Questa volta ci trasferiamo idealmente ad Atlanta, la capitale dello Stato della Georgia, negli Stati Uniti d’America. Sede della Coca-Cola (la celebre bevanda è nata proprio lì), Atlanta ha ospitato i XXVI giochi olimpici estivi dell’età moderna, quelli del centenario, ed è la città natale di Martin Luther King. Maria Cristina Baldazzi ad Atlanta ha abitato fino allo scorso settembre, suo marito ed i figli sono tuttora in Georgia.
E’ una storia molto particolare quella di Maria Cristina Baldazzi: è nata a Bologna, ma Castel del Rio, dove sin da piccola ha trascorso le vacanze estive, diventa la sua terra d’adozione: «Mio padre – racconta Maria Cristina – in tempo di guerra arrivò come sfollato a Castel del Rio. Da allora ha mantenuto un legame affettivo con questo paese della vallata, dove abbiamo sempre trascorso un paio di mesi in estate».
Alla fine degli anni ’80 Maria Cristina si sposa, arrivano tre figli, Matteo, Francesco e Giulia.
«Mio marito ha uno spirito un po’… zingaresco, ama spostarsi e il suo lavoro gliene ha dato l’opportunità: prima Firenze, poi il Belgio e la Francia. Nel 1996 ci siamo trasferiti a Castel del Rio, fino a che, nel 2005, si è materializzata una proposta interessante negli Usa, ad Atlanta in Georgia: era partito solo lui, facendo per un anno la spola tra l’America e l’Italia per tornare da noi tutte le volte che gli era possibile. Nel 2006 lo abbiamo raggiunto io e i ragazzi: i nostri figli hanno subito iniziato gli studi nelle scuole americane, si sono ambientati e integrati, frequentano la scuola pubblica e se la cavano bene. La fama spesso negativa della scuola americana è assolutamente infondata, da insegnante la giudico valida sotto tutti gli aspetti, si studia molto e in modo serio. Certamente un cambiamento così radicale non è stato facile nemmeno per loro. Ad Atlanta si vive bene, è un paese con una popolazione giovane, dove è relativamente facile fare amicizie, dove c’è una vita sociale molto vivace, molto forte il senso della solidarietà. Di fronte ad eventi come le malattie si innesca subito una sorta di mutuo soccorso, i vicini di casa si attivano e fanno da sostegno».
Dopo un anno trascorso in Georgia, lo scorso mese di settembre la nostra ‘imolian’ è rientrata in Italia: «Insegno all’istituto Alberghetti e non mi era possibile restare più a lungo lontana dal mio lavoro. E’ stata una scelta difficile, ma non avevo altra possibilità: ho dovuto lasciare temporaneamente mio marito e i miei figli e sono tornata per riprendere il mio posto a scuola. Ai primi di novembre ho fatto una scappata a trovarli, poi ci saranno le vacanze di Natale, le vacanze estive, poi… si vedrà, molto dipenderà anche dalle decisioni dei ragazzi. I due più grandi (18 e 16 anni) preferirebbero tornare in Italia, mentre la più piccola, che ne ha 14, vorrebbe completare in America i suoi studi. Sono bravi e ormai grandi e si sono organizzati per sopperire alla mia assenza nei mesi in cui gli impegni con la scuola mi trattengono qui».
La Georgia? «E’ un paese che da fiducia, un paese entusiasta, penso che per i miei figli sia una grossa opportunità e una bellissima esperienza quella che stanno vivendo. Trovo molto positivo il fatto che mentre in Italia si fa notare alle persone ciò che ‘non sanno fare’, in America ti fanno notare quello che ‘sai fare’…».