Tre settimane fa abbiamo riportato l’esperienza di Carlotta Piancestelli, per tre mesi in Finlandia. Con l’analogo progetto che permette a studenti di 16/17 anni di trascorrere all’estero un periodo di 3 o 6 mesi è stata in Austria Cristina Rosati, 17enne iscritta alla 4ª D del Liceo linguistico “Alessandro da Imola”, rientrata nei giorni scorsi.
Quando, alcuni mesi fa, la nostra insegnante d’inglese, Marinella Sangiorgi, ci ha parlato del progetto di “Mobilità studentesca” varato dalla Commissione Europea a livello di scuola secondaria, ho subito pensato che “dovevo” assolutamente fare in modo di farne parte! La trafila burocratica non era semplice, c’erano lunghi documenti da compilare ma, con la mia famiglia, ci siamo dati da fare per riuscire a consegnare tutto in tempo. Mi fa sorridere e capire quanto i miei genitori siano speciali il ricordo del primo giorno in cui ho portato a casa i moduli. Ce n’era uno che un genitore doveva firmare per dare il consenso alla partenza: sono andata nella mia camera e quando ne sono uscita ho trovato mio padre con una penna in mano, mi ha guardata e mi ha detto: “Vuoi partecipare, vero? Perché io ho scritto che vuoi!”.
É stato bello sapere che i miei genitori desideravano per me la cosa che anch’io volevo. In effetti ho sempre avuto il loro sostegno in questo senso e ne sono molto orgogliosa: a volte sono proprio gli adulti a bloccare i figli, per timore di non averli vicini e non poterli “controllare”. Il mio desiderio di andare all’estero era dovuto al fatto che… é un desiderio che nutro da sempre! La mia famiglia é abbastanza internazionale, mia mamma é nata e cresciuta in Tirolo ed é bilingue, parla indifferentemente tedesco e italiano, anch’io sono cresciuta ascoltando e imparando entrambe le lingue. Mia zia abita a Londra e londinesi sono tre miei cugini, i parenti di mia mamma sono tedeschi, quelli di mio padre invece italiani. Ho sempre amato le lingue straniere e mi pare di essere portata per questi studi, tutti immaginavano che avrei scelto una scuola superiore ad indirizzo linguistico.
L’idea di stare per un po’ via da casa e dovermi arrangiare in situazioni per me completamente nuove, a contatto con una cultura diversa, era per me qualcosa di affascinante, una possibilità per crescere, conoscermi, imparare… Sono partita il 31 agosto e sono tornata alla fine di novembre. I primi giorni a scuola ho avuto logicamente qualche difficoltà, non conoscevo nessuno e toccava a me fare il primo passo per stringere amicizie. Ma dopo poco tempo i compagni mi hanno invitata alle loro uscite di classe, li ho trovati molto simpatici, sempre disponibili, gentili, insomma sono stati amici stupendi. Ho conosciuto altre persone al di fuori della classe e tutti si sono dimostrati aperti a fare la mia conoscenza e curiosi nei miei confronti.
Vienna: bellissima grande città con 1 milione e 670.000 abitanti. Abituata a spostarmi a Imola con la bicicletta, mi pareva strano all’inizio usare i mezzi pubblici per andare a scuola e per muovermi in città. Mi occorreva mezzora per raggiungere Mariahilferstraße, una sorta di Oxford Street viennese, la zona dello shopping.
Curioso, a Vienna ho notato tantissime coppie di gemelli (all’inizio pensavo di vederci doppio!).
Vienna mi piace davvero tanto, ci sono tante cose da visitare, l’ambiente è internazionale a partire dai ristoranti fino alla gente che si incontra per strada, che parla spagnolo, francese, inglese… A Imola non ci siamo abituati. Un aspetto che mi ha colpito sono i balli che organizzano, anche le scuole: io stessa, che ho sempre pensato ai grandi balli come a qualcosa che si vede solo nei film o di cui si legge nelle favole, ho partecipato ad un ballo, come vedete nella foto (io sono quella in mezzo). Ho ballato aprendo il ballo assieme al mio partner e ad altre 18 coppie.
In generale lo standard di vita é alto, gli austriaci mi sono parsi persone davvero magnifiche, dagli insegnanti a scuola sino ai coetanei, tutti disposti ad aiutarti e cordiali. Amano mangiare e vivere bene, amano fare sport e andare a fare shopping, sono orgogliosi della loro nazione e ci tengono a fare buona figura all’estero.
Senza ombra di dubbio questa é stata l’esperienza più bella della mia vita, non ho avuto difficoltà a inserirmi; all’inizio sentendo parlare velocemente spesso non riuscivo a capire tutto ed era un po’ frustrante, ma dopo 15 giorni ho superato questo scoglio. Il mio tedesco é migliorato in modo sorprendente, alla fine comprendevo in tedesco quando i prof. spiegavano, studiavo normalmente in tedesco materie come storia, il che non è facilissimo. Per quanto riguarda la scuola, tutto funziona molto bene ed è ben organizzato, le aule sono grandi e spaziose, con due lavagne e un proiettore. Non so se quella in cui sono capitata sia una scuola speciale, ha due palestre interne e un campo molto grande all’esterno, molti laboratori, di chimica, biologia, musica (con vari strumenti musicali), disegno, una grande biblioteca e un bar al piano terra. Per i viennesi è normalissimo che gli allievi studino per un semestre o due all’estero e che studenti di altri paesi siano presenti nelle loro classi. Le classi bilingui svolgono tutte le materie in tedesco e in inglese. Nelle scuole vengono organizzate molte iniziative, come la serata dei genitori o l’open day e gli studenti partecipano attivamente facendo da guide, organizzando buffet, parties e balli scolastici. Si lavora e studia in un clima più rilassato che da noi, con meno ansia, minor pressione e paura. Ho trovato tutti i professori molto gentili e disponibili sia nei confronti dei problemi scolastici che personali, molti vicini ai ragazzi. Comunque fare paragoni é sempre difficile perché i due sistemi scolastici sono molto diversi.
Logicamente quando ero via pensavo spesso a casa, alla mia sorellina di 4 anni e alla mia famiglia in genere, alla nostra alimentazione più sana (fuori casa ci si lascia sempre un po’ andare). Non mi è mancato parlare italiano, usare continuamente un’altra lingua è estremamente interessante!
Cristina Rosati».