11, Luglio, 2025

A Imola Martinelli riflette sul Costa Rica

Bolognese di nascita, imolese d’adozione, Giuseppe Martinelli, classe ’41, ha risieduto in diversi paesi e, in particolare, dal 1994 in Costa Rica, uno degli stati più piccoli del centro America. Il Costa Rica, secondo produttore mondiale di banane e ananas, situato tra il mar caraibico e l’oceano Pacifico, il Panama e il Nicaragua, ha poco più di 51mila chilometri quadrati di territorio, compresa la parte insulare (isola del Coco).

Cittadino del mondo per decenni, imolese d’adozione, Giuseppe Martinelli è stato agente e direttore commerciale di aziende italiane, ha risieduto in Brasile per una manciata di anni e negli ultimi dodici in Costa Rica. Ha soggiornato anche a Londra, in Argentina, in Venezuela, nelle Antille, ha aperto a San Paulo in Brasile il primo ristorante vegetariano, si è occupato di importazione ed esportazione di vari prodotti, ha commercializzato all’estero strumenti elettronici italiani, creato in Costa Rica una base di marketing per dare assistenza locale alle aziende che esportano negli Usa.
«Londra è una delle mie città preferite, il Brasile è stata l’esperienza più bella del sud America», racconta Martinelli. Approdato nel ’94 a San José, capitale del Costa Rica e principale centro commerciale di questo stato democratico economicamente e politicamente stabile, Martinelli è rimasto colpito dalla natura del luogo, dalle grandi foreste tropicali, dalla fauna ricchissima e dalle tante farfalle.
«Le risorse del Costa Rica sono essenzialmente il commercio delle banane e del caffè, il paese può contare anche su una buona produzione di frutti tropicali (meloni, ananas e arance) che esporta soprattutto negli Usa. La comunità straniera più grossa è rappresentata dai tedeschi, gli italiani sono circa il 5% della popolazione. Molti dei figli dei primi immigrati italiani, in particolare calabresi e siciliani che, giunti in Costa Rica, sposarono donne del luogo, occupano oggi posizioni di rilievo. Sono di origine italiana ad esempio numerosi avvocati di grido. Purtroppo, “italiano” in Costa Rica significa anche un certo sottobosco mafioso, per cui i figli dei nostri connazionali che hanno condotto una vita onesta e si sono fatti una posizione spesso si vergognano a dichiarare la loro origine, che il loro cognome tradisce. Molti gli italiani che hanno fatto del bene al paese, ricordo ad esempio la contessa Giuliana Fanelli, presidentessa dei Cavalieri di Malta, di origine romana, che ha operato molto in questo senso».
Martinelli cita poi le pasticcerie fondate da famiglie venete, i biscotti prodotti da aziende di origine napoletana, i più belli alberghi della costa a “targa” italiana, le macchine per il caffè di casa nostra.
Affascinato dagli antichi mercati ricchi di spezie e di prodotti erboristici e omeopatici, Martinelli apprezza del Costa Rica anche le rigorose norme igieniche cui sono sottoposti ristoranti e bar e sottolinea il senso dell’igiene che caratterizza la gente: «Fanno la doccia quotidianamente e sempre con l’acqua fredda, anche quando la stagione non è calda… visto che l’acqua calda esiste solo nei grandi alberghi. Persino nei condomini di lusso non è prevista, a meno che non ci si doti personalmente del relativo impianto. Nelle banche e negli uffici tutti hanno con sé lo spazzolino da denti e non è raro sentirsi dire che un impiegato è in quel momento assente “perché è andato a lavarsi i denti!”».
La Chiesa, aggiunge Martinelli, è molto seguita: «Nella zona in cui sono situate le case degli ex presidenti della Repubblica c’è la bellissima sede della Nunziatura (ambasciata della Santa Sede). La gente ha un certo tipo di morale. Sono numerose le famiglie che, iniziando a lavorare due mesi prima di Natale, preparano con orgoglio all’aperto il loro “Portale”, il presepio con statue semoventi, con luci e corsi d’acqua: chi passa li ammira e getta monetine, che poi vengono raccolte e date in beneficenza alla parrocchia. I costaricani hanno un notevole senso della solidarietà».
Nessun neo in questo piccolo stato? «I fiumi di birra che scorrono il sabato sera e la gente facilmente si ubriaca». Ma di nuovo altri punti a favore: una buona assistenza sanitaria grazie alla “Caja costarricense de sicuro social”, l’adattabilità della gente a fare cose che a noi sembrerebbero sacrifici, buoni servizi di trasporto pubblico, un’altissima presenza di taxi a prezzi contenuti».
In questo periodo Martinelli è a Imola: «Ho trovato una città piacevole, l’impressione è positiva. Sono qui da un certo tempo perché costretto a sottopormi a controlli medici, devo dire che l’impatto con le strutture mediche locali è stato buono, il servizio sanitario potrebbe forse essere ancora migliorato, ma mi sembra efficiente. Vari interessi mi legano ancora al Costa Rica, il mio ritorno in America dipenderà dalla mia salute… ».

 

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