoghese per la mia tesi bolognese e da allora ci sono rimasto… Ho scelto Flores per l’aria pura, il mare e la pesca, i laghi e le cascate, la scarsa densità di popolazione, il clima ameno, il costo della proprietà inferiore e la maggior possibilità di tempo libero. .. Ora abito a Fajã Grande.
Cosa mi manca della mia terra natale? Certamente, anche in un luogo tanto bello come quest’isola manca sempre qualcosa, o da bravi esseri umani sempre insoddisfatti vorremmo avidamente avere quello che non abbiamo, per cui mi manca… vediamo, al di là di familiari ed amici, una partita a basket coi mitici “Rifiuti”, squadra amatori di Medicina (avevo giocato da juniores nella Fortitudo di Bologna), un cappuccino ben fatto al bar, una buona pizza o gelato, una passeggiata sotto i portici, un giro fino alle spiagge adriatiche della mia infanzia… Ho ottimi ricordi anche dell’autodromo di Imola, per anni mi sono divertito molto a lavorare per il Gran Premio di Formula 1, guadagnavo i soldini per le mie ferie portoghesi. Preferisco sempre guardare al presente e al futuro e non smettere di fare cose o “compiere imprese”, le nostre piccole imprese od obiettivi personali, piuttosto che vivere di ricordi… In ogni caso, dopo vent’anni trascorsi in riva al mare, come potrei tornare a vivere in una qualsiasi città?
Negli ultimi anni sono tornato a casa più o meno ogni volta per un mese quasi ogni inverno, ma a volte sono stato due e anche tre anni senza tornare in riva al Santerno e al Sillaro.
Un saluto a tutti dall’isola più occidentale! Pierluigi Bragaglia».