Francesca Marchi ha 23 anni, ha frequentato il liceo scientifico a Imola e nel 2006 ha conseguito la laurea triennale alla facoltà di Lingue e letterature straniere a Bologna, iscrivendosi poi alla specialistica in Letterature comparate e culture postcoloniali, per la quale sta ora preparando la tesi.
La sua esperienza da “imolian” risale a due anni fa, ma Francesca non disdegnerebbe un’eventuale futura partenza per un altro Paese. E intanto ci racconta la sua esperienza da Erasmus a Glasgow, la capitale economica della Scozia, terza città britannica per numero di turisti stranieri dopo Londra ed Edimburgo e sede della quarta più antica università della Gran Bretagna, la University of Glasgow, che fu fondata nel 1451.
«Nel novembre del 2005 sono partita per Glasgow sapendo solo di essere una studentessa Erasmus… non avevo una casa, non ero mai stata in Scozia, non sapevo con esattezza che corsi potevo seguire all’università. Il mio unico punto di riferimento era il numero di telefono di Jo, una ragazza scozzese amica di un’amica! Non vedevo l’ora di entrare a contatto con la cultura scozzese, parlare inglese, conoscere persone nuove e vivere finalmente in quel contesto che mi ero limitata a studiare sui libri o a visitare da turista. Nel giro di una settimana sono riuscita, soprattutto grazie al prezioso di aiuto di Jo, a farmi ammettere in uno studentato, a memorizzare i luoghi fondamentali di una città non enorme, ma decisamente grande per me che ho sempre vissuto a Imola, e ho fatto un planning dei corsi da seguire. In Scozia ogni studente ha un “advisor”, un docente incaricato di aiutare nella stesura del piano di studi. Mi consigliò le materie che più si riallacciavano agli esami che avevo già sostenuto a Bologna. I primi 15 giorni ho avuto un po’ di problemi con lo “Scottish accent”… passavo buona parte delle ore di lezione più a copiare dal quaderno del vicino che ad ascoltare il prof… Ma ho subito incontrato persone super friendly, tutti si sforzavano di parlare con me in un “proper English”, mi conducevano a vedere le cose più interessanti di Glasgow e della vita universitaria e dopo sei mesi i miei amici mi hanno detto che erano riusciti nell’intento di trasmettermi un “lovely Scottish accent”. L’università di Glasgow è strutturata in modo molto diverso da quella di Bologna, gli studenti seguono molte meno materie e tutti i corsi durano almeno un intero semestre, il nuovo ordinamento propone a Lingue corsi brevi ed intensivi soprattutto nell’ambito delle materie letterarie. Anche il modo di studiare è diverso, sono richiesti molti essay, approfondimenti fatti dallo studente, il cui scopo è dare un personale giudizio o interpretazione sull’autore studiato. Io non avevo mai fatto un lavoro di questo tipo, a Bologna siamo abituati soprattutto a costruire bibliografie o citare critici letterari, insomma a studiare le interpretazioni degli altri e raramente viene richiesto un nostro giudizio. Personalmente ritengo fondamentale approfondire la critica e le interpretazioni esistenti, ma a volte mi viene in mente una prof di letteratura italiana che in classe disse: «Ragazzi qualcuno di voi dovrà pur decidersi a fare il critico letterario, studiate anche per questo!». Ecco, di certo la modalità di approccio della University of Glasgow tiene ben presente questo punto.
Nel periodo trascorso a Glasgow ho capito veramente cosa significa l’espressione “cittadino del mondo”: ho conosciuto tantissime persone tra cui giapponesi, francesi, spagnoli, irlandesi, e molti scottish ovviamente. Incontrare ragazzi non italiani porta a fare molta più attenzione alle cose di tutti i giorni, ad accorgersi quanto siamo diversi e allo stesso tempo uguali… Ho mangiato tanti noodles con le mie coinquiline e loro non hanno mai disdegnato la mia carbonara, abbiamo cantato assieme le sigle degli stessi cartoni animati che guardavamo da bambine, io cantavo in italiano e loro in giapponese. Abbiamo costruito amicizie solide e ancor oggi, dopo 2 anni, continua il tour del mondo. Da un momento all’altro ti trovi una mail che dice «Hey, c’é un volo Ryanair veramente cheap, posso stare da te il prossimo week end?» e quando mi trovo a scegliere la meta per un viaggetto mi viene sempre da pensare ad una città dove so di poter incontrare persone conosciute a Glasgow. Tornare a casa è stato difficile, perché ho passato 6 mesi stupendi e mi sembrava di essere cambiata tantissimo e di aver fatto miliardi di cose, mentre a Imola tutto era rimasto fermo. In realtà, nel giro di un paio di mesi, mi sono accorta che non era proprio così… che solo superficialmente le cose rimangono uguali, che i miei amici erano ancora i miei amici, quelli che conosco da una vita, ma che non rimangono gli stessi, che cambiano e crescono come me.
Cosa mi è mancato maggiormente mentre ero via? Perché abbattere gli stereotipi sugli italiani? La mamma, ovviamente!
Perché tante persone si spostano all’estero? Penso per un desiderio di qualcosa in più, per cercare un brivido, una vita diversa e più intensa. I sei mesi passati a Glasgow sono stati speciali per me e avrei voglia di tornare all’estero, chissà… magari per una borsa di tesi a Parigi?! Vorrei parlare sul posto altre lingue e conoscere persone nuove. Non credo però che mi trasferirei definitivamente, in fondo la mia vita è qui!
Se mai qualcuno avesse bisogno di qualche info su Glasgow, potete contattarmi via mail – [email protected].
Francesca».