12, Luglio, 2025

Sandrini, da Imola all’Irlanda. Ora… la Germania

Se la rubrica degli ’imolians’ prevedesse un premio, a Francesco Sandrini andrebbe la Palma d’oro per la rapidità. Contattato per la prima volta il 23 agosto via Skype, nonostante dovesse partire tre ore dopo per le vacanze, nel giro di poco più di un’ora ci ha inoltrato la sua storia!

«Sono Francesco Sandrini, 38 anni, diploma allo scientifico Valeriani, laurea in Economia politica a Bologna. Dopo il servizio civile ho frequentato un master in Economics all’Università Bocconi di Milano, dove ho lavorato tre anni prima di trasferirmi nel 2000 a Dublino per Pioneer Investments, l’”asset management” di Unicredit Banca. Ho conseguito qui il PhD in Finance, studiando e lavorando. Verso la fine dell’anno mi sposterò in Germania, in Baviera, a seguito di un cambio di ruolo che ho recentemente avuto. Ho lasciato Imola nel 1997 per Milano: l’impatto è stato un po’ pesante, la città in un primo momento non è semplice da affrontare, ma mi sono abituato. Ora, quando mi capita di tornarci, amo Milano per gli aperitivi e i locali che, ai tempi, mi godevo poco perché ero un po’ più squattrinato!
A Dublino ho la mia base lavorativa, mi occupo della gestione fondi e grandi portafogli istituzionali come responsabile globale degli investimenti istituzionali e viaggio come una trottola: Stati Uniti, Sud America, Europa. Già, dieci anni fa Milano mi sembrava caotica e gigantesca: non avevo ancora visto Londra, New York, Boston, Santiago, Rio, Singapore! Il mio team è stabilizzato in diverse sedi in Europa e vado spessissimo a Vienna, a Monaco e a Londra, una vita certamente piena, a volte un po’ stancante…
Dublino ha avuto negli ultimi otto anni uno sviluppo incredibile, ha usufruito appieno dello sviluppo economico con il via dell’Unione Europea e gli incentivi fiscali che ha saputo implementare. Questa crescita, chiamata qui “Celtic tiger”, ha portato la città ad espandersi e aprirsi ad un contesto molto più internazionale. Società come Microsoft, Hewlett Packard e Google vi hanno basato le loro sedi europee, il che ha dato ulteriore sviluppo alle università, creato un benessere diffuso e un’ esplosione del mercato immobiliare. Ma Dublino è rimasta a misura d’uomo, ricca di parchi, con una baia gigantesca dove, quando c’è bassa marea, posso fare jogging fino a 3 km dentro al mare.
Nota dolente, il clima: ad una primavera bellissima in aprile e maggio, con luce fino alle 11 di sera, segue un’estate piovosa e freddina. In compenso ci sono i paesaggi mozzafiato sulla costa ovest, scogliere alte 200 metri come le magiche Cliffs of moher, le isole Aran, i paesaggi bucolici che mi sono goduto accompagnando amici e parenti in visita.
L’inglese è la mia prima lingua di lavoro: è stata dura arrivare dall’inglese scolastico ad un livello ottimale di conoscenza della lingua, ma otto anni di pubs, amici, lavoro, cene, televisione… mi hanno aiutato molto. L’inserimento nel contesto in cui opero è una continua scoperta, ti porta a vedere cose sempre più grandi, a consolidare le esperienze e a crescere.
La vita è una serie di svolte continue: all’estero ci sono finito per caso, senza tanto pianificare ed è stata una bellissima esperienza di crescita. Talvolta bisogna lasciarsi andare all’istinto e avere il coraggio di rischiare: ti aiutano l’ambizione professionale, la volontà di emergere, di crescere, o il desiderio di cambiamento e di scoperta.
L’Italia è ricca di persone ben preparate dalle nostre università, ma si è un po’ perso il contatto tra il momento dell’apprendimento e il contesto lavorativo. All’estero è sicuramente un pochino più semplice studiare che in Italia dal punto di vista organizzativo, vengono anche curati meglio gli sbocchi professionali ed è evidente la continua ricerca di “ponti” tra le università e le strutture private. I master e i PhD sono spesso sponsorizzati da banche o società che hanno diretto interesse a formare persone che in futuro potranno assumere. Studiare in Italia mi ha dato però flessibilità, apertura mentale e capacità di lottare per le cose che volevo raggiungere.
Qui lavoro con inglesi, tedeschi, austriaci, russi, canadesi: nel team che coordino ci sono persone di diverse nazionalità e questa è stata forse l’esperienza importante per la mia formazione negli ultimi dieci anni.
Professionalmente è piuttosto difficile un mio rientro a breve, ma non si sa mai…. Torno in Italia ogni due settimane circa, per un veloce week-end: Imola mi manca, mi mancano famigliari e amici, a volte mi perdo a passeggiare nel centro storico in zone che avevo sempre ignorato e ora mi sembrano bellissime! Mi manca molto la gamma di scelte che la nostra città offre: il mare in estate, un giro in moto con gli amici sulla Montanara… Ciao! Francesco ([email protected])».

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