8, Luglio, 2025

Baldi, dalla lontana Sidney, scrittore con Imola nel cuore

Ricordate l’imolian Franco Baldisserri? La sua storia è stata pubblicata nel giugno del 2007 e la trovate nel sito del Nuovo Diario all’indirizzo http://www.nuovodiario. com/attualita.cfm?wid =2681 Da una quarantina di anni risiede a Sydney, in Australia, titolare della “Franco Baldi Productions”, agenzia fotografica e di produzioni video-cinematografiche, ed è anche editore di libri in italiano e in inglese: «L’editoria mi è “capitata tra le mani” qualche anno fa. Visto il mio passato tipografico ho curato e impaginato diversi libri per scrittori italo australiani». E Baldi allega le lettere ricevute da autorità religiose e di stato italiane in occasione della pubblicazione del volume “Una Meravigliosa Favola”, di Padre Nevio Caprafuori, la storia di oltre mezzo secolo della sua attività missionaria e della nascita di sette Villaggi Scalabirni, tutti accomunati dallo spirito di carità cristiana. Tutto questo e molto altro è documentato nel suo sito internet, www.francobaldi.com. Ma veniamo a lui in prima persona. “Baldi” ha scritto un libro, uscito a Sydney l’8 maggio scorso, edito in occasione della Festa della Repubblica, le cui celebrazioni ricorreranno in Australia il 25 maggio. Il volume sarà poi stampato anche in Italia, dove Baldi ha in atto contatti con una casa editrice, grazie anche a conoscenze nell’ambiente (suo fratello Giuseppe, deceduto nove anni fa, era il titolare dell’agenzia Einaudi in piazza Medaglie d’oro a Imola e lo è stato poi per anni nell’analoga agenzia di Siena). «Lavoro anche per il Papa… » scrive Baldisserri. «Ormai mancano meno di due mesi all’arrivo di Benedetto XVI, che giungerà il 7 luglio nella baia di Sydney per la Giornata mondiale della Gioventù. Per questa occasione abbiamo fatto parecchie cose: ho documentato, sia fotograficamente che in video, l’arrivo della Croce dei giovani con soste in molte parrocchie di Sydney e di recente anche la presentazione e l’inaugurazione di un bronzo in onore del pontefice Karol Woytila, circa 2 metri e mezzo di altezza, verrà collocata all’esterno di Saint Mary Cathedral a Sydney». Quanto al libro… «Non sono uno scrittore, ma un buon “raccontatore”. Qui il libro è piaciuto. Il titolo è “Amleto”, la storia è quella di mio padre, Amleto, di mia madre e della mia famiglia ai tempi della seconda guerra mondiale». I personaggi principali, come spiega il professor Fernando Basili nell’introduzione «tutti vissuti ed alcuni ancora viventi, sono gente del popolo, operai, agricoltori, impiegati, gente che parla soprattutto il dialetto e che in genere non possiede una cultura formale di rilievo; gente schietta e senza artifici e vittima di una delle guerre più insensate che siano mai state scatenate dalla follia dei “capi”». Fra i tanti umili eroi dell’epoca anche il padre di “Baldi”: «Amleto, eroe con Baldi, dalla lontana Sidney, scrittore con Imola nel cuore le mani non insanguinate che sparge tutto il suo sangue non perché glielo imponga un dovere, ma per puro altruismo, per puro spirito di carità» scrive ancora Basili. «Amleto che sacrifica la propria vita al fine di salvare vite innocenti. Un eroismo quindi tra i più fulgidi, ma non plateale, uno di quegli eroismi riconosciuti a livello ufficiale, solo da ultimo e per forza dalle autorità costituite dell’Italia postbellica, ma sempre presente nel cuore del popolo di Imola fin dal giorno del martirio». Il lavoro di Baldi è la storia di una famiglia, ma anche la storia dell’Italia in quegli anni e la storia di Imola in particolare. Allo “sminatore” Amleto Baldisserri fu concessa quarant’anni dopo la liberazione la medaglia d’oro al valor militare per attività partigiane: ricevette il diploma e la medaglia di Amleto dalle mani di dell’allora sindaco di Imola Bruno Solaroli la signora Derna Conti vedova Baldisserri, la mamma di “Baldi”, deceduta tre anni fa. Lasciamo a lui la conclusione: «Sessantatré anni dopo ho scritto questa storia. Perché c’è voluto tutto questo tempo per capire il dramma di Amleto e l’amore che Derna aveva per Amleto? Quando si è giovani si sanno troppe cose e non si fanno tante domande. Si corre dietro al mondo che corre più forte di noi. Solo invecchiando (vecchio proprio no, ma quasi…) ho cominciato a pormi domande e scartabellare vecchie foto, vecchie  lettere e ricordi.
A chiedermi “perché”? C’è voluta la morte della mia amata compagna Susanna, per capire che, quando muore una persona molto vicina, insostituibile, si passa attraverso varie emozioni. Prima si prova il dolore per la perdita. Poi si passa alle recriminazioni. La nostra posizione nell’evento. Le nostre colpe, che non abbiamo fatto abbastanza per impedire l’inevitabile. Poi subentra la rabbia nei confronti della persona amata che ci ha lasciati senza nemmeno chiedere permesso: “Te ne sei andata troppo in fretta, senza nemmeno dirmi addio”. Ho incontrato “veramente” mamma Derna all’età di sedici anni, quando sono uscito definitivamente dai vari collegi dove ho trascorso la mia infanzia».

 

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