11, Luglio, 2025

Lorenza studia nella città degli Asburgo

“Lorenza Tagliaferri, 24 anni, imolese a Vienna”. Inizia così lo scritto di questa ragazza che completa all’estero i suoi studi, per la precisione sta effettuando un periodo di ricerca che le servirà per la sua tesi di laurea specialistica.
Sono sicuramente molti gli studenti di Imola e circondario che, come Lorenza, si trovano in questo momento all’estero grazie ai programmi Socrates, Erasmus, Leonardo.
Lorenza è iscritta a Bologna all’ultimo anno di “Ingegneria per l’ambiente e il territorio”, facoltà finalizzata alla preparazione di tecnici in grado di operare nella pianificazione, progettazione, realizzazione e gestione di sistemi ambientali, di opere e impianti compatibili con il territorio e l’ambiente.
m.ad.m.

«Ho seguito a Imola un percorso scolastico “classico”: scuole medie al Sante Zennaro, poi Liceo scientifico tecnologico Alberghetti, un liceo innovativo, quindi, al quale ho fatto seguire l’iscrizione a una facoltà altrettanto innovativa, “Ingegneria per l’ambiente e il territorio” all’Università di Bologna, una sorta di incrocio tra le classiche “ingegnerie” civile e chimica orientata però alla tutela del territorio su cui si andrà a costruire (invece che sulla costruzione a discapito del territorio). In itinere ho lavorato in Ausilio, società di consulenza ambientale ad Imola, nonché come istruttrice di ginnastica in acqua alla piscina comunale… ma questo lo ritengo un divertimento, non un lavoro!
Dallo scorso settembre vivo a Vienna, dove sto preparando il mio lavoro di tesi specialistica. Dopo la prima tesi di laurea triennale svolta ad Imola per Akron sul nuovo impianto di trattamento rifiuti alla discarica Tremonti, chiudo il quinto anno valutando il rischio alluvionale e idrogeologico in Austria.
Sono stati sufficienti questi mesi per capire che qua piove un sacco, ma con un database cinquantennale stiamo cercando un metodo esatto per la stima del tempo di ritorno di eventi di piena eccezionali. Sono felice di aver accettato questa borsa di studio, non credevo davvero di trovarmi da subito così bene a Vienna. Sono gentili questi austriaci! Mi hanno spiegato dove trovare cosa, come raggiungere gli uffici, come sbrigare la burocrazia iniziale (cosa che mi spaventava, visto il mio ricordo di situazioni analoghe a Bologna). Invece qui, in un paio di giorni ho fatto tutto, pagamenti, uffici, tutto estremamente veloce e preciso; mi erano state date indicazioni chiare e sintetiche, risultate tutte esatte.
In Austria tutto è “certo”: tram, treni e metropolitana sono precisi al minuto, altro che delirio Imola/Bologna! Tedeschi, sotto questo aspetto. Il cordiale austriaco tiene a sottolineare la “profonda” differenza col freddo tedesco, ma i due popoli hanno molte cose in comune. Anche qui si vede l’ordine in tutte le cose, all’università si lavora in silenzio fino al momento del coffee break, momento rituale che si trascorre tutti insieme attorno al tavolo… davanti a caffè, latte (indispensabile per affrontare il caffè!) e immancabili krapfen o torte! Paese goloso, non gioviale come l’Italia certo, ma in tutto e per tutto pronto ad aiutare. Dal punto di vista umano questa è la differenza che mi ha colpita e che vedo positiva rispetto a casa, più momenti di aggregazione e confronto, ma meno chiacchiere nel resto del tempo, grande eloquenza se richiesta, ma grande riservatezza in generale.
La lingua non è delle più facili: nonostante i corsi seguiti a Bologna prima e qui poi, fatico ancora a partecipare alle conversazioni… Dopo quasi tre mesi riesco a capire, ogni tanto a rispondere e certamente ad ordinare il pranzo nell’osteria in cui i miei colleghi mi portano ogni giorno, locale che peraltro elenca nel suo menu solo piatti tipici dai nomi impronunciabili!
Problema ulteriore è dato dal fatto che la mia tesi sarà scritta in inglese, lingua adottata come ufficiale, visto che questo gruppo di ricerca comprende persone di tutta Europa, quindi fatico di tanto in tanto nel cambio mentale del vocabolario, passando da una lingua all’altra. Ma è bello parlare in uno stesso giorno spagnolo con una spagnola, poi tedesco con un viennese, per finire chiacchierando in inglese con un belga davanti a una birra.
Per quanto qui mi possa trovare bene, innegabilmente mi mancano la mia famiglia, i miei amici, Imola, il parco Tozzoni… Però… se guardo dalla finestra vedo l’Opera di Stato, uno dei principali teatri di opera del mondo e nella piazza davanti alla mia abitazione viennese ci sono i mercatini di Natale… credo che per un certo periodo potrò proprio fare a meno di Imola!
Quanto al mio futuro, non ho ancora pensato cosa fare dopo la laurea. Non ho mai guardato con particolare interesse ai dottorati di ricerca, ma ora mi sto rendendo conto che qui mi sto muovendo in ambiti interessanti e quindi sto rivedendo la mia posizione. Un dottorato ora mi potrebbe anche attirare, non a Bologna, ma fuori dall’Italia, dove i mezzi per far ricerca ci sono e funzionano davvero e dove un dottorando riceve uno stipendio che gli consente di vivere! Ripeterei volentieri un’esperienza all’estero, da studente, da dottoranda o da lavoratrice, non importa, perché è impensabile limitare gli scambi a una sola area, ormai la collaborazione è europea, se non mondiale. Se mi piacerebbe rimanere all’estero? Certo, e magari potrei cambiare sede di tanto in tanto, così da vedere diversi posti! Lorenza».

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